Territorio
Emergenza economia, in autunno si teme onda d'urto
Per lo tsunami coronavirus. Appello di imprese e sindacati alla Regione: "Fare presto"
Basilicata - lunedì 20 luglio 2020
12.33
''Passare subito dalla gestione dell'emergenza alla programmazione strategica, con un piano credibile di rilancio della Basilicata, attraverso il pieno coinvolgimento del partenariato economico e sociale''. E' il messaggio unitario lanciato alla Regione Basilicata dagli stati generali del lavoro e dell'impresa, costituiti dai sindacati Cgil Cisl e Uil, da Confindustria, dal raggruppamento di tredici sigle di categoria Pensiamo Basilicata e dalla Coldiretti lucana, che si sono nuovamente riuniti a Tito Scalo, per la seconda volta dopo la prima convocazione del 18 febbraio.
Associazioni delle imprese e sindacali condividono ''la forte preoccupazione per la prossima evoluzione della crisi economica e sociale, destinata ad acuirsi nei prossimi mesi'' e ribadiscono ''l'urgenza di soluzioni mirate, in grado di provocare effetti altrettanto radicali per fronteggiare in maniera adeguata la delicata fase congiunturale, ma soprattutto per superare in maniera definitiva le debolezze strutturali della Basilicata''.
Per gli stati generali ''l'annuncio da parte dell'esecutivo regionale di un piano strategico per lo sviluppo della Basilicata, seppure con qualche ritardo e seppure in un contesto profondamente mutato, sembra andare nella direzione indicata dagli Stati generali che ora rilanciano la sfida: aprire tale programmazione al confronto con le rappresentanze sociali e datoriali lucane per conseguire una unità di intenti che responsabilmente definisca obiettivi condivisi e relativi strumenti operativi''.
''Non c'è più tempo da perdere, il piano per lo sviluppo della Basilicata dovrà essere licenziato prima dell'arrivo dell'autunno, quando gli effetti reali dello tsunami che si è abbattuto su lavoratori, famiglie e imprese - affermano all'unisono - si mostreranno in tutta la loro drammaticità. Lo conferma il recentissimo allarme lanciato dallo Svimez rispetto al rischio di una vera e propria polveriera sociale con 380mila posti di lavoro già andati in fumo, con le previsioni di una ripresa molto più lenta al Mezzogiorno. E lo conferma anche il dato secondo cui il ricorso alla cassa integrazione ha già eroso il reddito dei lavoratori lucani di 38 milioni di euro, riducendone fortemente la capacità di spesa, con l'evidente cortocircuito che ne consegue per i livelli di domanda di beni e servizi, produzione e occupazione''.
Si ripone speranza nelle ingenti risorse derivanti dalla riprogrammazione dei fondi residuali dei piani operativi regionali 2014/2020, dai fondi della politica di coesione, dalla nuova programmazione europea e dal Piano Next generation Europe per ''porre solide condizioni per il definitivo superamento delle fragilità strutturali che penalizzano la Basilicata, a patto di superare in maniera definitiva i ritardi nell'impegno delle risorse e l'incapacità di spesa che fino a ora hanno contraddistinto il Mezzogiorno e anche la Basilicata''.
Quindi tutte le sigle di categoria e sindacali rivolgono ''l'ultimo appello alle istituzioni regionali a un pieno coinvolgimento che valorizzi le proposte del mondo della produzione e del lavoro portando, in tempi rapidi, ad assumere le delicate e strategiche decisioni di cui la regione ha urgente bisogno''.
Associazioni delle imprese e sindacali condividono ''la forte preoccupazione per la prossima evoluzione della crisi economica e sociale, destinata ad acuirsi nei prossimi mesi'' e ribadiscono ''l'urgenza di soluzioni mirate, in grado di provocare effetti altrettanto radicali per fronteggiare in maniera adeguata la delicata fase congiunturale, ma soprattutto per superare in maniera definitiva le debolezze strutturali della Basilicata''.
Per gli stati generali ''l'annuncio da parte dell'esecutivo regionale di un piano strategico per lo sviluppo della Basilicata, seppure con qualche ritardo e seppure in un contesto profondamente mutato, sembra andare nella direzione indicata dagli Stati generali che ora rilanciano la sfida: aprire tale programmazione al confronto con le rappresentanze sociali e datoriali lucane per conseguire una unità di intenti che responsabilmente definisca obiettivi condivisi e relativi strumenti operativi''.
''Non c'è più tempo da perdere, il piano per lo sviluppo della Basilicata dovrà essere licenziato prima dell'arrivo dell'autunno, quando gli effetti reali dello tsunami che si è abbattuto su lavoratori, famiglie e imprese - affermano all'unisono - si mostreranno in tutta la loro drammaticità. Lo conferma il recentissimo allarme lanciato dallo Svimez rispetto al rischio di una vera e propria polveriera sociale con 380mila posti di lavoro già andati in fumo, con le previsioni di una ripresa molto più lenta al Mezzogiorno. E lo conferma anche il dato secondo cui il ricorso alla cassa integrazione ha già eroso il reddito dei lavoratori lucani di 38 milioni di euro, riducendone fortemente la capacità di spesa, con l'evidente cortocircuito che ne consegue per i livelli di domanda di beni e servizi, produzione e occupazione''.
Si ripone speranza nelle ingenti risorse derivanti dalla riprogrammazione dei fondi residuali dei piani operativi regionali 2014/2020, dai fondi della politica di coesione, dalla nuova programmazione europea e dal Piano Next generation Europe per ''porre solide condizioni per il definitivo superamento delle fragilità strutturali che penalizzano la Basilicata, a patto di superare in maniera definitiva i ritardi nell'impegno delle risorse e l'incapacità di spesa che fino a ora hanno contraddistinto il Mezzogiorno e anche la Basilicata''.
Quindi tutte le sigle di categoria e sindacali rivolgono ''l'ultimo appello alle istituzioni regionali a un pieno coinvolgimento che valorizzi le proposte del mondo della produzione e del lavoro portando, in tempi rapidi, ad assumere le delicate e strategiche decisioni di cui la regione ha urgente bisogno''.