Territorio
Discarica La Martella, polemiche sulla chiusura
Abiusi: “Comune di Matera incapace di gestire l'emergenza”
Matera - giovedì 29 gennaio 2015
8.57
La questione discarica de La Martella è sempre più rovente. Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, pochi giorni fa aveva annunciato la chiusura della discarica nei pressi del borgo La Martella, perché ormai completamente esaurita.
Pronto il commento sferzante di Pio Abiusi dell'associazione Ambiente e Legalità: "Adesso la discarica di La Martella chiude, era ora. Era stata 'pasticciata' anche la conoscenza sull'argomento del nuovo dirigente regionale preposto al settore ma il timore di intervento della magistratura potentina , che è attiva ed efficiente, ha avuto la meglio. Il buon Sindaco Adduce adesso non può scappare ignorando il disastro ambientale al quale la sua amministrazione ed i dirigenti di fiducia da lui nominati, hanno portato quel luogo".
Abiusi ricostruisce la vicenda alquanto scabrosa: "La scorsa estate Adduce diceva che la strada da percorrere circa la discarica de La Martella era quella dell'ampliamento già autorizzato dalla Regione e che la procedura di rinnovo dell'AIA- Autorizzazione Integrata Ambientale- era in corso di definizione. Negli stessi giorni il consiglio regionale si inventò uno di quegli arzigogoli curiosi che finiscono spesso e miseramente ad infrangersi contro qualche scoglio di incostituzionalità, art.42 della LR 26 del 18/8/14. Tutte le vie tentate anche quella della discarica a volume variabile che naviga senza alcuno controllo si è arenata perchè, poi, occorreva comunque certificare i volumi".
La situazione emergenziale di disastro ambientale è ben visibile: "La discarica naviga su un mare di percolato". Ed aggiunge entrando nel merito: "I canali laterali sono stati inquinati con sversamenti non del tutto legali e vanno bonificati. La conferenza dei servizi convocata a distanza di oltre 18 messi dal presunto inquinamento in atto delle falda acquifere ha prescritto l'impianto di 15 piezometri intorno al perimetro della discarica così da poter determinare con certezza i danni prodotti. Da oltre 2 mesi non vi è stato alcun seguito; un pozzo esistente nell'interno della discarica e che serve l'impianto , sconosciuto agli organi di controllo ed alle autorità inquirenti, poco inquirenti a dire il vero, risulta essere inquinato. I 53 mila mc abbancati illegalmente sul 3 e 4 settore giacciono lì miseramente in attesa di definizione".
Adesso, però, bisogna pensare all'attività 'post-mortem' che interesserà un arco temporale di 30 anni. Ma per, Pio Abiusi, il Comune di Matera è incapace di fronteggiare l'emergenza: "E' necessario che la Regione nomini un Commissario". E conclude commentando amaramente: "Siamo convinti che la discarica di Matera dopo il sito sul quale sorge Fenice ed escludendo le aree SIN sia il luogo più inquinato della Basilicata. Certo tutto quanto detto è presunto perchè mai nessuno è andato a controllare seriamente; si rivolti come un calzino quella discarica e si faccia chiarezza".
Pronto il commento sferzante di Pio Abiusi dell'associazione Ambiente e Legalità: "Adesso la discarica di La Martella chiude, era ora. Era stata 'pasticciata' anche la conoscenza sull'argomento del nuovo dirigente regionale preposto al settore ma il timore di intervento della magistratura potentina , che è attiva ed efficiente, ha avuto la meglio. Il buon Sindaco Adduce adesso non può scappare ignorando il disastro ambientale al quale la sua amministrazione ed i dirigenti di fiducia da lui nominati, hanno portato quel luogo".
Abiusi ricostruisce la vicenda alquanto scabrosa: "La scorsa estate Adduce diceva che la strada da percorrere circa la discarica de La Martella era quella dell'ampliamento già autorizzato dalla Regione e che la procedura di rinnovo dell'AIA- Autorizzazione Integrata Ambientale- era in corso di definizione. Negli stessi giorni il consiglio regionale si inventò uno di quegli arzigogoli curiosi che finiscono spesso e miseramente ad infrangersi contro qualche scoglio di incostituzionalità, art.42 della LR 26 del 18/8/14. Tutte le vie tentate anche quella della discarica a volume variabile che naviga senza alcuno controllo si è arenata perchè, poi, occorreva comunque certificare i volumi".
La situazione emergenziale di disastro ambientale è ben visibile: "La discarica naviga su un mare di percolato". Ed aggiunge entrando nel merito: "I canali laterali sono stati inquinati con sversamenti non del tutto legali e vanno bonificati. La conferenza dei servizi convocata a distanza di oltre 18 messi dal presunto inquinamento in atto delle falda acquifere ha prescritto l'impianto di 15 piezometri intorno al perimetro della discarica così da poter determinare con certezza i danni prodotti. Da oltre 2 mesi non vi è stato alcun seguito; un pozzo esistente nell'interno della discarica e che serve l'impianto , sconosciuto agli organi di controllo ed alle autorità inquirenti, poco inquirenti a dire il vero, risulta essere inquinato. I 53 mila mc abbancati illegalmente sul 3 e 4 settore giacciono lì miseramente in attesa di definizione".
Adesso, però, bisogna pensare all'attività 'post-mortem' che interesserà un arco temporale di 30 anni. Ma per, Pio Abiusi, il Comune di Matera è incapace di fronteggiare l'emergenza: "E' necessario che la Regione nomini un Commissario". E conclude commentando amaramente: "Siamo convinti che la discarica di Matera dopo il sito sul quale sorge Fenice ed escludendo le aree SIN sia il luogo più inquinato della Basilicata. Certo tutto quanto detto è presunto perchè mai nessuno è andato a controllare seriamente; si rivolti come un calzino quella discarica e si faccia chiarezza".