Territorio
Discarica abusiva nei pressi di Matera, l'Italia rischia sanzione Ue
Attesa per la sentenza della Corte di giustizia europea
Matera - lunedì 8 settembre 2014
15.26
La discarica abusiva Matera/Altamura in contrada Sgarrone, al confine tra Puglia e Basilicata, è nella procedura d'infrazione, avviata dalla Commissione dell'Unione europea, con cui l'Italia rischia una sanzione di 158.000 euro al giorno più una somma forfettaria di 60 milioni di euro da versare nelle casse dell'Unione europea.
La richiesta della sanzione è pervenuta dall'avvocato generale della Corte di giustizia europea, Juliane Kokott che ha contestato all'Italia di non aver mai rispettato la direttiva europea del 2006 con la quale si chiede di rispettare l'obbligo di realizzare una rete integrata e opportuna di impianti di smaltimento.
Ci sono anche dei precedenti. Nel 2007 la Corte di giustizia europea, con una sentenza, aveva sanzionato l'Italia, colpevole di reiterate azioni volte a creare discariche illegali e a omettere controlli riguardo la gestione dei rifiuti. La Commissione europea in prima battuta aveva fatto riferimento all'uso di almeno 422 discariche illegali, ma alla fine ne ha contestate solo due: Matera/Altamura Sgarrone al confine tra Puglia e Basilicata e un'ex discarica comunale, Reggio Calabria/Malderiti in Calabria. In questo procedimento non rientrano però le discariche della Campania e di Malagrotta, oggetto di cause separate iniziate lo scorso anno.
L'altra violazione della normativa comunitaria che l'Italia dovrà sanare velocemente è la mancata bonifica delle discariche illegali di rifiuti che nel tempo sono state chiuse ma che potrebbero ancora contenere rifiuti pericolosi.
La corte di giustizia dovrà esprimersi nei prossimi giorni con una sentenza definitiva che potrebbe condannare l'Italia per l'illegalità della discarica nei pressi di Matera. Il tutto avviene mentre la città dei Sassi è vicina al traguardo per essere eletta capitale europea della cultura.
La richiesta della sanzione è pervenuta dall'avvocato generale della Corte di giustizia europea, Juliane Kokott che ha contestato all'Italia di non aver mai rispettato la direttiva europea del 2006 con la quale si chiede di rispettare l'obbligo di realizzare una rete integrata e opportuna di impianti di smaltimento.
Ci sono anche dei precedenti. Nel 2007 la Corte di giustizia europea, con una sentenza, aveva sanzionato l'Italia, colpevole di reiterate azioni volte a creare discariche illegali e a omettere controlli riguardo la gestione dei rifiuti. La Commissione europea in prima battuta aveva fatto riferimento all'uso di almeno 422 discariche illegali, ma alla fine ne ha contestate solo due: Matera/Altamura Sgarrone al confine tra Puglia e Basilicata e un'ex discarica comunale, Reggio Calabria/Malderiti in Calabria. In questo procedimento non rientrano però le discariche della Campania e di Malagrotta, oggetto di cause separate iniziate lo scorso anno.
L'altra violazione della normativa comunitaria che l'Italia dovrà sanare velocemente è la mancata bonifica delle discariche illegali di rifiuti che nel tempo sono state chiuse ma che potrebbero ancora contenere rifiuti pericolosi.
La corte di giustizia dovrà esprimersi nei prossimi giorni con una sentenza definitiva che potrebbe condannare l'Italia per l'illegalità della discarica nei pressi di Matera. Il tutto avviene mentre la città dei Sassi è vicina al traguardo per essere eletta capitale europea della cultura.