Territorio
Deposito nucleare: sindaci di Basilicata e Puglia uniti
Azione congiunta di 11 Comuni. Chiesto supporto ai governatori
Matera - giovedì 14 gennaio 2021
10.55
I sindaci delle 11 città della Puglia e Basilicata scelte tra i potenziali siti adatti ad ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari fanno quadrato e si coalizzano per rispondere all'unisono alla Cnapi, e ribadire il proprio categorico "no" alla collocazione del deposito di stoccaggio di scorie nucleari sul proprio territorio. E nel farlo, in maniera congiunta, chiedono ai rispettivi governi regionali di "coordinare tutte le azioni che si vorranno intraprendere a supporto degli Enti locali, con figure professionali altamente qualificate".
Questo in sintesi il succo del documento che i sindaci dei comuni pugliesi di Altamura, Gravina e Laterza e i primi cittadini dei comuni lucani di Matera, Irsina, Genzano di Lucania, Acerenza, Oppido Lucano, Bernalda, Montalbano Jonico e Montescaglioso hanno condiviso e licenziato dopo un primo incontro, in videoconferenza, svoltosi ieri. I comuni pugliesi e lucani rigettano la Cnapi che ha individuato ben 17 potenziali luoghi (su un totale di 67 in tutto il territorio nazionale) ove realizzare il deposito di scorie, partendo da alcune semplici considerazioni.
Innanzitutto – scrivono i sindaci- "la Regione Puglia e la Regione Basilicata hanno negli anni passati pagato lo scotto di politiche nazionali scarsamente sensibili alle tematiche ambientali che hanno prodotto danni irreparabili agli ecosistemi e alla salute delle persone". Inoltre, le comunità coinvolte nella mappa redatta dalla Sogin hanno scelto quale elemento propulsori della crescita sociale e culturale dei propri territori una tipologia di sviluppo socio-economico improntato sulla valorizzazione dell'economia locale e sulla conservazione del proprio patrimonio, materiale ed immateriale.
A questo si aggiunga che alcune delle aree individuate sono in prossimità di zone di grande pregio ambientale, archeologico e agricolo: attigue a Siti di Importanza Comunitaria (Sic): a Zone di Protezione Speciale (ZPS) e addirittura, a siti riconosciuti Patrimonio Unesco. Insomma, aree non idonee ad ospitare il deposito nazionale: in nessuno dei siti individuati.
Infatti, specificano i primi cittadini dei tre comuni pugliesi e degli otto lucani- "a prescindere dall'ubicazione ultima del sito di stoccaggio di scorie radioattive all'interno di uno dei Comuni, per la forte interconnessione culturale, geografica e storica degli stessi territori, ciò produrrebbe comunque effetti negativi anche sugli altri".
Per tutte queste ragioni i primi cittadini invitano i governatori di Puglia e Basilicata, Michele Emiliano e Vito Bardi "a voler strutturare e sostenere le iniziative promosse dai Comuni, coordinando in senso unitario le attività da intraprendersi sul piano istituzionale", dando la propria disponibilità a partecipare ad un incontro con tutti i sindaci dei comuni delle due regioni interessati dalla vicenda, e "garantendo agli stessi Comuni ogni utile supporto, anche tecnico –giuridico per la formulazione di ulteriori e specifiche documentate osservazioni" in merito alla Cnapi.
Questo in sintesi il succo del documento che i sindaci dei comuni pugliesi di Altamura, Gravina e Laterza e i primi cittadini dei comuni lucani di Matera, Irsina, Genzano di Lucania, Acerenza, Oppido Lucano, Bernalda, Montalbano Jonico e Montescaglioso hanno condiviso e licenziato dopo un primo incontro, in videoconferenza, svoltosi ieri. I comuni pugliesi e lucani rigettano la Cnapi che ha individuato ben 17 potenziali luoghi (su un totale di 67 in tutto il territorio nazionale) ove realizzare il deposito di scorie, partendo da alcune semplici considerazioni.
Innanzitutto – scrivono i sindaci- "la Regione Puglia e la Regione Basilicata hanno negli anni passati pagato lo scotto di politiche nazionali scarsamente sensibili alle tematiche ambientali che hanno prodotto danni irreparabili agli ecosistemi e alla salute delle persone". Inoltre, le comunità coinvolte nella mappa redatta dalla Sogin hanno scelto quale elemento propulsori della crescita sociale e culturale dei propri territori una tipologia di sviluppo socio-economico improntato sulla valorizzazione dell'economia locale e sulla conservazione del proprio patrimonio, materiale ed immateriale.
A questo si aggiunga che alcune delle aree individuate sono in prossimità di zone di grande pregio ambientale, archeologico e agricolo: attigue a Siti di Importanza Comunitaria (Sic): a Zone di Protezione Speciale (ZPS) e addirittura, a siti riconosciuti Patrimonio Unesco. Insomma, aree non idonee ad ospitare il deposito nazionale: in nessuno dei siti individuati.
Infatti, specificano i primi cittadini dei tre comuni pugliesi e degli otto lucani- "a prescindere dall'ubicazione ultima del sito di stoccaggio di scorie radioattive all'interno di uno dei Comuni, per la forte interconnessione culturale, geografica e storica degli stessi territori, ciò produrrebbe comunque effetti negativi anche sugli altri".
Per tutte queste ragioni i primi cittadini invitano i governatori di Puglia e Basilicata, Michele Emiliano e Vito Bardi "a voler strutturare e sostenere le iniziative promosse dai Comuni, coordinando in senso unitario le attività da intraprendersi sul piano istituzionale", dando la propria disponibilità a partecipare ad un incontro con tutti i sindaci dei comuni delle due regioni interessati dalla vicenda, e "garantendo agli stessi Comuni ogni utile supporto, anche tecnico –giuridico per la formulazione di ulteriori e specifiche documentate osservazioni" in merito alla Cnapi.