Territorio
Deposito nucleare, nessuna risposta alle osservazioni
La delusione dell'associazione "ScanZiamo le scorie": la guardia resta alta
Matera - lunedì 21 marzo 2022
19.11
"Il Governo ha tutti gli elementi per escludere le aree della Basilicata e della Puglia ancora presenti nella Carta Nazionale per le Aree Idonee proposta dalla Sogin e con la quale si individuano i siti che potrebbero ospitare la discarica radioattiva nazionale". Lo afferma l'associazione "ScanZiamo le scorie" nata a Scanzano Jonico nel 2003 e che da quel momento prosegue la sua attività di conoscenza e di contrasto alle politiche sul nucleare.
"Nella consultazione tenuta dalla Sogin, l'Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie ha presentato otto osservazioni nelle quali sono stati esposti aspetti giuridici, tecnici e scientifici che non hanno ancora ricevuto risposta - dichiara il portavoce Pasquale Stigliani. Nelle osservazioni si contesta alla Sogin l'errata l'applicazione di alcuni dei criteri che escludono di fatto i siti Lucani e pugliesi dalle aree idonee. Rispetto al progetto presentato in consultazione abbiamo chiesto di chiarire come intendono gestire i rifiuti di alta radiottività (problema ancora irrisolto nel mondo e che qualcuno voleva collocare a Scanzano). Abbiamo anche segnalato il mancato rispetto della normativa della Valutazione Ambientale Strategica per le aree individuate e delle disposizioni che riguardano l'"indicazione delle modalità di trasporto del materiale radioattivo al Deposito nazionale e criteri per la valutazione della Idoneità delle vie di accesso al sito". Teniamo conto infine che l'80% della radioattività delle scorie sono collocate nelle Regioni del nord. Lo spostamento verso aree meridionali comporterebbe pericoli e rischi che non sono stati completamente considerati per la scelta e l'individuazione delle aree idonee collocate nel mezzogiorno del Paese, pericoli che in questo contesto devono considerare anche minacce con rischi ancor più pericolosi come quelle della guerra".
"Il Governo - conclude Stigliani - che ha la necessità di costruire un dialogo con le popolazioni interessate dalla discarica nucleare e l'Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare, devono garantire le condizioni minime di trasparenza e di conoscenza con i territori e far rispettare le norme per le consultazione che comportano delle risposte esaustive alle osservazioni. Diversamente, la consultazione può essere considerata unilaterale ed inutile. Ciò confermerebbe i timori che manifestiamo da sempre: esiste un "gruppo di affari" per la costruzione del deposito di scorie, un'opera capace di alimentare solo lo "sviluppo distorto" del territorio, già gravemente colpito dallo spopolamento e dallo sfruttamento delle risorse idriche e petrolifere, ma che trova ancora la civile e ferma opposizione di un "gruppo d'interessi" trasversale impegnato nel progresso e nello sviluppo dell'economie territoriali".
"Nella consultazione tenuta dalla Sogin, l'Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie ha presentato otto osservazioni nelle quali sono stati esposti aspetti giuridici, tecnici e scientifici che non hanno ancora ricevuto risposta - dichiara il portavoce Pasquale Stigliani. Nelle osservazioni si contesta alla Sogin l'errata l'applicazione di alcuni dei criteri che escludono di fatto i siti Lucani e pugliesi dalle aree idonee. Rispetto al progetto presentato in consultazione abbiamo chiesto di chiarire come intendono gestire i rifiuti di alta radiottività (problema ancora irrisolto nel mondo e che qualcuno voleva collocare a Scanzano). Abbiamo anche segnalato il mancato rispetto della normativa della Valutazione Ambientale Strategica per le aree individuate e delle disposizioni che riguardano l'"indicazione delle modalità di trasporto del materiale radioattivo al Deposito nazionale e criteri per la valutazione della Idoneità delle vie di accesso al sito". Teniamo conto infine che l'80% della radioattività delle scorie sono collocate nelle Regioni del nord. Lo spostamento verso aree meridionali comporterebbe pericoli e rischi che non sono stati completamente considerati per la scelta e l'individuazione delle aree idonee collocate nel mezzogiorno del Paese, pericoli che in questo contesto devono considerare anche minacce con rischi ancor più pericolosi come quelle della guerra".
"Il Governo - conclude Stigliani - che ha la necessità di costruire un dialogo con le popolazioni interessate dalla discarica nucleare e l'Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare, devono garantire le condizioni minime di trasparenza e di conoscenza con i territori e far rispettare le norme per le consultazione che comportano delle risposte esaustive alle osservazioni. Diversamente, la consultazione può essere considerata unilaterale ed inutile. Ciò confermerebbe i timori che manifestiamo da sempre: esiste un "gruppo di affari" per la costruzione del deposito di scorie, un'opera capace di alimentare solo lo "sviluppo distorto" del territorio, già gravemente colpito dallo spopolamento e dallo sfruttamento delle risorse idriche e petrolifere, ma che trova ancora la civile e ferma opposizione di un "gruppo d'interessi" trasversale impegnato nel progresso e nello sviluppo dell'economie territoriali".