Cronaca
Denunciata Antonella Fontana per calunnia
La presidentessa dell'associazione Anti stalking Amatas, inseriva lettere minatorie nella sua cassetta della posta
Matera - giovedì 19 dicembre 2013
13.24
Questa mattina i militari della Polizia di Stato hanno perquisito l'abitazione di Antonella Fontana, presidente dell'associazione Amatas contro la violenza sulle donne, e di conseguenza l'hanno denunciata in stato di libertà per calunnia continuata e aggravata.
Dai rilevamenti effettuati dalla Polizia scientifica di Matera, con l'ausilio della Polizia Scientifica di Bari, si è reso chiaro il movente della realizzazione e dell'inserimento nella propria cassetta della posta, da parte della Fontana, di missive minatorie realizzate attraverso ritagli di vari giornali. L'ultima denuncia, la nona per altrettante lettere minatorie, è giunta martedì 17 alle ore 15.
Nell'abitazione della presidentessa dell'associazione Amatas, come ha spiegato il Dirigente della Mobile, Nicola Fucarino nel corso della conferenza stampa di questa mattina, sono stati rinvenuti i giornali ritagliati, una risma di fogli, presumibilemente utilizzati per realizzare le lettere e naturalmente materiale per realizzare le missive, forbici e colla. Le indagini non sono state facili.
"Inizialmente siamo stati sviati dalle denunce della presidentessa dell'associazione Amatas - ha spiegato Fucarino - perchè, dopo l'uccisione della sorella e l'attività contro la violenza sule donne, e per i contenuti delle lettere intimidatori. Eravamo seriamente preoccupati per l'incolumità della signora, tanto da aver attivato anche delle vigilanze nei pressi dei luoghi frequentati dalla stessa. Avendo rilevato la mancata spedizione, ma l'inserimento delle stesse a mano nella cassetta delle lettere dell'abitazione, e anche sede dell'associazione, abbiamo deciso di agire con delle telecamere nascoste".
Dalle immagini rilevate le indicazioni sono state quindi chiare. "Chi realizzava e consegnava le lettere agiva con guanti in lattice - ha continuato Fucarino - quindi le prime, toccate poi da varie persone, la presidentessa, l'avvocato, e i nostri uomini al momento delle denunce, erano impossibili da valutare. Quindi abbiamo deciso di chiedere alla signora di chiamarci non appena avesse visto lettere sospette. Non rilevando nessuna impronte sulle ultime, abbiamo deciso di agire attraverso le riprese della zona, che ci hanno portato ad un inequivocabile soluzione".
Le indagini sono state curate dal Sostituto commissario, Santoro, che ha lavorato attentamente al caso con la sua squadra, con tutte le difficoltà del caso, essendo la stessa vittima a realizzare sia le missive che le denunce, con tutte le variabili che ogni volta si inserivano nelle stesse indagini, e i tentativi di sviarle, tra l'altro in un periodo di tempo breve, l'arco di tre mesi dalla prima lettera minatoria ad oggi.
Il probabile movente del caso riguarda l'attenzione mediatica che la Fontana voleva richiamare su se stessa. "Già dall'inaugurazione dell'associazione i clamori erano tanti. Personaggi invitati del calibro del vice Ministro all'Interno e tante altre azioni di ampio respiro mediatico. Dunque, l'approdo a questa vicenda, sicuramente spiacevole e che ha causato non pochi problemi al nostro lavoro, nonché ampio dispendio di tempo e risorse economiche per le varie azioni messe in campo".
Infine, un appello alle altre associazioni. "Per tutte le associazioni che lavorano seriamente e quotidianamente - ha concluso il dirigente della Mobile, Nicola Fucarino - vorrei sottolineare che lo Stato affianca e aiuta chiunque decida di buttarsi in questa encomiabile attività. Non servono questi gesti o questo tipo di attività per ottenere maggiore rilevanza mediatica. Millantare episodi incresciosi di questo tipo genera solamente problemi di Polizia giudiziaria, sminuendo il lavoro di chi, invece, lotta tutti i giorni sul campo".
Dai rilevamenti effettuati dalla Polizia scientifica di Matera, con l'ausilio della Polizia Scientifica di Bari, si è reso chiaro il movente della realizzazione e dell'inserimento nella propria cassetta della posta, da parte della Fontana, di missive minatorie realizzate attraverso ritagli di vari giornali. L'ultima denuncia, la nona per altrettante lettere minatorie, è giunta martedì 17 alle ore 15.
Nell'abitazione della presidentessa dell'associazione Amatas, come ha spiegato il Dirigente della Mobile, Nicola Fucarino nel corso della conferenza stampa di questa mattina, sono stati rinvenuti i giornali ritagliati, una risma di fogli, presumibilemente utilizzati per realizzare le lettere e naturalmente materiale per realizzare le missive, forbici e colla. Le indagini non sono state facili.
"Inizialmente siamo stati sviati dalle denunce della presidentessa dell'associazione Amatas - ha spiegato Fucarino - perchè, dopo l'uccisione della sorella e l'attività contro la violenza sule donne, e per i contenuti delle lettere intimidatori. Eravamo seriamente preoccupati per l'incolumità della signora, tanto da aver attivato anche delle vigilanze nei pressi dei luoghi frequentati dalla stessa. Avendo rilevato la mancata spedizione, ma l'inserimento delle stesse a mano nella cassetta delle lettere dell'abitazione, e anche sede dell'associazione, abbiamo deciso di agire con delle telecamere nascoste".
Dalle immagini rilevate le indicazioni sono state quindi chiare. "Chi realizzava e consegnava le lettere agiva con guanti in lattice - ha continuato Fucarino - quindi le prime, toccate poi da varie persone, la presidentessa, l'avvocato, e i nostri uomini al momento delle denunce, erano impossibili da valutare. Quindi abbiamo deciso di chiedere alla signora di chiamarci non appena avesse visto lettere sospette. Non rilevando nessuna impronte sulle ultime, abbiamo deciso di agire attraverso le riprese della zona, che ci hanno portato ad un inequivocabile soluzione".
Le indagini sono state curate dal Sostituto commissario, Santoro, che ha lavorato attentamente al caso con la sua squadra, con tutte le difficoltà del caso, essendo la stessa vittima a realizzare sia le missive che le denunce, con tutte le variabili che ogni volta si inserivano nelle stesse indagini, e i tentativi di sviarle, tra l'altro in un periodo di tempo breve, l'arco di tre mesi dalla prima lettera minatoria ad oggi.
Il probabile movente del caso riguarda l'attenzione mediatica che la Fontana voleva richiamare su se stessa. "Già dall'inaugurazione dell'associazione i clamori erano tanti. Personaggi invitati del calibro del vice Ministro all'Interno e tante altre azioni di ampio respiro mediatico. Dunque, l'approdo a questa vicenda, sicuramente spiacevole e che ha causato non pochi problemi al nostro lavoro, nonché ampio dispendio di tempo e risorse economiche per le varie azioni messe in campo".
Infine, un appello alle altre associazioni. "Per tutte le associazioni che lavorano seriamente e quotidianamente - ha concluso il dirigente della Mobile, Nicola Fucarino - vorrei sottolineare che lo Stato affianca e aiuta chiunque decida di buttarsi in questa encomiabile attività. Non servono questi gesti o questo tipo di attività per ottenere maggiore rilevanza mediatica. Millantare episodi incresciosi di questo tipo genera solamente problemi di Polizia giudiziaria, sminuendo il lavoro di chi, invece, lotta tutti i giorni sul campo".