
Politica
Consiglio comunale, Matera a favore del referendum abrogativo sulle trivelle
L’assise vota a maggioranza ma riemergono vecchie scintille
Matera - martedì 1 dicembre 2015
8.59
Le antiche diatribe politiche si ripresentano e non mancano di riaccendere gli animi dei consiglieri comunali. E' quanto accaduto nel corso dell'ultimo consiglio prevalentemente dai toni pacati, ma a tratti pungente nei botta e risposta tra maggioranza e minoranza.
In particolare l'argomento che ha infiammato il consiglio è stato l'ordine del giorno, a firma del consigliere comunale Pd e presidente dell'Anci, Salvatore Adduce, in merito alla condivisione della scelta dei consigli regionali - di cui è capofila la Regione Basilicata - di proporre il referendum per l'abrogazione di alcune parti dell'articolo 38 della legge numero 133/2014 (Sblocca Italia) e di alcune norme ad esso correlate, e dell'articolo 35 della legge numero 134/2012 (Decreto Sviluppo). Nella pratica il documento regionale propone di cancellare alcune norme che depotenziano il ruolo delle Regioni e degli enti locali riguardo l'approvazione del piano delle aree per le attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi, così di fatto frenando l'iter per concedere i permessi.
Due i motivi per condividere la proposta, secondo Adduce: "porre fine alla richiesta martellante di interventi, verifiche, ispezioni e prospezioni riguardanti il sottosuolo" e "evitare di rompere il criterio della leale collaborazione tra Stato e Regione, espropriando il territorio delle proprie competenze".
Ma a distanza di circa un anno alcuni consiglieri comunali, Antonio Materdomini, del Movimento 5 Stelle, Paolo Manicone e Angelo Cotugno, consiglieri di maggioranza, hanno ricordato la bocciatura clamorosa dell'assise consiliare a maggioranza adduciana, relativamente all'eventuale impugnazione della Regione per incostituzionalità dell'articolo 38. "Abbiamo perso un anno di tempo– ha affermato polemicamente il trio-. Potevamo sin da allora eccepire un nostro dissenso verso quel modello cercando di guardare a una nuova diversificazione delle fonti energetiche. Ma non è stato così". L'ex sindaco si è poi difeso strenuamente: "Ricordo che il consiglio votò anche un'altra mozione, nella quale chiedemmo con forza il dialogo tra Regione e Stato". E poi ha aggiunto laconicamente: "Avevo piena fiducia nell'autorevolezza del presidente della Regione, però non è bastato. Dovevano essere spese energie diverse".
Invece il consigliere forzista, Augusto Toto, ha denunciato le vicissitudini contraddittorie all'interno del Partito democratico regionale: "Lacorazza e Berlinguer – presidente del consiglio regionale e assessore all'ambiente della Basilicata - negli ultimi mesi stanno gareggiando per chi riceve più consensi nei consigli comunali. Il primo promuove il referendum in questione, mentre il secondo propone l'istituzione di una zona franca a fiscalità differenziata. Mi sento preso in giro". Mentre il giovane consigliere di maggioranza, Gaspare L'Episcopia, si è smarcato dalla contesa con il suo astensionismo dovuto al "dissenso nei confronti di una politica che ha smembrato a livello ambientale il nostro territorio. E' un raggiro! Basta, abbiamo già dato".
Da ultimo il sindaco ha provato a riportare nei ranghi la situazione: "Il consiglio comunale, aldilà delle spigolature passate, deve aderire fermamente all'ordine del giorno". Ed ha aggiunto assertivo: "Con questa condivisione ci riprendiamo il diritto di cittadinanza e democrazia. Così siamo nelle condizioni di mobilitare la comunità alla partecipazione". Il messaggio è forte e chiaro: "Accogliamo - ha affermato De Ruggieri – una battaglia di sostenibilità e conservazione ambientale. Come possiamo essere continuamente ostaggi del petrolio, quando repentinamente avanza l'energia pulita?".
Alla fine l'assemblea consiliare ha approvato, non con poche polemiche, il deliberato a maggioranza semplice. Compreso l'astensione di L'Episcopia e il voto contrario di Toto.
I lavori del consiglio sono poi proseguiti con l'interrogazione di Pasquale Lionetti, di Alleanza per l'Italia, sul regolamento urbanistico. Il tema, già lungamente dibattuto, ha ripresentato le stesse sollecitazioni giunte nella scorsa settimana dal consigliere democratico, Giovanni Scarola. In breve, la pianificazione urbanistica tarda ad arrivare sui banchi del consiglio, anche in considerazione della diffida da parte della Regione. E su questo punto Cangelli ha tenuto a ribadire che "il termine fissato dalla Regione non riguarda l'adozione del regolamento urbanistico, ma l'indizione e/o conclusione della conferenza di pianificazione che, nel caso di Matera, si è conclusa nel marzo 2015. Tecnicamente, dunque, rispetto all'oggetto specifico della diffida il Comune può considerarsi sin d'ora adempiente, essendosi conclusa, come noto, la conferenza di pianificazione nel marzo 2015. Tale diffida non sarebbe, quindi, giuridicamente idonea a far scattare, allo spirare del termine, i poteri sostitutivi di cui all'art. 46 della LR n. 23/1999". Tra l'altro lo strumento potrà essere votato dall'assise consiliare "il prima possibile", solo dopo l'inserimento degli "obiettivi di Matera Capitale europea della Cultura" e "le nuove strategie del governo cittadino, non stravolgendo l'impianto normativo".
L'assise ha poi approvato all'unanimità sia la variazione al bilancio di previsione 2015 in termini di competenza e di cassa, che il bilancio di consolidamento dell'anno 2014 del Comune di Matera. Successivamente i consiglieri comunali Bianco (Matera Si Muove) e Materdomini (Movimento 5 Stelle) sono stati nominati componenti della 'Commissione di Valutazione' del Regolamento delle modalità procedurali per petizioni e proposte di delibera approvato con atto di consiglio comunale numero 15/2013.
In particolare l'argomento che ha infiammato il consiglio è stato l'ordine del giorno, a firma del consigliere comunale Pd e presidente dell'Anci, Salvatore Adduce, in merito alla condivisione della scelta dei consigli regionali - di cui è capofila la Regione Basilicata - di proporre il referendum per l'abrogazione di alcune parti dell'articolo 38 della legge numero 133/2014 (Sblocca Italia) e di alcune norme ad esso correlate, e dell'articolo 35 della legge numero 134/2012 (Decreto Sviluppo). Nella pratica il documento regionale propone di cancellare alcune norme che depotenziano il ruolo delle Regioni e degli enti locali riguardo l'approvazione del piano delle aree per le attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi, così di fatto frenando l'iter per concedere i permessi.
Due i motivi per condividere la proposta, secondo Adduce: "porre fine alla richiesta martellante di interventi, verifiche, ispezioni e prospezioni riguardanti il sottosuolo" e "evitare di rompere il criterio della leale collaborazione tra Stato e Regione, espropriando il territorio delle proprie competenze".
Ma a distanza di circa un anno alcuni consiglieri comunali, Antonio Materdomini, del Movimento 5 Stelle, Paolo Manicone e Angelo Cotugno, consiglieri di maggioranza, hanno ricordato la bocciatura clamorosa dell'assise consiliare a maggioranza adduciana, relativamente all'eventuale impugnazione della Regione per incostituzionalità dell'articolo 38. "Abbiamo perso un anno di tempo– ha affermato polemicamente il trio-. Potevamo sin da allora eccepire un nostro dissenso verso quel modello cercando di guardare a una nuova diversificazione delle fonti energetiche. Ma non è stato così". L'ex sindaco si è poi difeso strenuamente: "Ricordo che il consiglio votò anche un'altra mozione, nella quale chiedemmo con forza il dialogo tra Regione e Stato". E poi ha aggiunto laconicamente: "Avevo piena fiducia nell'autorevolezza del presidente della Regione, però non è bastato. Dovevano essere spese energie diverse".
Invece il consigliere forzista, Augusto Toto, ha denunciato le vicissitudini contraddittorie all'interno del Partito democratico regionale: "Lacorazza e Berlinguer – presidente del consiglio regionale e assessore all'ambiente della Basilicata - negli ultimi mesi stanno gareggiando per chi riceve più consensi nei consigli comunali. Il primo promuove il referendum in questione, mentre il secondo propone l'istituzione di una zona franca a fiscalità differenziata. Mi sento preso in giro". Mentre il giovane consigliere di maggioranza, Gaspare L'Episcopia, si è smarcato dalla contesa con il suo astensionismo dovuto al "dissenso nei confronti di una politica che ha smembrato a livello ambientale il nostro territorio. E' un raggiro! Basta, abbiamo già dato".
Da ultimo il sindaco ha provato a riportare nei ranghi la situazione: "Il consiglio comunale, aldilà delle spigolature passate, deve aderire fermamente all'ordine del giorno". Ed ha aggiunto assertivo: "Con questa condivisione ci riprendiamo il diritto di cittadinanza e democrazia. Così siamo nelle condizioni di mobilitare la comunità alla partecipazione". Il messaggio è forte e chiaro: "Accogliamo - ha affermato De Ruggieri – una battaglia di sostenibilità e conservazione ambientale. Come possiamo essere continuamente ostaggi del petrolio, quando repentinamente avanza l'energia pulita?".
Alla fine l'assemblea consiliare ha approvato, non con poche polemiche, il deliberato a maggioranza semplice. Compreso l'astensione di L'Episcopia e il voto contrario di Toto.
I lavori del consiglio sono poi proseguiti con l'interrogazione di Pasquale Lionetti, di Alleanza per l'Italia, sul regolamento urbanistico. Il tema, già lungamente dibattuto, ha ripresentato le stesse sollecitazioni giunte nella scorsa settimana dal consigliere democratico, Giovanni Scarola. In breve, la pianificazione urbanistica tarda ad arrivare sui banchi del consiglio, anche in considerazione della diffida da parte della Regione. E su questo punto Cangelli ha tenuto a ribadire che "il termine fissato dalla Regione non riguarda l'adozione del regolamento urbanistico, ma l'indizione e/o conclusione della conferenza di pianificazione che, nel caso di Matera, si è conclusa nel marzo 2015. Tecnicamente, dunque, rispetto all'oggetto specifico della diffida il Comune può considerarsi sin d'ora adempiente, essendosi conclusa, come noto, la conferenza di pianificazione nel marzo 2015. Tale diffida non sarebbe, quindi, giuridicamente idonea a far scattare, allo spirare del termine, i poteri sostitutivi di cui all'art. 46 della LR n. 23/1999". Tra l'altro lo strumento potrà essere votato dall'assise consiliare "il prima possibile", solo dopo l'inserimento degli "obiettivi di Matera Capitale europea della Cultura" e "le nuove strategie del governo cittadino, non stravolgendo l'impianto normativo".
L'assise ha poi approvato all'unanimità sia la variazione al bilancio di previsione 2015 in termini di competenza e di cassa, che il bilancio di consolidamento dell'anno 2014 del Comune di Matera. Successivamente i consiglieri comunali Bianco (Matera Si Muove) e Materdomini (Movimento 5 Stelle) sono stati nominati componenti della 'Commissione di Valutazione' del Regolamento delle modalità procedurali per petizioni e proposte di delibera approvato con atto di consiglio comunale numero 15/2013.