Territorio
Confapi: grido d’allarme delle aziende del mobile imbottito
Le imprese lamentano impossibilità ad evadere gli ordini per mancanza di materie prime
Matera - martedì 2 marzo 2021
09.00 Comunicato Stampa
"Abbiamo tanti ordini da evadere fino a maggio ma non potremo farlo a causa della mancanza delle materie prime". Questo è il grido d'allarme delle imprese del distretto del mobile imbottito del Materano, preoccupate dalla carenza dei polimeri e del legno; un problema internazionale che rischia di mettere in ginocchio un settore che in provincia di Matera vive un periodo estremamente positivo".
Questo l'inizio del comunicato della Confapi di Matera preoccupata della situazione del comparto del mobile imbottito. La nota poi prosegue:
"Confapi Matera ha segnalato alla Confederazione nazionale e alle Categorie Unionchimica e Unital la situazione di estrema gravità in cui versa il comparto del mobile imbottito del distretto materano a causa dalla carenza di materie prime. In particolare, la scarsità riguarda soprattutto i polimeri e il TDI che, prodotti da pochissime aziende nel mondo, dallo scorso mese di settembre stanno scarseggiando sui mercati, impedendo alle imprese trasformatrici di produrre il poliuretano espanso, cioè l'imbottitura per i divani.
Inoltre, a quella dei polimeri di recente si è aggiunta la mancanza del legno, materia prima per produrre i fusti per i salotti. Nello specifico, la pandemia sta limitando notevolmente la produzione dei pannelli che avviene per lo più in Brasile.
Questa situazione, che ovviamente riguarda l'intero Paese – ha dichiarato il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo -, sta creando notevoli difficoltà a tutte le imprese lucane del distretto del mobile imbottito, che oggi stanno attraversando un periodo positivo grazie a una crescita imponente degli ordini internazionali.
L'indisponibilità delle materie prime, infatti – polimeri e legno – impedisce ai produttori di salotti di evadere le commesse nei tempi contrattuali, mettendo a rischio anche il futuro di alcune migliaia di lavoratori.
Se non saranno posti rimedi urgenti a questa situazione, entro poche settimane molte di queste aziende potrebbero chiudere per l'impossibilità di lavorare, pur avendo tanti ordini. Un paradosso che è doveroso evitare.
La questione sollevata, infine, è ulteriormente complicata dalla difficoltà di reperire navi e container per i trasporti, se non previa prenotazione con anticipo di diverse settimane, con il risultato di allungare oltre misura i tempi di consegna.
Il tutto è ulteriormente aggravato dall'aumento delle citate materie prime di oltre il 40% e dal prezzo del trasporto per nave schizzato alle stelle".
Questo l'inizio del comunicato della Confapi di Matera preoccupata della situazione del comparto del mobile imbottito. La nota poi prosegue:
"Confapi Matera ha segnalato alla Confederazione nazionale e alle Categorie Unionchimica e Unital la situazione di estrema gravità in cui versa il comparto del mobile imbottito del distretto materano a causa dalla carenza di materie prime. In particolare, la scarsità riguarda soprattutto i polimeri e il TDI che, prodotti da pochissime aziende nel mondo, dallo scorso mese di settembre stanno scarseggiando sui mercati, impedendo alle imprese trasformatrici di produrre il poliuretano espanso, cioè l'imbottitura per i divani.
Inoltre, a quella dei polimeri di recente si è aggiunta la mancanza del legno, materia prima per produrre i fusti per i salotti. Nello specifico, la pandemia sta limitando notevolmente la produzione dei pannelli che avviene per lo più in Brasile.
Questa situazione, che ovviamente riguarda l'intero Paese – ha dichiarato il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo -, sta creando notevoli difficoltà a tutte le imprese lucane del distretto del mobile imbottito, che oggi stanno attraversando un periodo positivo grazie a una crescita imponente degli ordini internazionali.
L'indisponibilità delle materie prime, infatti – polimeri e legno – impedisce ai produttori di salotti di evadere le commesse nei tempi contrattuali, mettendo a rischio anche il futuro di alcune migliaia di lavoratori.
Se non saranno posti rimedi urgenti a questa situazione, entro poche settimane molte di queste aziende potrebbero chiudere per l'impossibilità di lavorare, pur avendo tanti ordini. Un paradosso che è doveroso evitare.
La questione sollevata, infine, è ulteriormente complicata dalla difficoltà di reperire navi e container per i trasporti, se non previa prenotazione con anticipo di diverse settimane, con il risultato di allungare oltre misura i tempi di consegna.
Il tutto è ulteriormente aggravato dall'aumento delle citate materie prime di oltre il 40% e dal prezzo del trasporto per nave schizzato alle stelle".