Politica
Che fare dell’ex Mulino Padula?
A chiederselo è il movimento politico Matera Civica
Matera - martedì 6 aprile 2021
12.00 Comunicato Stampa
Il movimento Matera civica interviene sulla questione relativa al futuro dell'area dell'ex pastificio Padula. Pone dei quesiti e delle proposte all'amministrazione comunale. Di seguito la nota di Matera civica.
Comunicato Matera civica
Non è vero che è meglio non decidere, anzi, il compito della politica è la decisione, esercizio costante in equilibrio tra costi e benefici. Per l'area dell'ex pastificio Padula (Barilla è arrivata molto tempo dopo) non c'è stata nessuna decisione. Bocce ferme, nonostante il lungo periodo di gestazione, 14 anni, che ha partorito un modesto regolamento urbanistico, piegato a un ulteriore consumo di verde nel perimetro urbano. Mentre lo standard di verde territoriale è precipitato a meno di 5 metri quadrati a testa, con tanti saluti ai 18 metri di stagioni meno infelici
Hanno deciso invece Regione e Comune di Potenza per l'ex area industriale Cip Zoo. Lo dice chiaramente l'elenco del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nella parte indicata come "Missione 2", è scritto che all'Ufficio Provveditorato della Regione saranno affidati 43 milioni di euro. Il Comune di Potenza ha quindi espresso la volontà di realizzare lì il nuovo stadio cittadino.
Senza scomodare inutili regressioni campanilistiche, non è possibile inserire nell'elenco anche la riconversione dell'area industriale dell'ex mulino Padula? La spesa sarebbe molto più bassa. Risulta infatti, salvo ripensamenti o altro, che l'ex pastificio dovrebbe andare all'asta con una base di partenza di 16 milioni di lire. Tutto lascia presumere che le prime due chiamate potrebbero andare deserte. Significa che il costo di partenza dell'area, circa 42 mila metri quadrati in una zona strategica della città, finirà per abbassarsi notevolmente, quasi della metà.
A quel punto, potrebbe diventare appetibile anche per i privati che conoscono a memoria i meccanismi del Piano casa e, così, un nobile luogo delle radici di Matera potrebbe correre lo stesso rischio di altre zone finite sotto anonime colate di cemento. In alternativa, inserendo la stessa area nel PNRR, si potrebbe dare la possibilità al pubblico di acquisire l'ex pastificio e, quindi, agire con le mani libere, decidendo quello che a molti è già chiaro. È necessario alimentare il coraggio delle idee, maturare una visione e perseguire l'obiettivo concreto, finalmente partecipato, di un bene che sia non divisivo.
Le tre linee generali da perseguire, il movimento politico Matera Civica le ha già esposte in Consiglio comunale. Ritagliare uno spazio interno da dedicare alle radici. La memoria di un luogo in cui nel 1963 si producevano 1.200 quintali di pasta al giorno con picchi record di esportazioni in tutto il mondo e, controtendenza rispetto ai flussi di merci provenienti dall'altra parte dell'Oceano, finanche sulle tavole degli statunitensi. La storia della città dei mulini, di uno tra i più grandi poli pastai d'Europa tra Ottocento e Novecento, non va dispersa. È patrimonio di quei processi tesi a far crescere quote di autostima, proiettate nel futuro e decisamente a sostegno di momenti civici positivi, di crescita virtuosa della comunità.
L'ex pastificio, con la sua considerevole mole, incombe sul quartiere Piccianello. Ne delimita un'ampia porzione e ha pesato notevolmente sulla qualità della vita dei residenti e sull'ambiente circostante. Le impattanti volumetrie compromettono da lontano lo skyline materano, specialmente se lo sguardo avviene dall'esterno. Adesso, è giunta l'ora di risarcire i nostri concittadini con un piano di riqualificazione urbana di qualità, estesa ai vari episodi che compongono la vicenda urbanistica di Piccianello e dintorni, innervandolo di quei servizi che non ha mai avuto.
Altro momento di grande volontà di cambiamento riguarda la parte finale dell'area, quella che guarda l'altopiano murgico. L'ex pastificio sorge su una solida zona calcarenitica e degrada lentamente lungo il paesaggio mozzafiato della cave di tufo, vecchie e nuove. Pensare a una delle porte di accesso al Parco della Murgia non è un azzardo, tanto più che l'area mercatale di via Marconi è dotata di ascensori – mai entrati in funzione – che portano alla sottostante banchina ferroviaria delle Fal. Dal Centro al sistema delle suggestive cave di tufo, quindi, è solo questione di una manciata di minuti.
In conclusione, il movimento politico Matera Civica, a differenza del sindaco, ritiene che a volte non è normale non decidere, è giusto ed opportuno, invece, il contrario. Meglio decidere bene, per la comunità dei materani e del suo futuro, che ci appartiene, non meno del suo intenso passato.
Comunicato Matera civica
Non è vero che è meglio non decidere, anzi, il compito della politica è la decisione, esercizio costante in equilibrio tra costi e benefici. Per l'area dell'ex pastificio Padula (Barilla è arrivata molto tempo dopo) non c'è stata nessuna decisione. Bocce ferme, nonostante il lungo periodo di gestazione, 14 anni, che ha partorito un modesto regolamento urbanistico, piegato a un ulteriore consumo di verde nel perimetro urbano. Mentre lo standard di verde territoriale è precipitato a meno di 5 metri quadrati a testa, con tanti saluti ai 18 metri di stagioni meno infelici
Hanno deciso invece Regione e Comune di Potenza per l'ex area industriale Cip Zoo. Lo dice chiaramente l'elenco del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nella parte indicata come "Missione 2", è scritto che all'Ufficio Provveditorato della Regione saranno affidati 43 milioni di euro. Il Comune di Potenza ha quindi espresso la volontà di realizzare lì il nuovo stadio cittadino.
Senza scomodare inutili regressioni campanilistiche, non è possibile inserire nell'elenco anche la riconversione dell'area industriale dell'ex mulino Padula? La spesa sarebbe molto più bassa. Risulta infatti, salvo ripensamenti o altro, che l'ex pastificio dovrebbe andare all'asta con una base di partenza di 16 milioni di lire. Tutto lascia presumere che le prime due chiamate potrebbero andare deserte. Significa che il costo di partenza dell'area, circa 42 mila metri quadrati in una zona strategica della città, finirà per abbassarsi notevolmente, quasi della metà.
A quel punto, potrebbe diventare appetibile anche per i privati che conoscono a memoria i meccanismi del Piano casa e, così, un nobile luogo delle radici di Matera potrebbe correre lo stesso rischio di altre zone finite sotto anonime colate di cemento. In alternativa, inserendo la stessa area nel PNRR, si potrebbe dare la possibilità al pubblico di acquisire l'ex pastificio e, quindi, agire con le mani libere, decidendo quello che a molti è già chiaro. È necessario alimentare il coraggio delle idee, maturare una visione e perseguire l'obiettivo concreto, finalmente partecipato, di un bene che sia non divisivo.
Le tre linee generali da perseguire, il movimento politico Matera Civica le ha già esposte in Consiglio comunale. Ritagliare uno spazio interno da dedicare alle radici. La memoria di un luogo in cui nel 1963 si producevano 1.200 quintali di pasta al giorno con picchi record di esportazioni in tutto il mondo e, controtendenza rispetto ai flussi di merci provenienti dall'altra parte dell'Oceano, finanche sulle tavole degli statunitensi. La storia della città dei mulini, di uno tra i più grandi poli pastai d'Europa tra Ottocento e Novecento, non va dispersa. È patrimonio di quei processi tesi a far crescere quote di autostima, proiettate nel futuro e decisamente a sostegno di momenti civici positivi, di crescita virtuosa della comunità.
L'ex pastificio, con la sua considerevole mole, incombe sul quartiere Piccianello. Ne delimita un'ampia porzione e ha pesato notevolmente sulla qualità della vita dei residenti e sull'ambiente circostante. Le impattanti volumetrie compromettono da lontano lo skyline materano, specialmente se lo sguardo avviene dall'esterno. Adesso, è giunta l'ora di risarcire i nostri concittadini con un piano di riqualificazione urbana di qualità, estesa ai vari episodi che compongono la vicenda urbanistica di Piccianello e dintorni, innervandolo di quei servizi che non ha mai avuto.
Altro momento di grande volontà di cambiamento riguarda la parte finale dell'area, quella che guarda l'altopiano murgico. L'ex pastificio sorge su una solida zona calcarenitica e degrada lentamente lungo il paesaggio mozzafiato della cave di tufo, vecchie e nuove. Pensare a una delle porte di accesso al Parco della Murgia non è un azzardo, tanto più che l'area mercatale di via Marconi è dotata di ascensori – mai entrati in funzione – che portano alla sottostante banchina ferroviaria delle Fal. Dal Centro al sistema delle suggestive cave di tufo, quindi, è solo questione di una manciata di minuti.
In conclusione, il movimento politico Matera Civica, a differenza del sindaco, ritiene che a volte non è normale non decidere, è giusto ed opportuno, invece, il contrario. Meglio decidere bene, per la comunità dei materani e del suo futuro, che ci appartiene, non meno del suo intenso passato.