
Vita di città
Case popolari nei Sassi, 20 anni di lavori in corso
Progettazione strutturale affidata all'ingegner Giuseppe Tromba
Matera - mercoledì 25 febbraio 2015
9.11
Era nato con l'intento di rivitalizzare i Sassi il progetto dei 72 alloggi popolari negli antichi rioni. Un programma legato alla legge 179 del 1992. Un'intricata questione di cui solo i più attempati possono avere memoria e che in questi giorni, a dispetto di ogni speranza ormai persa, fa un altro passettino in avanti con l'approvazione di una determina che affida l'incarico di progettazione strutturale all'ingegner Giuseppe Tromba.
L'avvio del lodevole progetto di edilizia residenziale pubblica nei rioni Sassi si perde nella notte dei tempi. Risale al 1995, ormai venti anni fa, la delibera regionale che approvava il più ampio Programma pluriennale 1992/1995 che destinava al Comune di Matera circa 18 milioni delle vecchie lire per il recupero di immobili esistenti da destinare, appunto, alle residenzialità. Fondi da utilizzare per otto comparti, presto diventati sette, tra il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso, così come definito dal Programma preliminare, più volte modificato e riapprovato nel corso degli anni fino a giungere al 13 Novembre 2002, data di approvazione del progetto esecutivo. In questa data l'Amministrazione comunale finalmente stabiliva la realizzazione dei 72 alloggi da adibire a edilizia residenziale pubblica per il recupero del patrimonio esistente nei rioni Sassi con un importo pari a 9.168.000 euro. Unica avvertenza: integrare l'iniziativa a carattere residenziale con le attività di servizio, commerciali ed artigianali, finalizzate alla diversificazione delle funzioni necessarie per la rivitalizzazione degli antichi rioni.
Bisogna, dunque, attendere il 2005 per l'affidamento dei lavori al consorzio di Napoli "Novus Spa" con un importo iniziale di 4 milioni e 749 mila euro, cui sono stati successivamente aggiunti 822.000 euro una volta constata la complessità degli interventi necessari: dalla ripulitura di rifiuti di ogni genere alla messa in sicurezza di luoghi abbandonati al degrado per decenni. Ma l'Odissea non finisce qui, la giunta comunale, infatti, nel Luglio del 2011 deliberava una modifica al programma iniziale sulla base delle problematiche emerse durante i lavori. Si riduce la superficie utile destinabile ad alloggi, da 5.351 a 3.200 mq, consentendo la realizzazione di sole 40 case a fronte delle 72 previste, e si aumenta da 4.956 a 7.400 mq la superficie da utilizzare per attività di servizio di quartiere.
Si giunge così al 2015 con il cantiere aperto e i lavori ancora in corso. La nuova puntata di quella che è ormai diventata una telenovelas infinita è rappresentata dall'affidamento dell'incarico di progettazione strutturale ad un professionista esterno all'Amministrazione, data la delicatezza degli interventi, ingegner Giuseppe Tromba. L'ingegner Tromba, selezionato dal Responsabile Unico di Progetto, l'architetto Nunzio Paolicelli, sulla base dell'esame dei curricula presenti nella long list del Comune, dovrà occuparsi, oltre che della relazione geotecnica e della verifica sismica degli edifici esistenti, di una progettazione esecutiva degli interventi strutturali e della redazione del piano di manutenzione. Il tutto per un compenso pari a 28.717 euro riveniente dalle casse comunali.
Non resta che attendere la prossima puntata di una storia tormentata e dall'andamento troppo lento, degno delle migliori sceneggiature di serie B.
L'avvio del lodevole progetto di edilizia residenziale pubblica nei rioni Sassi si perde nella notte dei tempi. Risale al 1995, ormai venti anni fa, la delibera regionale che approvava il più ampio Programma pluriennale 1992/1995 che destinava al Comune di Matera circa 18 milioni delle vecchie lire per il recupero di immobili esistenti da destinare, appunto, alle residenzialità. Fondi da utilizzare per otto comparti, presto diventati sette, tra il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso, così come definito dal Programma preliminare, più volte modificato e riapprovato nel corso degli anni fino a giungere al 13 Novembre 2002, data di approvazione del progetto esecutivo. In questa data l'Amministrazione comunale finalmente stabiliva la realizzazione dei 72 alloggi da adibire a edilizia residenziale pubblica per il recupero del patrimonio esistente nei rioni Sassi con un importo pari a 9.168.000 euro. Unica avvertenza: integrare l'iniziativa a carattere residenziale con le attività di servizio, commerciali ed artigianali, finalizzate alla diversificazione delle funzioni necessarie per la rivitalizzazione degli antichi rioni.
Bisogna, dunque, attendere il 2005 per l'affidamento dei lavori al consorzio di Napoli "Novus Spa" con un importo iniziale di 4 milioni e 749 mila euro, cui sono stati successivamente aggiunti 822.000 euro una volta constata la complessità degli interventi necessari: dalla ripulitura di rifiuti di ogni genere alla messa in sicurezza di luoghi abbandonati al degrado per decenni. Ma l'Odissea non finisce qui, la giunta comunale, infatti, nel Luglio del 2011 deliberava una modifica al programma iniziale sulla base delle problematiche emerse durante i lavori. Si riduce la superficie utile destinabile ad alloggi, da 5.351 a 3.200 mq, consentendo la realizzazione di sole 40 case a fronte delle 72 previste, e si aumenta da 4.956 a 7.400 mq la superficie da utilizzare per attività di servizio di quartiere.
Si giunge così al 2015 con il cantiere aperto e i lavori ancora in corso. La nuova puntata di quella che è ormai diventata una telenovelas infinita è rappresentata dall'affidamento dell'incarico di progettazione strutturale ad un professionista esterno all'Amministrazione, data la delicatezza degli interventi, ingegner Giuseppe Tromba. L'ingegner Tromba, selezionato dal Responsabile Unico di Progetto, l'architetto Nunzio Paolicelli, sulla base dell'esame dei curricula presenti nella long list del Comune, dovrà occuparsi, oltre che della relazione geotecnica e della verifica sismica degli edifici esistenti, di una progettazione esecutiva degli interventi strutturali e della redazione del piano di manutenzione. Il tutto per un compenso pari a 28.717 euro riveniente dalle casse comunali.
Non resta che attendere la prossima puntata di una storia tormentata e dall'andamento troppo lento, degno delle migliori sceneggiature di serie B.