Vita di città
Campus universitario, i sindacati sulle barricate
Pantone: “Dal 2010 lavori non sono ancora al 50%. Operai in difficoltà, si aspetta il nuovo contratto”.
Matera - lunedì 11 maggio 2015
8.42
La vicenda intricata del campus universitario sembra non aver fine. Un'opera pubblica, strategica per la città di Matera, Capitale europea della cultura per il 2019, che non vede la luce da ormai 5 anni per intoppi burocratici e progettuali. Stesso copione della vertenza Bradanica: opere pubbliche infinite, difficoltà nella progettazione, incertezza dei tempi e della risoluzione dei contenziosi.
Da una settimana continua il presidio, vicino il cancello del cantiere, dei sindacati e di 14 operai licenziati dalla ditta Gife, ormai una delle ex imprese esecutrici dell'opera, per difficoltà economiche. Il sindacato chiede la ripresa immediata dei lavori e di reintegrare i 14 lavoratori nelle altre imprese esecutrici del progetto.
A spiegare le problematiche attorno al caso campus universitario, il segretario della Filca Cisl, Franco Pantone: "Per noi il cantiere è fermo e i lavori, partiti nel 2010, non sono ancora al 50%. Il contratto è scaduto il 6 febbraio 2015. Adesso attendiamo il nuovo contratto con il reintegro dei 14 lavoratori. L'ok è stato dato dal consiglio di amministrazione dell'Unibas, ora si aspetta la verifica dell'avvocatura di stato sull'implementazione di un'ennesima variante all'interno del progetto".
Circa un mese fa, l'incontro con gli enti coinvolti, Regione, Unibas, il titolare d'appalto Consorzio Valori, e l'attuale impresa siciliana esecutrice, Simeto. "C'è stato l'impegno da parte - afferma il segretario Filca Cisl - di tutte le parti a garantire il completamento dell'opera e l'aumento dei livelli occupazionali. Tra l'altro ci si era ripromessi che nel caso di eventuali esuberi da parte di Gife, gli operai dovevano essere reintegrati in solidarietà nelle imprese operanti. Ma niente di fatto".
Pantone poi prosegue sulla cronistoria della vicenda: "Gife ha rescisso il contratto e i 14 lavoratori ora sono a braccia conserte; promesse disattese come al solito". Mentre i lavoratori delle altre imprese, Tedra e Simeto - che il Consorzio Valori ha chiamato a se per continuare nella realizzazione dei lavori - operano illegalmente: "Ci sono lavoratori che entrano nel cantiere fuori norma ed eseguono i lavori. Una situazione illegale, perché nel cantiere non può entrare nessuno dato che il contratto è scaduto il 6 febbraio. Ed anche se il consiglio d'amministrazione Unibas ha dato il via alla proroga, l'ok non è stato dato dall'avvocatura dello stato". Inoltre, circa 10 giorni fa "un lavoratore ha rischiato un infortunio mortale, sempre in un contesto irregolare".
Ma i problemi sono a monte e riguardano in primis la strutturazione del progetto, come denuncia il sindacalista Cosimo Paolicelli di Feneal Uil: "I motivi per il quale il cantiere è fermo sono: la farraginosità delle procedure, la logica del massimo ribasso nei contratti che porta ad una contrazione della disponibilità finanziaria, le inesistenti verifiche ispettive e il non rispetto del crono programma dei lavori". Pertanto, conclude Paolicelli, "chiediamo per l'infinitesima volta un tavolo istituzionale per sbloccare la vicenda, così come per la Bradanica. Vicende davvero estenuanti per la città di Matera e i lavoratori del cantiere".
Da una settimana continua il presidio, vicino il cancello del cantiere, dei sindacati e di 14 operai licenziati dalla ditta Gife, ormai una delle ex imprese esecutrici dell'opera, per difficoltà economiche. Il sindacato chiede la ripresa immediata dei lavori e di reintegrare i 14 lavoratori nelle altre imprese esecutrici del progetto.
A spiegare le problematiche attorno al caso campus universitario, il segretario della Filca Cisl, Franco Pantone: "Per noi il cantiere è fermo e i lavori, partiti nel 2010, non sono ancora al 50%. Il contratto è scaduto il 6 febbraio 2015. Adesso attendiamo il nuovo contratto con il reintegro dei 14 lavoratori. L'ok è stato dato dal consiglio di amministrazione dell'Unibas, ora si aspetta la verifica dell'avvocatura di stato sull'implementazione di un'ennesima variante all'interno del progetto".
Circa un mese fa, l'incontro con gli enti coinvolti, Regione, Unibas, il titolare d'appalto Consorzio Valori, e l'attuale impresa siciliana esecutrice, Simeto. "C'è stato l'impegno da parte - afferma il segretario Filca Cisl - di tutte le parti a garantire il completamento dell'opera e l'aumento dei livelli occupazionali. Tra l'altro ci si era ripromessi che nel caso di eventuali esuberi da parte di Gife, gli operai dovevano essere reintegrati in solidarietà nelle imprese operanti. Ma niente di fatto".
Pantone poi prosegue sulla cronistoria della vicenda: "Gife ha rescisso il contratto e i 14 lavoratori ora sono a braccia conserte; promesse disattese come al solito". Mentre i lavoratori delle altre imprese, Tedra e Simeto - che il Consorzio Valori ha chiamato a se per continuare nella realizzazione dei lavori - operano illegalmente: "Ci sono lavoratori che entrano nel cantiere fuori norma ed eseguono i lavori. Una situazione illegale, perché nel cantiere non può entrare nessuno dato che il contratto è scaduto il 6 febbraio. Ed anche se il consiglio d'amministrazione Unibas ha dato il via alla proroga, l'ok non è stato dato dall'avvocatura dello stato". Inoltre, circa 10 giorni fa "un lavoratore ha rischiato un infortunio mortale, sempre in un contesto irregolare".
Ma i problemi sono a monte e riguardano in primis la strutturazione del progetto, come denuncia il sindacalista Cosimo Paolicelli di Feneal Uil: "I motivi per il quale il cantiere è fermo sono: la farraginosità delle procedure, la logica del massimo ribasso nei contratti che porta ad una contrazione della disponibilità finanziaria, le inesistenti verifiche ispettive e il non rispetto del crono programma dei lavori". Pertanto, conclude Paolicelli, "chiediamo per l'infinitesima volta un tavolo istituzionale per sbloccare la vicenda, così come per la Bradanica. Vicende davvero estenuanti per la città di Matera e i lavoratori del cantiere".