Esplosione dell'auto di Cifarelli
Esplosione dell'auto di Cifarelli
Cronaca

Bomba a Cifarelli, secondo arresto per Coretti

Accusato della tentata estorsione a un imprenditore

In indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza, è stato arrestato a Matera il 51enne Sergio Coretti, ritenuto responsabile di detenzione e porto di sostanze esplosive e di tentata estorsione, e posto ai domiciliari dalla polizia in esecuzione di una misura cautelare emessa dall'autorità giudiziaria di Potenza. Viene contestata l'aggravante del metodo mafioso.

Coretti era già ai domiciliari per l'attentato a Matera al consigliere regionale del Pd Roberto Cifarelli, avvenuto nella notte del 3 marzo, con l'esplosione di una bomba posizionata sotto l'auto. E' stata ricostruita l'intera vicenda che s'intreccia con una tentata estorsione di 450.000 euro perpetrata ai danni di un imprenditore materano, come finanziamento o investimento nell'attività imprenditoriale di Coretti che era in crisi.

Secondo gli investigatori della Questura di Matera (squadra mobile e Digos), la bomba a Cifarelli fu una forma di intimidazione e ritorsione perché l'uomo politico è ritenuto vicino all'imprenditore che non ha ceduto alla richiesta di soldi nonostante minacce rivolte sia allo stesso sia alla sua famiglia. E' emerso un particolare inquietante dalle indagini.

Secondo gli inquirenti, Coretti aveva proposto a un noto pregiudicato materano, con precedenti anche per associazione mafiosa, di gambizzare l'imprenditore e il suo amico in cambio di 5000 euro ma la proposta venne rifiutata.

Dall'ordinanza cautelare notificata oggi, in questa tipologia di condotte è stata ritenuta è ritenuto sussistente il metodo mafioso ''atteso che - spiega il procuratore distrettuale Francesco Curcio - avvalendosi della riconosciuta forza del vincolo associativo delle organizzazioni di tipo mafioso, l'indagato rafforzava le sue pretese illecite determinando una condizione di assoggettamento nella vittima e nelle persone a lui più vicine, al fine di conseguire l'illecito profitto di 450.000 euro''. Restano ancora ignoti gli esecutori materiali del danneggiamento all'automobile di Cifarelli con l'esplosione dell'ordigno.
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