Territorio
Basilicata, rapporto Confcommercio conferma ritardo infrastrutturale
Il 62% delle imprese lucane lamenta l’accessibilità limitata
Matera - mercoledì 27 maggio 2015
13.39
"Il 62% delle aziende lucane ritiene che il ritardo infrastrutturale penalizzi il sistema locale in modo determinante rispetto al Nord-Est; i livelli di soddisfazione più bassi vengono mediamente espressi dalle imprese più piccole che sono, in genere, quelle più polverizzate sul territorio (in termini di localizzazione) e che, quindi, si trovano, non di rado, a dover operare in aree in cui l'accessibilità è molto limitata". Questo è quanto emerge dall'ultimo rapporto Confcommercio Imprese, intitolato, non a caso, "L'Italia disconnessa".
Come conferma lo studio Unioncamere-Istituto Tagliacarne, le imprese della Basilicata avvertono che i vincoli infrastrutturali locali hanno scavato un gap competitivo profondo ed ampio rispetto alle imprese del nord Italia, specie rispetto a quelle del nord est. In particolare, in merito ad una generale soddisfazione dell'intero assetto infrastrutturale, si sottolinea come le aziende della Basilicata, esprimano valutazioni abbastanza severe: in una scala di valutazione che va da 1 a 10, dove 1 è il livello di soddisfazione minimo, prevalgono i voti bassi (da 1 a 4 nel 36,3% dei casi) rispetto a valori più elevati (da 8 a 10 nel 9%). Nonostante ciò, la maggioranza delle aziende esprime giudizi medi, voti da 5 a 7, a dimostrazione probabilmente che le imprese, entro certi livelli, si sono "adattate" alle caratteristiche delle infrastrutture della loro area di immediata prossimità, imparando a convivere con le caratteristiche positive e negative dell'assetto infrastrutturale.
Le imprese medio-grandi, invece, sono tendenzialmente più ottimiste in quanto si concentrano in prevalenza nelle più importanti aree industriali della regione che sono maggiormente servite, in termini di collegamenti, rispetto alle zone interne e montane. In tale contesto, va però sottolineato come appaia particolarmente critico l'atteggiamento delle imprese più dinamiche (ad esempio quelle export-oriented), che necessitano più delle altre di una logistica atta a consentire una maggior rapidità di movimentazione delle merci per poter essere portate in tempi brevi sui mercati internazionali.
Ma il dato rimane negativo sul gap infrastrutturale. Per intravedere la luce in fondo al tunnel, il presidente della Confocommercio di Potenza, Fausto De Mare, indica la rotta: "Serve una cura drastica che Confcommercio ha declinato in cinque proposte: creazione del Registro internazionale dell'autotrasporto; individuazione dei porti strategici, sviluppo dell'intermodalità dei collegamenti terrestri e potenziamento delle Autostrade del Mare; apertura di notte dell'alta velocità al trasporto merci tramite la realizzazione della 'metropolitana italiana delle merci'; trasporto su ferro dei tir che arrivano via mare nei nostri porti dal Mediterraneo e che trasportano merce destinata all'estero; avvio di una strategia nazionale in favore dell'accessibilità e della mobilità urbana".
Come conferma lo studio Unioncamere-Istituto Tagliacarne, le imprese della Basilicata avvertono che i vincoli infrastrutturali locali hanno scavato un gap competitivo profondo ed ampio rispetto alle imprese del nord Italia, specie rispetto a quelle del nord est. In particolare, in merito ad una generale soddisfazione dell'intero assetto infrastrutturale, si sottolinea come le aziende della Basilicata, esprimano valutazioni abbastanza severe: in una scala di valutazione che va da 1 a 10, dove 1 è il livello di soddisfazione minimo, prevalgono i voti bassi (da 1 a 4 nel 36,3% dei casi) rispetto a valori più elevati (da 8 a 10 nel 9%). Nonostante ciò, la maggioranza delle aziende esprime giudizi medi, voti da 5 a 7, a dimostrazione probabilmente che le imprese, entro certi livelli, si sono "adattate" alle caratteristiche delle infrastrutture della loro area di immediata prossimità, imparando a convivere con le caratteristiche positive e negative dell'assetto infrastrutturale.
Le imprese medio-grandi, invece, sono tendenzialmente più ottimiste in quanto si concentrano in prevalenza nelle più importanti aree industriali della regione che sono maggiormente servite, in termini di collegamenti, rispetto alle zone interne e montane. In tale contesto, va però sottolineato come appaia particolarmente critico l'atteggiamento delle imprese più dinamiche (ad esempio quelle export-oriented), che necessitano più delle altre di una logistica atta a consentire una maggior rapidità di movimentazione delle merci per poter essere portate in tempi brevi sui mercati internazionali.
Ma il dato rimane negativo sul gap infrastrutturale. Per intravedere la luce in fondo al tunnel, il presidente della Confocommercio di Potenza, Fausto De Mare, indica la rotta: "Serve una cura drastica che Confcommercio ha declinato in cinque proposte: creazione del Registro internazionale dell'autotrasporto; individuazione dei porti strategici, sviluppo dell'intermodalità dei collegamenti terrestri e potenziamento delle Autostrade del Mare; apertura di notte dell'alta velocità al trasporto merci tramite la realizzazione della 'metropolitana italiana delle merci'; trasporto su ferro dei tir che arrivano via mare nei nostri porti dal Mediterraneo e che trasportano merce destinata all'estero; avvio di una strategia nazionale in favore dell'accessibilità e della mobilità urbana".