deposito nucleare
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Territorio

Attesa per l'elenco dei siti italiani destinati ad ospitare il deposito nucleare

Preoccupazione nei paesi dell'Alta Murgia

Si conoscerà presto il futuro delle scorie nucleari italiane e soprattutto quale sarà la location destinata ad ospitare i rifiuti radioattivi italiani.

L'annuncio arriva dal ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda secondo cui è tutto pronto perché la carta del deposito nucleare sia presto resa nota insieme alla lista dei siti idonei al futuro deposito.
«La Cnapi, la Carta dei siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito di scorie nucleari, ci sta arrivando – ha detto Calenda a margine di un evento a Roma -. L'Ispra ha fatto delle correzioni e le ha mandate al ministero dell'Ambiente che deve rimandarla a noi. Appena ce la rimanda facciamo il decreto Mise-Ambiente, quindi io conto di farlo tra questa e la prossima settimana».

Una notizia destinata a far discutere se si considera che il governo Gentiloni, in regime di prorogatio per il disbrigo degli affari correnti, vuole approvare entro la prossima settimana il decreto che indica le aree potenzialmente idonee a ospitare rifiuti nucleari.
Il decreto congiunto tra Ambiente e Sviluppo economico relativo alla carta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nucleare di superficie per gli scarti del nucleare italiano passato e dei rifiuti radioattivi prodotti da attività industriali e mediche (nome in codice Cnapi) dovrebbe arrivare "tra questa e la prossima settimana" e comunque "assolutamente" prima di lasciare il ministero, ha affermato Calenda.
Il ministro ha dunque illustrato l'iter della carta e i prossimi passi verso il decreto. "La Cnapi ci sta arrivando. Ha fatto delle correzioni l'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), le ha rimandate al ministero dell'Ambiente. Ieri ho fatto il punto. Ora il ministero dell'Ambiente le deve rimandare a noi e appena ce le rimanda facciamo il decreto congiunto. Quindi io conto di fare il decreto tra questa e la prossima settimana", ha spiegato Calenda.
I lavori del deposito unico nazionale delle scorie nucleari dovrebbero essere avviati nel 2019 e terminare entro il 2025. Il costo complessivo stimato è di circa 1,5 miliardi di euro per la realizzazione di un deposito nazionale unico che potrà ospitare i 90mila metri cubi di rifiuti radioattivi previsti nei prossimi anni.

Al momento in Italia sono una ventina i siti dove è raccolto il materiale radioattivo, in tutto circa di circa 25-30mila metri cubi. Gli stoccaggi più importanti, pari a 7-8mila metri cubi, provengono dalle quattro centrali costruite tra gli anni 50-70. Le centrali di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Borgo Sabotino (Latina) e Garigliano (Caserta) hanno smesso di funzionare nel 1987, dopo che il referendum nucleare ne decretò la chiusura.
Della vicenda si torna a parlare dopo due anni di silenzio e esattamente dall'estate 2015 quando attraverso notizie di stampa, l'alta murgia fu individuata tra le possibili location atte ad ospitare il deposito. Le Regioni di Puglia e Basilicata si sono già duramente espresse contro questa ipotesi. Ora bisognerà capire quali siano le decisioni del Governo nazionale.
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