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Vita di città

Archivio di Stato: per il Comune il “problema è la sede”

Intervento del sindaco nel dibattito che anima la città di Matera in queste ore

L'archivio di Stato è a rischio chiusura. L'allarme lanciato negli ultimi giorni ha innescato un dibattito nel quale anche l'amministrazione comunale ha voluto dire la sua attraverso le dichiarazioni del sindaco di Matera Domenico Bennardi e della vice sindaco Rosa Nicoletti. Di seguito il comunicato stampa del primo cittadino e dell'assessore Nicoletti

"Nella Capitale Europea della Cultura da troppi anni, prima anche del 2019, i presidi culturali più importanti quali la biblioteca provinciale e l'Archivio di Stato di Matera vivono una fase di debolezza e fragilità nel reperimento di risorse e di personale, è un paradosso che ci portiamo avanti da troppo tempo – sostiene il Sindaco Bennardi. Solo ieri discutevamo in piazza e nei tavoli istituzionali di come poter garantire il futuro alla nostra Biblioteca T. Stigliani, medesima difficile fase, come confermato dalle notizie di questi giorni, è attualmente per l'Archivio di Stato di Matera. Proprio a sostegno di quest'ultimo, l'Amministrazione comunale ha siglato un protocollo di intesa datato 2 agosto 2021 e finalizzato all'inserimento professionale di quattro unità all'interno dell'Archivio di Stato, personale previsto nel programma del Reddito Minimo di Inserimento (RMI) in dotazione al Comune di Matera. Un gesto che andava oltre la solidarietà tra istituzioni, con la ferma volontà condivisa di mantenere un presidio pubblico fondamentale per la nostra comunità.

Oggi il problema maggiore per l'Archivio di Stato è legato alla propria sede. L'amministrazione Bennardi ha inteso avviare una serie di dialoghi con altri Enti e Istituzioni affinché non soltanto l'Archivio di Stato venga salvaguardato, ma gli sia dato per la prima volta una sede pubblica, con la assoluta convinzione che una funzione pubblica solo così possa davvero consolidarsi in città, con tutti i benefici che comporta per la sua comunità: da una parte la consuetudine, la frequentazione, la permanenza di una funzione di grande valore storico e culturale, dall'altra i benefici economici legati all'eliminazione di un fitto passivo, che grava dal 1986 sulla spesa pubblica, che è spesa di tutti i cittadini e risulta essere iniqua, in favore di un singolo operatore privato.

L'ambizione è quella di costruire un centro di documentazione polivalente, che vada dall'archivistica alla biblioteconomia, che possa unire tutti gli archivi, da quello di stato a quelli comunali, oltre a quelli più validi privati, una cornice dove tutto parla di cultura, uno spazio aperto e fruibile da studenti, ricercatori, professionisti, non solo un "manipolo ristretto di studiosi".

Questi sono i principi che stanno determinando le scelte, perché questa amministrazione, nella piena attuazione delle Linee programmatiche di mandato, vuole invece riabilitare il patrimonio edilizio pubblico esistente, compiendo su più fronti, tanti sforzi in merito. Rispetto al regolamento urbanistico, tante volte tirato in ballo, – sottolinea anche la Vice-sindaca Assessora Rosa Nicoletti - quello che si è fatto è stato solo prendere atto di una classificazione che definirei distorta, poiché il vecchio piano regolatore definiva l'immobile destinato a standard dal 2007 e mai acquisito al patrimonio pubblico. Che la chiusura dell'Archivio di Stato sia imputabile all'approvazione del regolamento urbanistico è mendace oltre che fuorviante.
La proprietà dell'immobile, dove ha sede l'Archivio di Stato, non ha inteso rinnovare il contratto oltre ad aver avviato una procedura di sfratto, non ancora esecutivo, perché trattasi evidentemente di un ufficio pubblico "essenziale" con un indiscusso interesse pubblico. L'attività dell'Archivio di Stato rimane per l'Amministrazione fondamentale per una città a forte vocazione e culturale dalle profonde radici storiche."
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