Territorio
Acquedotto Lucano, sindaci M5S: lucani con l’acqua alla gola
I sindaci di Matera, Venosa, Pisticci e Ripacandida criticano la gestione
Matera - giovedì 17 giugno 2021
18.43
In una lettera congiunta, i sindaci del Movimento Cinque Stelle di quattro comuni lucani, tra cui il primo cittadino di Matera Domenico Bennardi, unitamente al sindaco di Pisticci, Viviana Verri, a quello di Venosa, Marianna Iovanni e al primo cittadino di Ripacandida, Giuseppe Sarcuno, hanno smentito le voci che li volevano protagonisti di una cordata per candidarsi al ruolo di Amministratore Unico dell'Acquedotto lucano. Piuttosto, - hanno sottolineato in coro i primi cittadini pentastellati- ci appelliamo alla Regione Basilicata perché "questa volta, a cambiare, non siano le tariffe, bensì la gestione ed il modello".
I quattro sindaci denunciano una gestione fallace dell'ente, che da circa vent'anni "è alla ricerca di un equilibrio economico-finanziario, sempre annunciato e mai conseguito". L'amara considerazione espressa dai sindaci del M5S è che purtroppo, nonostante siano cambiate le stagioni della politica, la gestione dell'Acquedotto Lucano sia rimasta immutata, così come immutati sono i risultati. Ciò che, invece, cambiano- lamentano i quattro – sono le tariffe "seppure con differenti metodi di calcolo, dal 2003 ad oggi, il costo dell'acqua ha fatto registrare un aumento costante di anno in anno, addirittura già programmato fino al 2023". Ai sindaci non resta che ratificare le decisioni scellerate che vengono prese altrove, con prese d'atto di aumenti dei costi di gestione.
Anche perché "l'autorità di regolazione (Arera) richiede che i costi siano coperti dalla tariffa (per il cosiddetto "vincolo dei ricavi garantiti"), imponendo ai sindaci di adeguarsi all'aumento richiesto, anche per scongiurare l'applicazione di sanzioni che sarebbero sempre i cittadini a pagare, con la richiesta di nuovi ed ulteriori aumenti tariffari".
Un sistema che non funziona -ribadiscono i quattro amministratori pentastellati, che ritengono quello attuale, "un modello sbagliato, sebbene tanto decantato dall'azionista di riferimento, (cioè la Regione Basilicata, nelle diverse colorazioni politiche assunte dal 2003 ad oggi) e sempre autoincensato da amministratori e manager perenni".
Insomma, una situazione che consiglierebbe una revisione ed un netto cambio di passo per la gestione dell'ente, auspicata dai sindaci di Matera, Venosa, Pisticci e Ripacandida, che, così come i cittadini, "vengono lasciati con l'acqua alla gola".
I quattro sindaci denunciano una gestione fallace dell'ente, che da circa vent'anni "è alla ricerca di un equilibrio economico-finanziario, sempre annunciato e mai conseguito". L'amara considerazione espressa dai sindaci del M5S è che purtroppo, nonostante siano cambiate le stagioni della politica, la gestione dell'Acquedotto Lucano sia rimasta immutata, così come immutati sono i risultati. Ciò che, invece, cambiano- lamentano i quattro – sono le tariffe "seppure con differenti metodi di calcolo, dal 2003 ad oggi, il costo dell'acqua ha fatto registrare un aumento costante di anno in anno, addirittura già programmato fino al 2023". Ai sindaci non resta che ratificare le decisioni scellerate che vengono prese altrove, con prese d'atto di aumenti dei costi di gestione.
Anche perché "l'autorità di regolazione (Arera) richiede che i costi siano coperti dalla tariffa (per il cosiddetto "vincolo dei ricavi garantiti"), imponendo ai sindaci di adeguarsi all'aumento richiesto, anche per scongiurare l'applicazione di sanzioni che sarebbero sempre i cittadini a pagare, con la richiesta di nuovi ed ulteriori aumenti tariffari".
Un sistema che non funziona -ribadiscono i quattro amministratori pentastellati, che ritengono quello attuale, "un modello sbagliato, sebbene tanto decantato dall'azionista di riferimento, (cioè la Regione Basilicata, nelle diverse colorazioni politiche assunte dal 2003 ad oggi) e sempre autoincensato da amministratori e manager perenni".
Insomma, una situazione che consiglierebbe una revisione ed un netto cambio di passo per la gestione dell'ente, auspicata dai sindaci di Matera, Venosa, Pisticci e Ripacandida, che, così come i cittadini, "vengono lasciati con l'acqua alla gola".