Eventi e cultura
Appalti pubblici, tra esigenze di legalità e valorizzazione della concorrenza
A Matera è Fiera il convegno organizzato da Alleanza della Cooperative italiane di Basilicata
Matera - sabato 5 settembre 2015
1.19
Il tema scottante e di stretta attualità sulla regolamentazione degli appalti pubblici è stato al centro del convegno "Le nuove regole degli appalti pubblici: tra esigenze di legalità e valorizzazione della concorrenza", organizzato da Alleanza delle Cooperative italiane di Basilicata e inglobato all'interno della kermesse fieristica Matera è Fiera.
Il sistema degli appalti pubblici in Italia è attualmente soffocato sia da un eccesso di norme e sia da una sovrapposizione di adempimenti informativi. Adozione spropositata di varianti, frazionamento degli appalti e qualificazione delle imprese, sono alcune delle criticità evidenziate dall'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nella relazione annuale sui contratti pubblici. Tra l'altro la commissione europea, nel 2004, aveva deferito l'Italia alla Corte di giustizia europea in relazione ad alcune norme della legislazione nazionale in materia di appalti pubblici.
Con l'obiettivo di porre rimedio a tale deficit europeo, solo adesso, un disegno di legge-delega sulla regolamentazione degli appalti pubblici è all'esame commissione lavori pubblici della Camera, dopo esser stato approvato in Senato. Le nuove decisioni si basano sui seguenti principi: più poteri all'Anac, il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa diventa quello da adottare in via ordinaria, massimo ribasso vietato nelle gare di progettazione, imprese valutate anche in base alla reputazione conquistata in cantiere, freno alle varianti, niente più deroghe alle procedure ordinarie se non per lavori legati a calamità naturali.
Ad inizio convegno l'avvocato amministrativo, Gaetano Esposito, ha illustrato l'evoluzione storica del codice degli appalti dal 92' in poi. "Il legislatore per bandire fenomeni corruttivi – ha spiegato Esposito - aveva pensato alla regola del prezzo più basso. Questo approccio è risultato fallimentare, la medicina si è mostrata peggiore della malattia. Si assisteva ad imprenditori che 'preparavano' le gare: infatti, come sempre, si applicavano ribassi 'kamikaze' a discapito delle imprese sane che gareggiavano regolarmente". Invece la novità importante per l'avvocato è l'introduzione dell'offerta economicamente vantaggiosa, il miglior rapporto qualità/prezzo in via ordinaria: "Saluto favorevolmente questa novità, perché significa valutare anche l'offerta tecnica e non solo un criterio automatico correlato al ribasso che si applica. Se è vero che nella discrezionalità delle commissioni ci sono fenomeni corruttivi, come si concilia l'offerta economicamente più vantaggiosa con la situazione locale? La risposta ci conduce ad affermare che l'unico presidio di legalità resta il giudice amministrativo per le gare, e il giudice ordinario per l'esecuzione del contratto".
Il senatore lucano, Salvatore Margiotta, pensa alla possibilità di migliorare il testo normativo: "Il parlamento aveva due esigenze: colmare il vuoto di legalità e rendere il sistema degli appalti più snello e veloce. Il primo obiettivo l'abbiamo centrato in pieno, il secondo non ancora". Margiotta ha in serbo anche un'altra critica: "L'Anac è in possesso di troppi poteri, come l'istituzione e la successiva gestione di un Albo nazionale dei componenti delle commissioni giudicatrici di appalti e concessioni. Invece valuto positivamente il maggior potere sanzionatorio detenuta dalla stessa autorità anticorruzione". In merito alla riduzione delle stazioni appaltanti, "ce ne bisogno, ma non drasticamente". Il risultato, conclude Margiotta, è "ottimo, ma ci sono ancora delle pecche". Invece Franco Coppola, segretario Uil Matera, invoca "l'applicazione dei contratti in modo appropriato rispetto ai lavori che si eseguono; è un versante da tenere in considerazione soprattutto alla luce della farsa dei contratti somministrati agli operai dell'Expo".
Michele Somma, presidente di Confindustria Basilicata, sostiene l'importanza del tema degli appalti pubblici, "rappresentano una quota non irrilevante del Pil e sono fondamentali perché si realizzano infrastrutture". Uno degli elementi che si vuole introdurre nella legge-delega è anche il debat public, con cui Somma non sembra tanto d'accordo: "Va bene introdurre il dibattito aperto al pubblico sulle opera, ma i lavori devono essere portati a termine senza fermate brusche con annessi ripensamenti". Successivamente la parola è passata all'assessore regionale all'ambiente, Aldo Berlinguer, che ha sottolineato l'ipertrofia delle normative in campo degli appalti pubblici: "Abbiamo troppi articoli nel Codice degli appalti, sono 650. E' importante ridurli e renderli chiari anche per gli investitori stranieri che attualmente si allontanano dal Paese, soprattutto per il nostro sistema farraginoso".
Le conclusioni sono poi state affidate a Rosario Altieri, presidente nazionale Alleanza delle cooperative italiane: "Il contesto – rimarca Altieri - in cui si collocano le regole per gli appalti pubblici è nefasto. Siamo in una società post-ideologica, senza ideologie e più pragmatica, ma con un grande smarrimento delle idee. Ci si scontra tra gruppi di potere con un imbarbarimento della lotta politica". E conclude anche lui sulla stessa linea di Berlinguer: "Le regole sono numerose e farraginose, non solo nel Codice degli Appalti. Non aiutano la trasparenza, e di conseguenza la legalità".
Il sistema degli appalti pubblici in Italia è attualmente soffocato sia da un eccesso di norme e sia da una sovrapposizione di adempimenti informativi. Adozione spropositata di varianti, frazionamento degli appalti e qualificazione delle imprese, sono alcune delle criticità evidenziate dall'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nella relazione annuale sui contratti pubblici. Tra l'altro la commissione europea, nel 2004, aveva deferito l'Italia alla Corte di giustizia europea in relazione ad alcune norme della legislazione nazionale in materia di appalti pubblici.
Con l'obiettivo di porre rimedio a tale deficit europeo, solo adesso, un disegno di legge-delega sulla regolamentazione degli appalti pubblici è all'esame commissione lavori pubblici della Camera, dopo esser stato approvato in Senato. Le nuove decisioni si basano sui seguenti principi: più poteri all'Anac, il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa diventa quello da adottare in via ordinaria, massimo ribasso vietato nelle gare di progettazione, imprese valutate anche in base alla reputazione conquistata in cantiere, freno alle varianti, niente più deroghe alle procedure ordinarie se non per lavori legati a calamità naturali.
Ad inizio convegno l'avvocato amministrativo, Gaetano Esposito, ha illustrato l'evoluzione storica del codice degli appalti dal 92' in poi. "Il legislatore per bandire fenomeni corruttivi – ha spiegato Esposito - aveva pensato alla regola del prezzo più basso. Questo approccio è risultato fallimentare, la medicina si è mostrata peggiore della malattia. Si assisteva ad imprenditori che 'preparavano' le gare: infatti, come sempre, si applicavano ribassi 'kamikaze' a discapito delle imprese sane che gareggiavano regolarmente". Invece la novità importante per l'avvocato è l'introduzione dell'offerta economicamente vantaggiosa, il miglior rapporto qualità/prezzo in via ordinaria: "Saluto favorevolmente questa novità, perché significa valutare anche l'offerta tecnica e non solo un criterio automatico correlato al ribasso che si applica. Se è vero che nella discrezionalità delle commissioni ci sono fenomeni corruttivi, come si concilia l'offerta economicamente più vantaggiosa con la situazione locale? La risposta ci conduce ad affermare che l'unico presidio di legalità resta il giudice amministrativo per le gare, e il giudice ordinario per l'esecuzione del contratto".
Il senatore lucano, Salvatore Margiotta, pensa alla possibilità di migliorare il testo normativo: "Il parlamento aveva due esigenze: colmare il vuoto di legalità e rendere il sistema degli appalti più snello e veloce. Il primo obiettivo l'abbiamo centrato in pieno, il secondo non ancora". Margiotta ha in serbo anche un'altra critica: "L'Anac è in possesso di troppi poteri, come l'istituzione e la successiva gestione di un Albo nazionale dei componenti delle commissioni giudicatrici di appalti e concessioni. Invece valuto positivamente il maggior potere sanzionatorio detenuta dalla stessa autorità anticorruzione". In merito alla riduzione delle stazioni appaltanti, "ce ne bisogno, ma non drasticamente". Il risultato, conclude Margiotta, è "ottimo, ma ci sono ancora delle pecche". Invece Franco Coppola, segretario Uil Matera, invoca "l'applicazione dei contratti in modo appropriato rispetto ai lavori che si eseguono; è un versante da tenere in considerazione soprattutto alla luce della farsa dei contratti somministrati agli operai dell'Expo".
Michele Somma, presidente di Confindustria Basilicata, sostiene l'importanza del tema degli appalti pubblici, "rappresentano una quota non irrilevante del Pil e sono fondamentali perché si realizzano infrastrutture". Uno degli elementi che si vuole introdurre nella legge-delega è anche il debat public, con cui Somma non sembra tanto d'accordo: "Va bene introdurre il dibattito aperto al pubblico sulle opera, ma i lavori devono essere portati a termine senza fermate brusche con annessi ripensamenti". Successivamente la parola è passata all'assessore regionale all'ambiente, Aldo Berlinguer, che ha sottolineato l'ipertrofia delle normative in campo degli appalti pubblici: "Abbiamo troppi articoli nel Codice degli appalti, sono 650. E' importante ridurli e renderli chiari anche per gli investitori stranieri che attualmente si allontanano dal Paese, soprattutto per il nostro sistema farraginoso".
Le conclusioni sono poi state affidate a Rosario Altieri, presidente nazionale Alleanza delle cooperative italiane: "Il contesto – rimarca Altieri - in cui si collocano le regole per gli appalti pubblici è nefasto. Siamo in una società post-ideologica, senza ideologie e più pragmatica, ma con un grande smarrimento delle idee. Ci si scontra tra gruppi di potere con un imbarbarimento della lotta politica". E conclude anche lui sulla stessa linea di Berlinguer: "Le regole sono numerose e farraginose, non solo nel Codice degli Appalti. Non aiutano la trasparenza, e di conseguenza la legalità".