Eventi e cultura
Antropologi culturali a raduno
Tre giorni di incontri per discutere dell’evoluzione degli studi accademici
Matera - venerdì 3 maggio 2019
11.46
Quali sono i principali ambiti di ricerca e insegnamento che l'antropologia culturale oggi ricopre in Italia rispetto a quanto accade nel panorama internazionale?
Come sono cambiati i suoi oggetti di studio, le tematiche, i metodi d'indagine, le prospettive conoscitive, le disposizioni etiche, i ruoli e gli spazi che gli antropologi rivestono o potrebbero rivestire nelle università, nei musei, negli istituti di ricerca, nelle scuole?
Queste alcune delle domande cui si tenterà di dare risposta durante il convegno organizzato a Matera dalla Società Italiana di Antropologia Culturale (Siac), nei giorni 9, 10 e 11 maggio, presso l'ateneo universitario.
Oltre a quello di inquadrare la figura dell'antropologo culturale nell'attuale panorama accademico, valutandone anche le possibilità di inserimento in vari ambiti lavorativi, obiettivo dell'incontro è quello di indagare i principali rami di studio che caratterizzano la materia.
Così nella tre giorni congressuale sul tema "le discipline demoetnoantropologiche in una università che cambia: ricerca, didattica, terza missione", il campus universitario materano sarà il centro di scambi tra studiosi e professori provenienti dai più diversi atenei italiani, che porteranno
dati, proposte, acquisizioni, esperienze didattiche e accademiche maturate nell'ambito delle discipline demoetnoantropologiche, in una università in continua evoluzione.
Con la città dei Sassi sede del convegno, scelta non a caso dalla Società Italiana di Antropologia, organizzatrice dell'evento, perché- come spiega Rosa Parisi, segretario generale della Saic- rappresenta "una delle realtà più studiate in ambito antropologico".
Come sono cambiati i suoi oggetti di studio, le tematiche, i metodi d'indagine, le prospettive conoscitive, le disposizioni etiche, i ruoli e gli spazi che gli antropologi rivestono o potrebbero rivestire nelle università, nei musei, negli istituti di ricerca, nelle scuole?
Queste alcune delle domande cui si tenterà di dare risposta durante il convegno organizzato a Matera dalla Società Italiana di Antropologia Culturale (Siac), nei giorni 9, 10 e 11 maggio, presso l'ateneo universitario.
Oltre a quello di inquadrare la figura dell'antropologo culturale nell'attuale panorama accademico, valutandone anche le possibilità di inserimento in vari ambiti lavorativi, obiettivo dell'incontro è quello di indagare i principali rami di studio che caratterizzano la materia.
Così nella tre giorni congressuale sul tema "le discipline demoetnoantropologiche in una università che cambia: ricerca, didattica, terza missione", il campus universitario materano sarà il centro di scambi tra studiosi e professori provenienti dai più diversi atenei italiani, che porteranno
dati, proposte, acquisizioni, esperienze didattiche e accademiche maturate nell'ambito delle discipline demoetnoantropologiche, in una università in continua evoluzione.
Con la città dei Sassi sede del convegno, scelta non a caso dalla Società Italiana di Antropologia, organizzatrice dell'evento, perché- come spiega Rosa Parisi, segretario generale della Saic- rappresenta "una delle realtà più studiate in ambito antropologico".