Ancora ritardi per il reddito minimo d’inserimento
Ancora ritardi per il reddito minimo d’inserimento
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Ancora ritardi per il reddito minimo d’inserimento

Il consigliere Perrino (M5S) denuncia: “Creato un mostro burocratico”

In Basilicata il reddito minimo d'inserimento stenta a partire. Difficoltà burocratiche e di adeguamento al nuovo modello Isee ritardano la pubblicazione delle graduatorie, fondamentali per dare un po' di ossigeno ai lucani attanagliati dalla disoccupazione e inoccupazione.

Sulla problematica gli ultimi risvolti si apprendono dal recente consiglio regionale, dove l'assessore Flavia Franconi ha risposto ad un'interrogazione del Movimento 5 Stelle sugli enormi ritardi, considerando l'approvazione del provvedimento datato luglio 2015, nell'avvio del "Programma per un reddito minimo di inserimento". Le motivazioni risiedono, secondo l'assessore, nelle criticità burocratiche relative ai profili professionali dei beneficiari, alla loro residenza e alle sedi di realizzazione dei progetti per l'inserimento nel mondo del lavoro.

Spiegazioni per nulla esaustive per il consigliere regionale pentastellato, Gianni Perrino, che ha attaccato: "Dopo un anno di pura propaganda e annunci che avevano il solo scopo di riempire inutilmente pagine di giornali, quello che Pittella definisce 'reddito minimo di inserimento' ma che non è altro che un rimborso spese forfettario (ammontante da 450 euro ad un massimo di 550 euro mensili), non è ancora partito. Questa è l'unica certezza che emerge dalle parole della Franconi che in aula, ancora una volta, si è limitata a leggere meccanicamente la solita velina redatta dal competente ufficio regionale".

Lo strumento messo in campo dalla giunta regionale, sempre a detta del consigliere regionale, "si sta piano piano trasformando in un mostro burocratico, lontano anni luce dagli scopi nobili che si dovrebbe prefiggere una vera e stabile misura di sostegno al reddito delle persone e delle famiglie in difficoltà economica. Le misure messe in campo fino ad ora dai governi nazionali e regionali si sono rivelate un vero e proprio flop: garanzia giovani, jobs act e tirocini formativi. Sono pochi i nuovi posti di lavoro creati e la povertà (assoluta e relativa) continua a crescere".

Al contempo, la Regione ha istituito l'Agenzia regionale, la LAB (Lavoro e Apprendimento Basilicata), come ha illustrato Perrino: "L'agenzia dovrebbe essere il 'baricentro' nella gestione degli aiuti a favore di chi è in cerca di occupazione, curando sia gli ammortizzatori sociali classici (cigo, cigs, mobilità ordinaria, in deroga, ecc.), sia il 'tutoraggio' per il reinserimento nel mondo del lavoro. La LAB è il nuovo contenitore di realtà ampiamente fallimentari (dal punto di vista dell'efficacia nel trovare lavoro a chi non ce l'ha) ed ha come unico obiettivo quello di garantire un lavoro a chi già ce l'ha: ovvero 'risistemare' il personale degli attuali Centri per l'Impiego (ex uffici di collocamento) e delle agenzie di formazione della Provincia di Potenza (APOF-IL) e di Matera (AGEFORMA). Nella LAB non c'è alcun elemento di novità che possa davvero far sperare in una riorganizzazione innovativa e, finalmente, moderna dei servizi regionali all'occupazione".

Ed infine un invito al presidente Pittella: "Anzichè piagnucolare e fare leva sul ricatto occupazionale (pensiamo allo stop del COVA di Viggiano), venga nella competente commissione consiliare a discutere seriamente su misure strutturali quali il 'reddito di cittadinanza' o di dignità. Oltre a quella da noi proposta, vi sono, in materia, altre proposte in attesa di essere discusse: i colleghi Consiglieri facciano prevalere il buon senso; lascino da parte i meri interessi di bottega e rispondano positivamente al nostro appello". "Non c'è più tempo da perdere: fuori dai palazzi della politica – ha osservato amaramente Perrino - ci sono sempre più persone disperate. E la loro pazienza si sta pian piano assottigliando".
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