Vita di città
Anche Matera festeggia il 70°anniversario della Liberazione
Solenne cerimonia in ricordo dei caduti della Resistenza
Matera - sabato 25 aprile 2015
13.45
Oggi è il 25 aprile 2015 ed anche Matera, così come tutta Italia, festeggia il 70° anniversario della Liberazione.
La giovane storia italiana è segnata indelebilmente dalla data del 25 aprile 1945, quando la Resistenza di valorosi uomini italiani – cattolici, comunisti, liberali e repubblicani - ebbe la meglio sull'occupazione nazista e il regime fascista. Una vittoriosa Resistenza, in nome della libertà, nata nel settembre del 1943, che costrinse i nazi-fascisti ad arrendersi e deporre le armi. Ma tanti furono i caduti, oggi onorati e ricordati con la deposizione delle corone d'alloro.
Il programma della solenne cerimonia è iniziato di buon mattino alle ore 9.30 con la deposizione delle corone d'alloro al Cippo di via Lucana. Dopo la Santa Messa, nella chiesa di San Francesco d'Assisi, celebrata da monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo della diocesi Matera – Irsina, è seguito il corteo delle autorità civili e religiose, confluito poi in piazza Vittorio Veneto. Qui, altro momento toccante con la deposizione delle corone d'alloro da parte delle autorità civili al Monumento dei Caduti.
Successivamente ai consueti e doverosi rituali, le autorità sono intervenute in un clima di grande festa tra i cittadini. A ripercorrere brevemente il successo non solo italiano, l'intervento del primo cittadino di Matera, Salvatore Adduce: "Il 25 aprile 2015 è la giornata che vide gli italiani esultare mentre il Paese era sotto le macerie di una guerra ingiusta e sbagliata. Grazie alla mobilitazione di stati e uomini valorosi siamo riuscita ad uscire dal tunnel tetro dell'occupazione nazi-fascista". Ma anche attualmente il contesto mondiale non è in una situazione rosea: "Sono presenti teatri di guerra, problemi di migrazioni apocalittiche che necessitano di risposte concrete. E preoccupa soprattutto la condizione dei nostri giovani, ai quali noi ci rivolgiamo con un'attenzione insufficiente". Per Adduce, la risposta alle impellenti esigenze è la cultura: "Abbiamo aperto strade culturali a Matera, consegnando nuove prospettive di fiducia".
Ospite di caratura nazionale, l'ex presidente della Camera dei deputati, l'onorevole Luciano Violante, che ha ricordato: "Matera è stata la prima città d'Italia a ribellarsi al nazifascismo, e adesso affronta un cammino meritato e importante verso il 2019". E ricorda un tratto caratteristico della Liberazione italiana: "L'Italia è stato l'unico Paese dove dopo la Liberazione, si è data origine alla Repubblica e alla carta costituzionale. Dunque, chi ha combattuto per la Liberazione, ha combattuto per l'Unità d'Italia". Chi cadde in guerra, "ci ha lasciato un messaggio: ci sono dei valori nella vita non negoziabili come la libertà, la democrazia e l'uguaglianza".
Molto critico il presidente della Provincia, Francesco De Giacomo: "La libertà e la democrazia, sono valori conquistati con il sangue dei caduti. Valori stampati sui libri di storia, ma non attuati. Bisogna riproporre il vero significato di eventi come questo, per provocare un sussulto alle giovani coscienze". La democrazia "è un cammino ricco di ostacoli, non facile", pertanto "è necessario mantenere in piedi una memoria attiva e non semplicemente commemorativa!". I capisaldi della libertà e della democrazia interpellano anche la questione immigrazione, come spiega il presidente del consiglio regionale, Piero Lacorazza: "I due valori vivono in noi se si accolgono anche le aspirazioni di coloro che sono alla ricerca di una vita migliore".
La giovane storia italiana è segnata indelebilmente dalla data del 25 aprile 1945, quando la Resistenza di valorosi uomini italiani – cattolici, comunisti, liberali e repubblicani - ebbe la meglio sull'occupazione nazista e il regime fascista. Una vittoriosa Resistenza, in nome della libertà, nata nel settembre del 1943, che costrinse i nazi-fascisti ad arrendersi e deporre le armi. Ma tanti furono i caduti, oggi onorati e ricordati con la deposizione delle corone d'alloro.
Il programma della solenne cerimonia è iniziato di buon mattino alle ore 9.30 con la deposizione delle corone d'alloro al Cippo di via Lucana. Dopo la Santa Messa, nella chiesa di San Francesco d'Assisi, celebrata da monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo della diocesi Matera – Irsina, è seguito il corteo delle autorità civili e religiose, confluito poi in piazza Vittorio Veneto. Qui, altro momento toccante con la deposizione delle corone d'alloro da parte delle autorità civili al Monumento dei Caduti.
Successivamente ai consueti e doverosi rituali, le autorità sono intervenute in un clima di grande festa tra i cittadini. A ripercorrere brevemente il successo non solo italiano, l'intervento del primo cittadino di Matera, Salvatore Adduce: "Il 25 aprile 2015 è la giornata che vide gli italiani esultare mentre il Paese era sotto le macerie di una guerra ingiusta e sbagliata. Grazie alla mobilitazione di stati e uomini valorosi siamo riuscita ad uscire dal tunnel tetro dell'occupazione nazi-fascista". Ma anche attualmente il contesto mondiale non è in una situazione rosea: "Sono presenti teatri di guerra, problemi di migrazioni apocalittiche che necessitano di risposte concrete. E preoccupa soprattutto la condizione dei nostri giovani, ai quali noi ci rivolgiamo con un'attenzione insufficiente". Per Adduce, la risposta alle impellenti esigenze è la cultura: "Abbiamo aperto strade culturali a Matera, consegnando nuove prospettive di fiducia".
Ospite di caratura nazionale, l'ex presidente della Camera dei deputati, l'onorevole Luciano Violante, che ha ricordato: "Matera è stata la prima città d'Italia a ribellarsi al nazifascismo, e adesso affronta un cammino meritato e importante verso il 2019". E ricorda un tratto caratteristico della Liberazione italiana: "L'Italia è stato l'unico Paese dove dopo la Liberazione, si è data origine alla Repubblica e alla carta costituzionale. Dunque, chi ha combattuto per la Liberazione, ha combattuto per l'Unità d'Italia". Chi cadde in guerra, "ci ha lasciato un messaggio: ci sono dei valori nella vita non negoziabili come la libertà, la democrazia e l'uguaglianza".
Molto critico il presidente della Provincia, Francesco De Giacomo: "La libertà e la democrazia, sono valori conquistati con il sangue dei caduti. Valori stampati sui libri di storia, ma non attuati. Bisogna riproporre il vero significato di eventi come questo, per provocare un sussulto alle giovani coscienze". La democrazia "è un cammino ricco di ostacoli, non facile", pertanto "è necessario mantenere in piedi una memoria attiva e non semplicemente commemorativa!". I capisaldi della libertà e della democrazia interpellano anche la questione immigrazione, come spiega il presidente del consiglio regionale, Piero Lacorazza: "I due valori vivono in noi se si accolgono anche le aspirazioni di coloro che sono alla ricerca di una vita migliore".