Territorio
Anche in Basilicata sciopero delle tute blu il 20 aprile per rivendicare il nuovo contratto.
Previsti anche sit-in di protesta a Potenza, Matera, Melfi e Viggiano
Matera - mercoledì 13 aprile 2016
15.51
Reduci dall'attivo unitario interregionale di Bari della scorsa settimana, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Basilicata si organizzano in vista dello sciopero nazionale di 4 ore programmato per il 20 aprile a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori metalmeccanici, la cui trattativa è bloccata da sei mesi. Stamane a Potenza si è tenuta una conferenza stampa per illustrare movitazioni e modalità dello sciopero. Le tute blu si asterranno dal lavoro nelle ultime 4 ore del primo, secondo e terzo turno e nelle prime 4 ore nel caso di turno centrale. Lo sciopero sarà accompagnato da quattro manifestazioni territoriali davanti ai cancelli delle principali aziende metalmeccaniche della regione: Italtractor a Potenza, Ferrosud a Matera, Yangfeng (ex Johnson) a Melfi, infine il centro oli di Viggiano, dove, com'è noto, l'attività produttiva è ferma da alcuni giorni a seguito dell'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto l'Eni per presunti reati ambientali.
Fim, Fiom e Uilm spiegano che il ricorso allo sciopero si è reso necessario per sbloccare il negoziato con le controparti Federmeccanica e Assistal, fermo da sei mesi sulla questione salariale. Non piace infatti ai sindacati la proposta avanzata dagli industriali in quanto "consentirebbe solo al 5 per cento dei lavoratori metalmeccanici il recupero del potere d'acquisto, per giunta con un aumento lordo di soli 37 euro, posticipato di 15 mesi e senza retroattività". I sindacati metalmeccanici rivendicano invece "un contratto collettivo nazionale di lavoro che garantisca il reale potere di acquisto del salario per tutti i lavoratori del settore, che qualifichi le relazioni industriali, estenda la contrattazione di secondo livello su tutti gli aspetti che compongono la prestazione lavorativa, migliori le condizioni di lavoro, tuteli tutte le forme di lavoro e tutta l'occupazione, infine faccia ripartire gli investimenti e una nuova politica industriale".
Fim, Fiom e Uilm ritengono "importante la ripresa dell'azione sindacale unitaria nei luoghi di lavoro, nei territori e a livello nazionale, finalizzata alla definizione di un contratto nazionale per la salvaguardia dell'occupazione, il rilancio del sistema industriale e manifatturiero metalmeccanico, per una crescita della qualità della contrattazione collettiva e per il miglioramento delle condizioni di lavoro. In questa fase storica - continuano Fim, Fiom e Uilm - ciò significa sviluppare il confronto tra diverse posizioni e ricercare una sintesi condivisa nella trattativa con Federmeccanica, anche valorizzando il ruolo e l'iniziativa delle Rsu e il rapporto democratico con tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori".
Fim, Fiom e Uilm spiegano che il ricorso allo sciopero si è reso necessario per sbloccare il negoziato con le controparti Federmeccanica e Assistal, fermo da sei mesi sulla questione salariale. Non piace infatti ai sindacati la proposta avanzata dagli industriali in quanto "consentirebbe solo al 5 per cento dei lavoratori metalmeccanici il recupero del potere d'acquisto, per giunta con un aumento lordo di soli 37 euro, posticipato di 15 mesi e senza retroattività". I sindacati metalmeccanici rivendicano invece "un contratto collettivo nazionale di lavoro che garantisca il reale potere di acquisto del salario per tutti i lavoratori del settore, che qualifichi le relazioni industriali, estenda la contrattazione di secondo livello su tutti gli aspetti che compongono la prestazione lavorativa, migliori le condizioni di lavoro, tuteli tutte le forme di lavoro e tutta l'occupazione, infine faccia ripartire gli investimenti e una nuova politica industriale".
Fim, Fiom e Uilm ritengono "importante la ripresa dell'azione sindacale unitaria nei luoghi di lavoro, nei territori e a livello nazionale, finalizzata alla definizione di un contratto nazionale per la salvaguardia dell'occupazione, il rilancio del sistema industriale e manifatturiero metalmeccanico, per una crescita della qualità della contrattazione collettiva e per il miglioramento delle condizioni di lavoro. In questa fase storica - continuano Fim, Fiom e Uilm - ciò significa sviluppare il confronto tra diverse posizioni e ricercare una sintesi condivisa nella trattativa con Federmeccanica, anche valorizzando il ruolo e l'iniziativa delle Rsu e il rapporto democratico con tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori".