Agricoltura,“Qualità e sostenibilità nella filiera cerealicola lucana”
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Agricoltura,“Qualità e sostenibilità nella filiera cerealicola lucana”

A Matera il convegno nell’ambito della festa rurale “Dal borgo alla città”

Come rilanciare il comparto agricolo lucano in prospettiva futura? E, in particolar modo, come rafforzare e tutelare la qualità e la sostenibilità dei Progetti integrati di filiera (Pif)? Argomenti e quesiti primari per la Basilicata, dibattuti nell'incontro "Seminiamo futuro - Qualità e sostenibilità nella filiera cerealicola lucana", tenutosi a La Martella nell'ambito della festa rurale "Dal Borgo alla Città - I cereali, i legumi, il pane e la pasta".

L'iniziativa, promossa dalla Regione Basilicata, ha visto gli interventi del dirigente generale del dipartimento politiche agricole, Giovanni Oliva, dei dirigenti regionali,Vittorio Restaino ed Ermanno Pennacchio. Invece l'attuazione degli ultimi Pif è stata presentata dai referenti, Nunzio Di Mauro, Francesco Spinelli e Massimo Cifarelli e dai responsabili delle organizzazioni professionali agricole. Le conclusioni dell'incontro, poi, sono state tratte dall'assessore regionale, Luca Braia.

Tre sono i Progetti integrati di filiera (Pif) "Cerealicoltura Lucana", "Mangiare Matera" e "Graducom", realizzati nel comparto cereali, nell'ambito del Programma di sviluppo rurale 2007/2013 del dipartimento regionale politiche agricole e forestali. L'obiettivo primario dei progetti è stato quello di sviluppare meccanismi sostenibili di aggregazione e di cooperazione fra i diversi attori della filiera, dalla produzione alla commercializzazione innovare le diverse fasi del processo, migliorare la qualità della produzione, rafforzare la capacità di presenza sul mercato con un incremento del valore, favorire una maggiore concentrazione dell'offerta, aumentare la competitività delle imprese e valorizzare le aree rurali e creare nuove forme di reddito alle aziende agricole.

Ad aprire i lavori, il vice-sindaco di Matera, Giovanni Schiuma: "Matera deve ripartire da tre pilastri: cultura, ambiente e agricoltura. Nelle linee programmatiche del sindaco è ben specificata la volontà di puntare sull'agricoltura come modello di sviluppo". Ed apre ad un canale di dialogo con la Regione: "Tra le mie deleghe – afferma Schiuma – spunta quella all'agricoltura. Sin da subito l'amministrazione comunale con l'ente regionale dovrà intendersi per le azioni da mettere in campo".

Spazio, dunque, ai Progetti integrati di filiera. Nunzio Di Mauro ha illustrato l'andamento del Pif "Cerealicoltura lucana": "Considerando che produciamo un grano con una bassissima percentuale di micro tossine, la Regione ha puntato ad incentivare la produzione aggregando i diversi attori della filiera e riducendo i costi con i Pif. L'iniziativa ha impiegato circa 5,7 milioni di euro in modo virtuoso, spero che si possa continuare su questa strada". Soddisfazione è giunta anche dal progetto "Mangiare Matera", con capofila il panificatore Massimo Cifarelli. "Abbiamo avuto l'opportunità di poter 'mangiare Matera', investendo nella misura dell'innovazione. Tra l'altro Expo è stata un'avventura fantastica soprattutto per promuovere il nostro prodotto tipico locale d'eccellenza, il pane di Matera. Adesso chiedo di entrare in una programmazione futura, che punti al miglioramento dei Pif".

Il relatore Francesco Spinelli di "Graducom", progetto di filiera della collina materana, ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa ma anche le debolezze della politica lucana: "Il messaggio è semplice: mangiare biologico fa bene. Adesso siamo nella fase di chiusura dei Pif, dove ognuno deve fare il suo ruolo, anche la politica. L'ufficio Arbea, Agenzia Regione Basilicata Per Le Erogazioni In Agricoltura, non è stato di fatto riformato per i suoi consueti blocchi e ritardi". Invece Nicola Minichino, di Copagri, ha messo in evidenza le criticità dei Pif: "L'attuazione dei progetti è partita in ritardo; molti interventi sono cambiati nel corso del tempo e la farraginosità della burocrazia ha bloccato sul nascere diverse misure".

Tra apprezzamenti e perplessità sui Pif, è intervenuto il neo-assessore all'agricoltura, Luca Braia: "Il Pif è una filiera, ma purtroppo non ancora un processo di aggregazione – ha denunciato amareggiato l'assessore. Avere investito 14 milioni di euro in 290 progetti contenuti in 3 ambiti, significa che nessuno ha colto il senso della filiera. I 39 produttori, parte dei progetti, dovevano organizzarsi attorno ad un unico 'mulino'". Ed indica la via maestra: "La progettualità aggregativa dovrà essere il cardine dei prossimi Pif, solo così potremmo ridurre i costi, aumentare la competitività e recuperare una parte di mercato. La direzione del nuovo Psr sarà liberare le energie migliori". L'assessore, inoltre, non risparmia la pubblica amministrazione, rea di diversi ritardi anche nel settore agricolo: "Nella p.a. due sono i termini in disuso: corresponsabilità e competitività. Elementi importanti che aiutano a non rinviare in futuro decisioni importanti per il presente. La macchina amministrativa deve essere performante rispetto al passato".

"L'agricoltura – ha concluso Braia – non è solo tradizione, ma futuro, innovazione, ricerca. Il comparto agricolo avrà un futuro se la produzione è in grado di caratterizzarsi. Non deve mancare il legame importantissimo tra prodotto e territorio. Solo così, la ruralità non sarà considerata 'periferia', ma valore".
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