Eventi e cultura
A Matera incontro pubblico con Erri De Luca
Presentato il libro “La parola contraria” sull'ultima vicenda giudiziaria dello scrittore
Matera - giovedì 5 marzo 2015
10.31
Contro la realizzazione della Tav in Val di Susa, in favore della libertà d'opinione. Questo in sintesi il contenuto del libro "La parola contraria", scritto da Erri De Luca e presentato a Matera in casa Cava.
L'autore del libro è diretto interessato di un processo, avviato dalla procura della Repubblica di Torino, con il quale lo si accusa di istigazione a delinquere a causa delle sue affermazioni in difesa dei sabotaggi alla Tav in Val di Susa. Le dichiarazioni incriminate hanno interessato l'anno 2010 quando in Val di Susa erano frequenti le irruzioni notturne al cantiere della Tav. Per la procura le frasi di De Luca, in qualità di noto personaggio pubblico, avrebbero concitato le proteste dei 'No Tav' con atti illeciti contro le strutture dell'alta velocità. Pronta la difesa di De Luca, presente anche nel libro: "In sostanza sono stato incriminato per istigazione a commettere reati, ma nessun lettore e nessun testimone mi accusa di istigazione. E' un'istigazione astratta".
Lo scrittore ha appoggiato da sempre il gruppo 'No Tav' della Val di Susa: "Mi sono schierato con i No Tav, ritenendo opportuno di difendere la causa da loro promossa: non deturpare e non inquinare il paesaggio con la costituzione della linea ferroviaria Torino-Lione ad alta velocità". Per De Luca il motivo vero della realizzazione dell'infrastruttura è incentrato esclusivamente "per accedere ai fondi europei e distribuirli agli amici degli amici". La questione ambientale invece è rappresentata "dalle montagne che lo Stato vuole bucare, costituite da 300.000 tonnellate di amianto, materiale inquinante e mortale". Invece, altro snodo è il rapporto tra legalità e giustizia in Italia che è "problematico" perché "quasi mai la legalità corrisponde alla giustizia: fare un buco alla montagna in Val di Susa è legale, ma è ingiusto per i cittadini che devono pagare le conseguenze dell'impatto ambientale".
La scabrosa vicenda della Val di Susa è molto simile a quella lucana sul petrolio: "E' un esproprio di sovranità, i cittadini sono sudditi di un apparato. Per questo motivo dovete opporvi seriamente". Poi prosegue ribadendo: "Allo Stato e alla ditta, anche in questo caso, non importa l'impatto ambientale e la salute del cittadino". E indica una via d'uscita per trovare dialogo tra cittadini e istituzioni: "La strada è quella, come sta accadendo in Spagna e Grecia, della speranza di una nuova rappresentanza politica di cui io non voglio farne parte".
L'autore del libro è diretto interessato di un processo, avviato dalla procura della Repubblica di Torino, con il quale lo si accusa di istigazione a delinquere a causa delle sue affermazioni in difesa dei sabotaggi alla Tav in Val di Susa. Le dichiarazioni incriminate hanno interessato l'anno 2010 quando in Val di Susa erano frequenti le irruzioni notturne al cantiere della Tav. Per la procura le frasi di De Luca, in qualità di noto personaggio pubblico, avrebbero concitato le proteste dei 'No Tav' con atti illeciti contro le strutture dell'alta velocità. Pronta la difesa di De Luca, presente anche nel libro: "In sostanza sono stato incriminato per istigazione a commettere reati, ma nessun lettore e nessun testimone mi accusa di istigazione. E' un'istigazione astratta".
Lo scrittore ha appoggiato da sempre il gruppo 'No Tav' della Val di Susa: "Mi sono schierato con i No Tav, ritenendo opportuno di difendere la causa da loro promossa: non deturpare e non inquinare il paesaggio con la costituzione della linea ferroviaria Torino-Lione ad alta velocità". Per De Luca il motivo vero della realizzazione dell'infrastruttura è incentrato esclusivamente "per accedere ai fondi europei e distribuirli agli amici degli amici". La questione ambientale invece è rappresentata "dalle montagne che lo Stato vuole bucare, costituite da 300.000 tonnellate di amianto, materiale inquinante e mortale". Invece, altro snodo è il rapporto tra legalità e giustizia in Italia che è "problematico" perché "quasi mai la legalità corrisponde alla giustizia: fare un buco alla montagna in Val di Susa è legale, ma è ingiusto per i cittadini che devono pagare le conseguenze dell'impatto ambientale".
La scabrosa vicenda della Val di Susa è molto simile a quella lucana sul petrolio: "E' un esproprio di sovranità, i cittadini sono sudditi di un apparato. Per questo motivo dovete opporvi seriamente". Poi prosegue ribadendo: "Allo Stato e alla ditta, anche in questo caso, non importa l'impatto ambientale e la salute del cittadino". E indica una via d'uscita per trovare dialogo tra cittadini e istituzioni: "La strada è quella, come sta accadendo in Spagna e Grecia, della speranza di una nuova rappresentanza politica di cui io non voglio farne parte".