
Presentazione libri
Presentazione del libro “La Città e il Cinema - tutti i film girati a Matera”
giovedì 15 marzo 2018
A partire dalle ore 18.30 Libera partecipazione
Feltrinelli Point Altamura, via Vittorio Veneto - Altamura
Giovedì 15 marzo 2018, a partire dalle ore 18.30, presso la Feltrinelli Point Altamura, in via Vittorio Veneto, si terrà la presentazione del libro "La Città e il Cinema - tutti i film girati a Matera" di Luciano Veglia. Dialogano con l'autore: Stefano Lorusso del Circolo di cultura cinematografica "Formiche Verdi" (Altamura) e Michele Saponaro del Polo Museale della Basilicata (Matera).
"La storia comincia agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento. Sugli schermi italiani sono passate da poco tempo le dure ed eloquenti immagini della vita nei Sassi contenute nel film documentario di Carlo Lizzani "Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato" (1949), in cui si fondevano mirabilmente gli stilemi del neorealismo con la tecnica della inchiesta giornalistica. E alcuni uomini del cinema italiano, come del resto diversi intellettuali e studiosi di svariate discipline (urbanisti, sociologi, economisti, fotografi, giornalisti), cominciavano a visitare e a studiare più a fondo la città, attratti dal suo peculiare patrimonio storico-sociale e architettonico, e anche dagli straordinari paesaggi naturali, subito individuati e definiti 'adatti' al mezzo cinematografico.
Se si analizzano i film girati a Matera tra il 1950 e il 1980 si vede come la città riesca a fornire gli ambienti per le storie da portare sul grande schermo con naturalezza e senza gli artifici, pur legittimi, dell'industria cinematografica. Essa non fa che offrire alla macchina da presa le tracce della sua storia antichissima, sedimentatesi nei luoghi più significativi; la particolare tipologia urbanistica degli antichi rioni, frutto della natura ma anche del lavoro di scavo dei suoi abitatori; la struggente bellezza dei paesaggi e degli ambienti naturali; l'espressività dei volti e la gestualità degli abitanti, spesso chiamati a svolgere ruoli minori o di semplici comparse nella finzione filmica".
(Luciano Veglia)
"New York e Matera sono entrambe fotogeniche. Ma come per i volti, non è una questione di bellezza. Balázs, paragonando volto umano e paesaggio, dice: "un volto fotogenico varia con il tempo e con i sentimenti, come un paesaggio cambia nelle stagioni".
Ma si può fare il primo piano di una città?
Pensiamo sempre alla città come qualcosa da guardare, ma se fosse la città che ci sta guardando? Se avesse un volto?
Quando osservo Matera ho la sensazione di non essere io a guardare lei, ma lei a guardare me. Camminando tra i Sassi, sembra che cambi espressione, comunicando emozioni diverse. Le vie, le scale la solcano come rughe su un viso, e mi raccontano una vita. Quando la fotografo, in ogni scatto sembrano imprimersi tutti i secoli della sua storia, tutte le vite che l'hanno abitata. E mentre mi perdo in quel volto irresistibile, mi chiedo dove siano gli occhi. Se una città ha un volto, deve avere anche gli occhi".
(Fabio Morici)
"La storia comincia agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento. Sugli schermi italiani sono passate da poco tempo le dure ed eloquenti immagini della vita nei Sassi contenute nel film documentario di Carlo Lizzani "Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato" (1949), in cui si fondevano mirabilmente gli stilemi del neorealismo con la tecnica della inchiesta giornalistica. E alcuni uomini del cinema italiano, come del resto diversi intellettuali e studiosi di svariate discipline (urbanisti, sociologi, economisti, fotografi, giornalisti), cominciavano a visitare e a studiare più a fondo la città, attratti dal suo peculiare patrimonio storico-sociale e architettonico, e anche dagli straordinari paesaggi naturali, subito individuati e definiti 'adatti' al mezzo cinematografico.
Se si analizzano i film girati a Matera tra il 1950 e il 1980 si vede come la città riesca a fornire gli ambienti per le storie da portare sul grande schermo con naturalezza e senza gli artifici, pur legittimi, dell'industria cinematografica. Essa non fa che offrire alla macchina da presa le tracce della sua storia antichissima, sedimentatesi nei luoghi più significativi; la particolare tipologia urbanistica degli antichi rioni, frutto della natura ma anche del lavoro di scavo dei suoi abitatori; la struggente bellezza dei paesaggi e degli ambienti naturali; l'espressività dei volti e la gestualità degli abitanti, spesso chiamati a svolgere ruoli minori o di semplici comparse nella finzione filmica".
(Luciano Veglia)
"New York e Matera sono entrambe fotogeniche. Ma come per i volti, non è una questione di bellezza. Balázs, paragonando volto umano e paesaggio, dice: "un volto fotogenico varia con il tempo e con i sentimenti, come un paesaggio cambia nelle stagioni".
Ma si può fare il primo piano di una città?
Pensiamo sempre alla città come qualcosa da guardare, ma se fosse la città che ci sta guardando? Se avesse un volto?
Quando osservo Matera ho la sensazione di non essere io a guardare lei, ma lei a guardare me. Camminando tra i Sassi, sembra che cambi espressione, comunicando emozioni diverse. Le vie, le scale la solcano come rughe su un viso, e mi raccontano una vita. Quando la fotografo, in ogni scatto sembrano imprimersi tutti i secoli della sua storia, tutte le vite che l'hanno abitata. E mentre mi perdo in quel volto irresistibile, mi chiedo dove siano gli occhi. Se una città ha un volto, deve avere anche gli occhi".
(Fabio Morici)