Zone Franche, Confapi Matera contro la cancellazione dei fondi dalla Legge di Stabilità
Acito: "Non possiamo permetterci di perdere i vantaggi delle ZFU"
mercoledì 26 novembre 2014
14.23
La polemica dell'assessore alle attività produttive, Giovanni Scarola, sulla cancellazione dei 75 milioni di euro - dalla Legge di Stabilità - destinati alle Zone Franche Urbane ha un alleato: Confapi Matera.
L'allarme sulla questione è stato lanciato dall'assessore che ha scritto una lettera al presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, e ai parlamentari lucani, nella quale si chiede di evitare la cancellazione dei fondi per le ZFU in quanto "sono una straordinaria opportunità per le imprese lucane".
Gli fa eco Enzo Acito, presidente di Confapi Matera, che sottolinea l'importanza dei fondi al fine di attuare "i programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e medie imprese che sono un incentivo per creare sviluppo e lavoro, una occasione numericamente importante che risponde alla necessità di alleggerimento della pressione fiscale".
Entrando nel merito, Scarola ha anche proposto alla Regione di inserire all'interno della zona franca urbana ogni area a destinazione produttiva dei comuni della Basilicata. Sulla proposta è d'accordo anche Acito, perchè "avvierebbe un concreto programma di rilancio del tessuto imprenditoriale lucano".
La ZFU, di cui la Basilicata non ha mai fatto esperienza, potrebbe essere un'opportunità da sfruttare per Confapi Matera: "Uno sguardo lungimirante, capace di una visione concreta del futuro, coglierebbe la portata di cambiamento positivo dell'esperienza ZFU che questo territorio non ha ancora avuto il piacere di fare. Il nostro rimane un sistema economico che si fonda sulla rete capillare delle microimprese, realtà piccole dal punto di vista dimensionale, ma fondamentali per la qualità delle loro produzioni e, spesso, per la loro diffusione".
Perdere i fondi significherebbe attuare "il disegno contrario a quello di sviluppo che dobbiamo inseguire". La ZFU è un progetto dove in primo piano "deve esserci la riqualificazione e il potenziamento del sistema delle aree produttive esistenti e la creazione di nuove favorendo l'aumento di competitività e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di crescita, anche agendo sul completamento e irrobustimento di filiere e distretti e sulle attività produttive connesse con l'uso di risorse naturali e culturali locali".
Infine, Acito indica una possibile via per salvarsi dalla crisi globale: "L'Italia ha il peso fiscale più alto in Europa e la produttività della pubblica amministrazione più bassa di tutti gli altri paesi, per ridurre il debito e tornare a crescere dobbiamo sostenere le imprese".
L'allarme sulla questione è stato lanciato dall'assessore che ha scritto una lettera al presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, e ai parlamentari lucani, nella quale si chiede di evitare la cancellazione dei fondi per le ZFU in quanto "sono una straordinaria opportunità per le imprese lucane".
Gli fa eco Enzo Acito, presidente di Confapi Matera, che sottolinea l'importanza dei fondi al fine di attuare "i programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e medie imprese che sono un incentivo per creare sviluppo e lavoro, una occasione numericamente importante che risponde alla necessità di alleggerimento della pressione fiscale".
Entrando nel merito, Scarola ha anche proposto alla Regione di inserire all'interno della zona franca urbana ogni area a destinazione produttiva dei comuni della Basilicata. Sulla proposta è d'accordo anche Acito, perchè "avvierebbe un concreto programma di rilancio del tessuto imprenditoriale lucano".
La ZFU, di cui la Basilicata non ha mai fatto esperienza, potrebbe essere un'opportunità da sfruttare per Confapi Matera: "Uno sguardo lungimirante, capace di una visione concreta del futuro, coglierebbe la portata di cambiamento positivo dell'esperienza ZFU che questo territorio non ha ancora avuto il piacere di fare. Il nostro rimane un sistema economico che si fonda sulla rete capillare delle microimprese, realtà piccole dal punto di vista dimensionale, ma fondamentali per la qualità delle loro produzioni e, spesso, per la loro diffusione".
Perdere i fondi significherebbe attuare "il disegno contrario a quello di sviluppo che dobbiamo inseguire". La ZFU è un progetto dove in primo piano "deve esserci la riqualificazione e il potenziamento del sistema delle aree produttive esistenti e la creazione di nuove favorendo l'aumento di competitività e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di crescita, anche agendo sul completamento e irrobustimento di filiere e distretti e sulle attività produttive connesse con l'uso di risorse naturali e culturali locali".
Infine, Acito indica una possibile via per salvarsi dalla crisi globale: "L'Italia ha il peso fiscale più alto in Europa e la produttività della pubblica amministrazione più bassa di tutti gli altri paesi, per ridurre il debito e tornare a crescere dobbiamo sostenere le imprese".