"Voci di Sassi" arrivano a Genova
Un documentario mostra luci e ombre del progresso culturale della città
lunedì 12 maggio 2014
08.30
Sarà proiettato a Genova il documentario "Voci di Sassi. Appunti per un film", una riflessione sul passato e il presente della città di Matera realizzato da due giovani registi milanesi, Luca Servidati e Stefano Consonni.
L'evento, che ha già riscosso successo alla "Milano Art Gallery" lo scorso 11 Gennaio, si ripeterà nella città ligure martedì 13 Maggio, alle ore 18:30, nella prestigiosa cornice del Palazzo Ducale.
In vista della candidatura di Matera a Capitale europea della cultura nel 2019, i registi hanno voluto rappresentare il cambiamento che, in mezzo secolo, ha trasformato Matera da un borgo che viveva sull'economia rurale in un'attrazione che richiama ogni anno turisti da tutto il mondo. Spinti, inoltre, dalla volontà di confrontarsi con un maestro come Pasolini, che scelse proprio Matera come location del film "Il Vangelo secondo Matteo" del 1964, e di dar seguito al suo pensiero critico-filosofico.
Ispirandosi al docu-film "L'Italia non è un paese povero" realizzato da Joris Ivens nel 1960 che restituiva l'immagine di un Paese in cui, accanto al nascente progresso indutriale delle città del nord, convivevano situazioni di povertà estrema, dove bambini coperti di mosche vivevano in tuguri senza acqua né luce, insieme agli animali, con il lavoro dei campi come unico mezzo di sostentamento, i due film-makers hanno voluto dimostrare che il boom economico che, alla fine, ha interessato anche Matera, ha senz'altro contribuito a diminuire, se non a eliminare, le situazioni di miseria documentate da Ivens.
Il prezzo da pagare, però, è stato la perdita di quello spirito comunitario che caratterizzava la città ai tempi delle riprese del "Vangelo" pasoliniano. Un modo di vivere che oggi non esiste più, ma dove forse i legami con gli altri, con la terra e con gli animali erano più autentici, dove il denaro non aveva ancora comprato la memoria delle radici.
Il progresso ha davvero reso migliore la città? Questa è la domanda che si pongono i due autori del documentario, in cui sono raccolte le testimonianze di chi ha vissuto la trasformazione degli antichi rioni, oggi i sassi che accoglievano sotto lo stesso tetto famiglie e animali sono stati riconvertiti in pub e bed&breakfast.
"Voci di sassi" non vuole parlare della bellezza, intesa come puro estetismo, perché, come spiega nel documentario Enrique Irazoqui, il giovane spagnolo che nel 1964 impersonò Cristo nel "Vangelo secondo Matteo", "i sassi non erano belli". Il proposito dei due registi è piuttosto quello di invitare lo spettatore a riflettere sul significato della parola "cultura", su come sia cambiato nel tempo e sul valore che ne dà la società di oggi.
L'evento, che ha già riscosso successo alla "Milano Art Gallery" lo scorso 11 Gennaio, si ripeterà nella città ligure martedì 13 Maggio, alle ore 18:30, nella prestigiosa cornice del Palazzo Ducale.
In vista della candidatura di Matera a Capitale europea della cultura nel 2019, i registi hanno voluto rappresentare il cambiamento che, in mezzo secolo, ha trasformato Matera da un borgo che viveva sull'economia rurale in un'attrazione che richiama ogni anno turisti da tutto il mondo. Spinti, inoltre, dalla volontà di confrontarsi con un maestro come Pasolini, che scelse proprio Matera come location del film "Il Vangelo secondo Matteo" del 1964, e di dar seguito al suo pensiero critico-filosofico.
Ispirandosi al docu-film "L'Italia non è un paese povero" realizzato da Joris Ivens nel 1960 che restituiva l'immagine di un Paese in cui, accanto al nascente progresso indutriale delle città del nord, convivevano situazioni di povertà estrema, dove bambini coperti di mosche vivevano in tuguri senza acqua né luce, insieme agli animali, con il lavoro dei campi come unico mezzo di sostentamento, i due film-makers hanno voluto dimostrare che il boom economico che, alla fine, ha interessato anche Matera, ha senz'altro contribuito a diminuire, se non a eliminare, le situazioni di miseria documentate da Ivens.
Il prezzo da pagare, però, è stato la perdita di quello spirito comunitario che caratterizzava la città ai tempi delle riprese del "Vangelo" pasoliniano. Un modo di vivere che oggi non esiste più, ma dove forse i legami con gli altri, con la terra e con gli animali erano più autentici, dove il denaro non aveva ancora comprato la memoria delle radici.
Il progresso ha davvero reso migliore la città? Questa è la domanda che si pongono i due autori del documentario, in cui sono raccolte le testimonianze di chi ha vissuto la trasformazione degli antichi rioni, oggi i sassi che accoglievano sotto lo stesso tetto famiglie e animali sono stati riconvertiti in pub e bed&breakfast.
"Voci di sassi" non vuole parlare della bellezza, intesa come puro estetismo, perché, come spiega nel documentario Enrique Irazoqui, il giovane spagnolo che nel 1964 impersonò Cristo nel "Vangelo secondo Matteo", "i sassi non erano belli". Il proposito dei due registi è piuttosto quello di invitare lo spettatore a riflettere sul significato della parola "cultura", su come sia cambiato nel tempo e sul valore che ne dà la società di oggi.