Virus Tristeza, raccolta a rischio in Basilicata
Allarme Cia Basilicata: in dieci anni il 33 per cento di aziende in meno
martedì 8 novembre 2016
C'è "Tristeza" negli agrumeti. Il virus defoglia, dissecca e condanna a morte centinaia di milioni di aranci e limoni in tutto il mondo, dopo averne deformato i frutti. Tremano la Puglia, già ferita dalla Xylella Fastidiosa, killer degli ulivi, e la Basilicata.
Da qui l'allarme lanciato dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia): "La campagna agrumicola 2016 è già in crisi. Le prime quotazioni delle clementine secondo i dati Ismea, sono sulla piazza di Matera di 0,75 euro al kg mentre quelle delle arance comuni oscillano tra 0,34 e 0,44 euro al kg. Con questi prezzi il comparto, con oltre 3.500 aziende, 5.800 ettari di produzione per arance (80-85 mila tonnellate l'anno) e 2.100 di clementine (24-26 mila), rischia una nuova mazzata, tenuto conto che nel giro di dieci anni le aziende sono diminuite del 33% e la superficie coltivata si è ridotta del 22%".
Un dato sconcertante visto che in Basilicata sono attive il 4,4% delle aziende agrumicole italiane con il 5% della superficie complessiva ed un ruolo ancora strategico per la produzione lorda vendibile oltre che per l'export.
L'altro pericolo individuato dalla Cia viene dal Sud Africa, con massicce importazioni di agrumi ripetendo quanto è accaduto con la campagna agrumicola 2015-2016 quando la sfida alle nostre produzioni arrivò dalla Turchia.
Ecco allora le proposte: "Fronteggiare virus già presenti sul nostro territorio (in primis la Tristeza); proteggere le produzioni dal rischio di nuove emergenze fitosanitarie (Citrus Black Spot e Greening); fronteggiare la crisi di mercato promuovendo l'armonizzazione fitosanitaria per l'utilizzo di alcuni principi attivi tra i diversi Paesi dell'Unione Europea; favorire l'aggregazione nelle Organizzazioni dei produttori, la promozione e l'accesso ai nuovi mercati; rafforzare il ruolo delle organizzazioni imprenditoriali ed investire in ricerca applicata aderente alle necessità delle imprese".
Da qui l'allarme lanciato dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia): "La campagna agrumicola 2016 è già in crisi. Le prime quotazioni delle clementine secondo i dati Ismea, sono sulla piazza di Matera di 0,75 euro al kg mentre quelle delle arance comuni oscillano tra 0,34 e 0,44 euro al kg. Con questi prezzi il comparto, con oltre 3.500 aziende, 5.800 ettari di produzione per arance (80-85 mila tonnellate l'anno) e 2.100 di clementine (24-26 mila), rischia una nuova mazzata, tenuto conto che nel giro di dieci anni le aziende sono diminuite del 33% e la superficie coltivata si è ridotta del 22%".
Un dato sconcertante visto che in Basilicata sono attive il 4,4% delle aziende agrumicole italiane con il 5% della superficie complessiva ed un ruolo ancora strategico per la produzione lorda vendibile oltre che per l'export.
L'altro pericolo individuato dalla Cia viene dal Sud Africa, con massicce importazioni di agrumi ripetendo quanto è accaduto con la campagna agrumicola 2015-2016 quando la sfida alle nostre produzioni arrivò dalla Turchia.
Ecco allora le proposte: "Fronteggiare virus già presenti sul nostro territorio (in primis la Tristeza); proteggere le produzioni dal rischio di nuove emergenze fitosanitarie (Citrus Black Spot e Greening); fronteggiare la crisi di mercato promuovendo l'armonizzazione fitosanitaria per l'utilizzo di alcuni principi attivi tra i diversi Paesi dell'Unione Europea; favorire l'aggregazione nelle Organizzazioni dei produttori, la promozione e l'accesso ai nuovi mercati; rafforzare il ruolo delle organizzazioni imprenditoriali ed investire in ricerca applicata aderente alle necessità delle imprese".