Vico Piave, arrivano 12 avvisi di garanzia
Coinvolti tecnici dei Vigili del Fuoco e comunali, il ristoratore e l'impresa edile. Anche Oreste e la moglie nella lista
sabato 25 gennaio 2014
14.37
Sono dodici gli avvisi di garanzia notificati questa mattina dai Carabinieri, su disposizione della Procura della Repubblica del Tribunale di Matera, inerenti la tragica vicenda di vico Piave.
L'inchiesta coordinata dal Pm Annunziata Cazzetta riguarda diversi aspetti della vicenda, aprendo un ventaglio di possibilità e colpevolezze non indifferenti. Per quel che riguarda i provvedimenti notificati questa mattina, i reati ipotizzati sono: disastro, omicidio e lesioni colpose.
Coinvolto, tra i dodici indagati, anche l'ingegner Nicola Oreste e sua moglie Ornella Cianfrone, insieme proprietari dell'appartamento all'ultimo piano, sul quale sono stati eseguiti lavori per creare una ulteriore zona dell'appartamento.
Ma anche gli autori dei sopralluoghi, e chi ha controfirmato i verbali degli stessi negli edifici, cioè gli ingegneri e tecnici dei Vigili del Fuoco Domenico Masciandaro e Maddalena Lisanti, per le verifiche effettuate il 15 dicembre del 2013 e il 7 gennaio del 2014; l'ingegner Emanuele Lamacchia Acito, sia in qualità di tecnico del Comune di Matera e che per aver redatto il verbale per il sopralluogo del 23 dicembre 2013. Per quel che riguarda la struttura pubblica, indagato anche il dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune di Matera, per i lavori pubblici, Delia Maria Tomaselli.
L'aspetto inerente i privati, invece, riguarda il proprietario del locale a pian terreno, dove si stavano effettuando i lavori di riqualificazione per realizzare un ristorante: Nicola Andrisani, il progettista dei lavori per l'attività ricettiva, l'architetto Rossella Bisceglie, ma anche per l'ingegnere autore dei calcoli statici per il cantiere, Francesco Paolo Luceri. Ma anche un altro il direttore del cantiere Francesco Paolo Andrisani, il titolare dell'impresa Rieco che stava eseguendo i lavori sempre nei locali di quello che doveva diventare un ristorante, Emanuele Taccardi e l'ingegnere che aveva collaudato i lavori in corso d'opera, Vincenzo Andrisani.
L'inchiesta coordinata dal Pm Annunziata Cazzetta riguarda diversi aspetti della vicenda, aprendo un ventaglio di possibilità e colpevolezze non indifferenti. Per quel che riguarda i provvedimenti notificati questa mattina, i reati ipotizzati sono: disastro, omicidio e lesioni colpose.
Coinvolto, tra i dodici indagati, anche l'ingegner Nicola Oreste e sua moglie Ornella Cianfrone, insieme proprietari dell'appartamento all'ultimo piano, sul quale sono stati eseguiti lavori per creare una ulteriore zona dell'appartamento.
Ma anche gli autori dei sopralluoghi, e chi ha controfirmato i verbali degli stessi negli edifici, cioè gli ingegneri e tecnici dei Vigili del Fuoco Domenico Masciandaro e Maddalena Lisanti, per le verifiche effettuate il 15 dicembre del 2013 e il 7 gennaio del 2014; l'ingegner Emanuele Lamacchia Acito, sia in qualità di tecnico del Comune di Matera e che per aver redatto il verbale per il sopralluogo del 23 dicembre 2013. Per quel che riguarda la struttura pubblica, indagato anche il dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune di Matera, per i lavori pubblici, Delia Maria Tomaselli.
L'aspetto inerente i privati, invece, riguarda il proprietario del locale a pian terreno, dove si stavano effettuando i lavori di riqualificazione per realizzare un ristorante: Nicola Andrisani, il progettista dei lavori per l'attività ricettiva, l'architetto Rossella Bisceglie, ma anche per l'ingegnere autore dei calcoli statici per il cantiere, Francesco Paolo Luceri. Ma anche un altro il direttore del cantiere Francesco Paolo Andrisani, il titolare dell'impresa Rieco che stava eseguendo i lavori sempre nei locali di quello che doveva diventare un ristorante, Emanuele Taccardi e l'ingegnere che aveva collaudato i lavori in corso d'opera, Vincenzo Andrisani.