Vertenza Ferrosud: precisazioni di Confapi Matera
L’associazione delle piccole e medie imprese fa sentire la sua voce sulla vicenda dell’azienda
venerdì 19 luglio 2019
Dopo la pubblicazione di notizie sulla rottura del tavolo sindacale per la vertenza Ferrosud, Confapi Matera, a sostegno dell'azienda associata, ha fatto sentire la sua voce.
"Innanzitutto - si legge in un comunicato - l'incontro convocato presso la sede dell'Associazione il 17 luglio era la naturale prosecuzione del tavolo regionale del giorno 16, dove si convenne di aggiornarsi per discutere le problematiche connesse alla gestione del personale relativo alle commesse, cioè l'applicazione del contratto per l'organizzazione delle trasferte.
Infatti Ferrosud, che ha sempre rispettato le norme contrattuali e che con il nuovo management è sempre puntuale nel pagamento degli stipendi, è riuscita con grande sforzo ad aggiudicarsi commesse pubbliche per circa 50 milioni di euro. Purtroppo queste commesse sono da espletare tutte fuori regione e per questo motivo occorre mandare parte dei lavoratori in trasferta, utilizzando in maniera del tutto legittima un istituto previsto dal contratto collettivo nazionale.
Tanto è vero che alcuni lavoratori sono disposti ad andare in trasferta, alcuni lo sono già da oltre un mese e alcune sigle sindacali hanno dato la propria disponibilità a sottoscrivere l'accordo.
In realtà le commesse acquisite fuori regione consentiranno di azzerare i contratti di solidarietà, quindi di tornare allo stipendio pieno, anzi di assumere altre persone, come è già avvenuto con l'assunzione di alcuni ragazzi provenienti dall'Istituto Professionale di Policoro.
Questi lavori, pertanto, sono fondamentali per ridare credibilità all'Azienda e portare altre commesse questa volta all'interno dello stabilimento di Matera, così come chiedono i Sindacati e così come vuole anche la Società, perché non si dimentichi che il sito di Jesce è un asset aziendale e che dunque l'Azienda non è interessata a chiuderlo. L'alternativa a tutto ciò è il licenziamento e la chiusura di Ferrosud, cosa che ovviamente nessuno vuole.
Confapi precisa che l'intervento delle forze dell'ordine – che comunque di solito sono presenti a vertenze delicate - non ha niente a che vedere con la trattativa sindacale e con la necessità di sedare gli animi, come è stato scritto. Infatti, le parti avevano già discusso della questione e stavano lavorando su un'ipotesi di accordo sindacale quando, durante la sospensione del tavolo per scrivere la bozza di verbale, è accaduto un episodio che esula dalle dinamiche sindacali. Il presidente di Ferrosud è stato minacciato da un rappresentante sindacale e il primo ha chiamato la polizia a tutela delle offese e minacce personali ricevute. Un comportamento legittimo che però va al di là della dialettica sindacale. La magistratura adesso si occuperà dell'episodio che riguarda due persone e non la trattativa sindacale.
"Per questo motivo – precisa il direttore di Confapi Matera, Vito Gaudiano – le notizie diffuse sono imprecise e lo sciopero dei lavoratori, istituto più che legittimo, è in realtà capzioso e fuorviante. Infatti, l'Azienda non ha mai negato le prerogative contrattuali e di rappresentanza dei sindacati, né il presidente è stato irrispettoso del ruolo che la legge assegna a questi ultimi. La trattativa di ieri non ha subito alcuna brusca interruzione e l'intervento delle forze dell'ordine non ha niente a che vedere con il tavolo sindacale".
"Innanzitutto - si legge in un comunicato - l'incontro convocato presso la sede dell'Associazione il 17 luglio era la naturale prosecuzione del tavolo regionale del giorno 16, dove si convenne di aggiornarsi per discutere le problematiche connesse alla gestione del personale relativo alle commesse, cioè l'applicazione del contratto per l'organizzazione delle trasferte.
Infatti Ferrosud, che ha sempre rispettato le norme contrattuali e che con il nuovo management è sempre puntuale nel pagamento degli stipendi, è riuscita con grande sforzo ad aggiudicarsi commesse pubbliche per circa 50 milioni di euro. Purtroppo queste commesse sono da espletare tutte fuori regione e per questo motivo occorre mandare parte dei lavoratori in trasferta, utilizzando in maniera del tutto legittima un istituto previsto dal contratto collettivo nazionale.
Tanto è vero che alcuni lavoratori sono disposti ad andare in trasferta, alcuni lo sono già da oltre un mese e alcune sigle sindacali hanno dato la propria disponibilità a sottoscrivere l'accordo.
In realtà le commesse acquisite fuori regione consentiranno di azzerare i contratti di solidarietà, quindi di tornare allo stipendio pieno, anzi di assumere altre persone, come è già avvenuto con l'assunzione di alcuni ragazzi provenienti dall'Istituto Professionale di Policoro.
Questi lavori, pertanto, sono fondamentali per ridare credibilità all'Azienda e portare altre commesse questa volta all'interno dello stabilimento di Matera, così come chiedono i Sindacati e così come vuole anche la Società, perché non si dimentichi che il sito di Jesce è un asset aziendale e che dunque l'Azienda non è interessata a chiuderlo. L'alternativa a tutto ciò è il licenziamento e la chiusura di Ferrosud, cosa che ovviamente nessuno vuole.
Confapi precisa che l'intervento delle forze dell'ordine – che comunque di solito sono presenti a vertenze delicate - non ha niente a che vedere con la trattativa sindacale e con la necessità di sedare gli animi, come è stato scritto. Infatti, le parti avevano già discusso della questione e stavano lavorando su un'ipotesi di accordo sindacale quando, durante la sospensione del tavolo per scrivere la bozza di verbale, è accaduto un episodio che esula dalle dinamiche sindacali. Il presidente di Ferrosud è stato minacciato da un rappresentante sindacale e il primo ha chiamato la polizia a tutela delle offese e minacce personali ricevute. Un comportamento legittimo che però va al di là della dialettica sindacale. La magistratura adesso si occuperà dell'episodio che riguarda due persone e non la trattativa sindacale.
"Per questo motivo – precisa il direttore di Confapi Matera, Vito Gaudiano – le notizie diffuse sono imprecise e lo sciopero dei lavoratori, istituto più che legittimo, è in realtà capzioso e fuorviante. Infatti, l'Azienda non ha mai negato le prerogative contrattuali e di rappresentanza dei sindacati, né il presidente è stato irrispettoso del ruolo che la legge assegna a questi ultimi. La trattativa di ieri non ha subito alcuna brusca interruzione e l'intervento delle forze dell'ordine non ha niente a che vedere con il tavolo sindacale".