Vertenza Datacontact, uno strano silenzio avvolge la vicenda

La denuncia dei consiglieri Cotugno e Vizziello

martedì 8 marzo 2016 9.09
"La vertenza Datacontact di Matera prosegue in un clima indecifrabile. Uno strano silenzio, se si escludono pochi comunicati "di rito", avvolge l'intera vicenda. A dicembre 2015 la Telecom annuncia l'interruzione del rapporto con Datacontact, a dire il vero questo rischio era da tempo paventato, e dopo l'incontro che si è tenuto in Prefettura ed una "banale" proroga del servizio per tre mesi, il nulla". Questa la denuncia diffusa in una nota stampa dai consiglieri comunali di Matera, Angelo Cotugno e Saverio Vizziello.

"Sono a rischio circa 400 posti di lavoro, 400 tra donne e uomini che hanno sperimentato, per anni, sulla propria pelle, "l'evoluzione" delle nuove norme sul lavoro e che dopo aver acquisito e conquistato un contratto a tempo indeterminato rischiano di ritrovarsi nell'ampia platea dei disoccupati. Mentre la città di Matera, divenuta Capitale Europea della Cultura 2019, disegna, progetta e valuta le possibili trasformazioni, mentre si guarda a come metter a valore il patrimonio artistico e culturale, mentre si disegnano nuove relazioni e si intrecciano intese, la base occupazionale si riduce sempre di più e gli unici segnali di "nuova" occupazione riguardano attività occasionali o mascherate tali che sono spesso retribuite per lo più con i famigerati "voucher".

Lo "strano" silenzio intorno a questa vicenda è ancora più inquietante se lo si rapporta alla situazione economica e sociale di una provincia, quella materana, che non offre da anni una prospettiva occupazionale ai propri giovani. Il saldo occupazionale è negativo e le pochissime realtà che sono nate o che hanno fatto nuove assunzioni non hanno coperto il fabbisogno di nuova occupazione o di reinserimento. Il crollo del settore del mobile imbottito ha prodotto disoccupati e nuova precarietà; il settore della pasta e del grano è sostanzialmente scomparso e l'industria non abita più qui – dalla Valbasento, a Jesce e La Martella.

Ecco perché il rischio di perdere ulteriori 400 posti di lavoro dovrebbe stimolare l'attenzione di tutti.

Se la nuova sede materana della Università di Basilicata fosse stata pronta forse avremmo un riferimento scientifico importante; se lo studentato fosse già realizzato forse ci sarebbe nuova occupazione; se la cittadella dello spazio non si fosse arenata forse avremmo nuove ed importanti opportunità per i nostri giovani; se gli annunci di nuovi investimenti nella chimica verde si fossero tradotti in progetti forse avremmo una realtà industriale pronta ad occupare e a svilupparsi; se gli interventi sulle energie alternative non si limitassero ad installazioni di campi eolici o fotovoltaici - che sono una "reinterpretazione" della rendita fondiaria - ma puntassero sulla ricerca, sulla innovazione e quindi su investimenti produttivi forse avremmo riscritto un nuovo e più efficace modello di sviluppo.

Ecco oggi i 400 operatori di call center possono perdere il loro posto di lavoro e ritornare nel girone dei precari e dei disoccupati. Con loro c'è il rischio che in quel girone ci possa andare una generazione di giovani se non hanno già scelto di guardare all'Europa.

L'amministrazione comunale di Matera ECOC2019 può e deve svolgere un ruolo da protagonista senza ulteriori indugi perché se è vero, come è vero, che siamo il riferimento per il mezzogiorno e che rappresentiamo un modello di "riscatto", non possiamo aspettare tantomeno non possiamo stare a guardare. Puntiamo sugli assi strategici che da tempo enunciamo: ricerca, innovazione, ambiente e cultura; facciamo in modo che ciò fecondi i luoghi del sapere, dell'industria, dell'agricoltura e del turismo. Nello stesso tempo non dobbiamo rinunciare a quel poco che abbiamo. Ecco non vorrei che lo strano silenzio intorno a questa vertenza non sia l'assenza di una visione valida ed alternativa".