Valdadige, iniziata la combustione di Petcoke, protesta dei cittadini

Pedicini attacca: "L'amministrazione spieghi cosa è accaduto nell'estate 2010"

sabato 15 febbraio 2014 11.15
L'inizio della combustione di Petcoke da parte della Valdadige, che ha un'Aia risalente al 2010 che permette questo tipo di attività, diventa un tema sempre più scottante a livello politico. Infatti, se proprio nella notte tra giovedì e venerdì i cittadini hanno iniziato ad avvertire strani odori provenire dallo stabilimento, si è mosso anche il consiglio comunale per la vicenda.

Mentre i cittadini iniziano una pacifica protesta con accampamenti al ridosso dello stabilimento, e dopo la disponibilità dimostrata dall'amministrazione, attraverso l'interesse del sindaco, Salvatore Adduce e dell'assessore all'Ambiente, Rocco Rivelli, arriva la frenata del consigliere di minoranza, Adriano Pedicini. "Ritengo doveroso intervenire e precisare alcune sostanziali questioni che riguardano la polemica inerente le emissioni della Valdadige, per la combustione di Petcoke, ottenute con Aia dell'agosto 2010 - scrive il capogruppo del Pdl in consiglio comunale in una nota - Alle puntuali dichiarazioni dell'assessore all'Ambiente, Rocco Rivelli, vi sono da aggiungere alcune attente valutazioni che devono chiarire esattamente quanto accaduto, perchè la Regione Basilicata, così come dettano le norme in materia, anteriormente alla concessione di autorizzazione ha opportunamente chiesto il parere del Comune di Matera".

Un diretto interessamento, all'epoca dei fatti non suffragato dalle dovute verifiche, secondo l'esponente della minoranza. "Quest'ultimo ente (il Comune, ndr) nel luglio del 2010 celermente invia la sua risposta, offrendo senza indugio parere totalmente positivo alla combustione di Petcoke - continua la nota di Pedicini - Da tale documento ciò che maggiormente si rileva discordante è che la risposta viene elaborata dall'allora dirigente al settore Urbanistica e non dal dirigente del settore Ambiente; alcuno viene informato di tale pratica e, né informative a consiglieri, né convocazione di commissione vengono proposte".

"Oggi le questioni se non valutate dall'analisi di tale antefatto risulterebbero prive di senso, il Comune di Matera era ben consapevole che la Valdadige avrebbe bruciato Petcoke, aveva concorso a tale autorizzazione, ne era ufficialmente informato ed è inutile ricordare che nell'estate del 2010 sulla poltrona di via Aldo Moro - attacca Adriano Pedicini - sedeva il sindaco Adduce, lo stesso che oggi corre ai ripari interessando la sua maggioranza e chiedendo alla Regione di recedere da ciò che oltre 3 anni fa aveva liquidato in silenzio".

A questo punto servono le dovute spiegazioni. "Credo che oggi per spiegare tutto ciò il sindaco e la giunta, prima di ogni altra questione dovrebbero dar conto di tanta superficialità e illustrare alla città ed al consiglio, le motivazioni che hanno indotto ad una decisione così grossolana e frettolosa; per qual motivo, quando si doveva, alcuna comunicazione ai rappresentanti della città si è data?"

Dunque l'accusa, porre rimedio troppo tardi a delle leggerezze del recente passato. "Ciò che si è posto in campo oggi come al solito giunge tardivo, anche la stessa decisione dell'assessore al ramo di invitare il dirigente dell'ufficio comunale Urbanistica, ad effettuare una verifica sulla contestata distanza fra lo stabilimento e l'abitato di Venusio, è oltremodo tardiva e inconcludente soprattutto perché in virtù di una regolare autorizzazione concessa, con il benestare di chi oggi la rinnega - conclude il capogruppo Pdl in consiglio comunale - la Valdadige brucia Petcoke".