Uniti per dire “No al Petcoke”

Provocazione con la Petcoker Fest dal Borgo al presidio permanente

sabato 22 febbraio 2014 11.02
A cura di Vittoria Scasciamacchia
I cittadini di Borgo Venusio scelgono la provocazione, per protestare hanno scelto di organizzare la "Petcoker Fest".

L'iniziativa organizzata dal presidio permanente di Borgo Venusio è stata scelta per rafforzare ulteriormente la protesta che va avanti ormai da settimane. I cittadini non mollano, non si accontentano di una semplice sospensione dell'attività di combustione del petcoke da parte dell'azienda Valdadige. Il presidio permanente è fermo e deciso ad andare fino in fondo alla questione.

Prevista per domani pomeriggio, domenica 22 febbraio, la manifestazione che mira a sensibilizzare la comunità tutta sul problema e ad approfondire i rischi inerenti l'utilizzo del materiale tossico, soprattutto ad una distanza così ridotta dalle civili abitazioni.

Il programma prevede il raduno dei partecipanti a partire dalle ore 16 sul piazzale antistante la chiesa di Venusio per poi proseguire in corteo fino al presidio di fronte all'ingresso della Valdige. Qui avrà luogo la commemorazione dei defunti per cause tumorali di Venusio e, successivamente, saranno illustrate ai presenti le conseguenze sulla salute e sull'ambiente che derivano dall'uso e dall'incenerimento del Petcoke.

I cittadini del Borgo sottolineano che tutta la cittadinanza è invitata a partecipare, compresi i limitrofi comuni pugliesi in quanto direttamente interessati. "L'inquinamento non rispetta mai i confini geografici" gridano all'unisono.

Il presidio ha annunciato che rimarrà fermo sulla propria posizione almeno fino a lunedì, data in cui si terrà il tavolo tecnico, annunciato dal Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, per fare chiarezza sui reali rischi derivanti da questo tipo di attività e capire, quindi, come procedere sulla questione. Un primo importante momento di confronto, ma che molto probabilmente non rimarrà l'unico e non sarà risolutivo.

Da chiarire, inoltre, il mistero dell'Aia rilasciata nel 2010 all'azienda Ila Laterizi (ex Valdadige). Desta polemica, infatti, come sia stato possibile concedere l'autorizzazione, viste le evidenti violazioni dei parametri previsti dalla legge per poter bruciare petcoke senza danneggiare terreni, acque e soprattutto persone.