Unioncamere Basilicata, economia lucana in caduta libera
Nel 2014 contrazione del Pil lucano dell'1,9%
mercoledì 17 dicembre 2014
9.22
Economia lucana in caduta libera.
Nell'anno 2014 i dati economici della regione lucana sono peggiorati: contrazione del Pil dell'1,9%, rispetto alle stime di luglio che ipotizzavano il crollo attorno all'1,2%. E si prevede una futura congiuntura nel 2015.
Questo è quanto emerge dall'indagine, non certo confortante, del Centro Studi Unioncamere Basilicata, che delinea un quadro deprimente per l'economia lucana nel terzo trimestre 2014. Pasquale Lamorte, presidente di Unioncamere Basilicata, lancia l'allarme: "E' il segnale di un'economia al collasso con una perdurante caduta degli investimenti che risente anche della lunga crisi del comparto delle costruzioni e la crisi del manifatturiero, e l'apporto sempre negativo dell'export".
Nel dettaglio, diminuisce il valore aggiunto delle costruzioni, con riferimento al reddito, del 3,9%. A riguardo le prospettive sono ampiamente negative anche per il 2015 con un -3,3%. Segno meno anche per l'industria che registra un calo del 2,9%, con un trend che difficilmente migliorerà per il prossimo anno. Un dato positivo si rileva nel settore agricolo con una crescita dello 0,7%, a fronte di una forte riduzione delle iscrizioni delle imprese agricole nel Registro delle Camere di Commercio lucana, 52 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Piccolo segnale in crescita riguardo l'occupazione: per la prima volta dal 2011 sono aumentati i posti di lavoro di un migliaio (+0,6%). Ma la disoccupazione continua ad aumentare, come si legge dal rapporto di Unioncamere Basilicata: "La mancanza di lavoro ha raggiunto livelli record, complice anche la risalita dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro: i senza lavoro hanno ormai superato le 33 mila unità, circa 3,5mila in più rispetto ad un anno fa".
E Lamorte rincara: "Il recupero dell'agricoltura e i segnali positivi che arrivano da alcuni segmenti (metalmeccanica e mobile in particolare) non possono confortarci rispetto ad un quadro complessivo evidentemente negativo, che fa segnare una disoccupazione record, mentre l'asfittico mercato del credito continua ad accentuare le difficoltà delle nostre imprese. Registriamo con interesse la crescita delle Pmi giovanili e femminili, auspicando che in questi fermenti ci sia nuova linfa per un futuro a medio termine più confortante".
Nell'anno 2014 i dati economici della regione lucana sono peggiorati: contrazione del Pil dell'1,9%, rispetto alle stime di luglio che ipotizzavano il crollo attorno all'1,2%. E si prevede una futura congiuntura nel 2015.
Questo è quanto emerge dall'indagine, non certo confortante, del Centro Studi Unioncamere Basilicata, che delinea un quadro deprimente per l'economia lucana nel terzo trimestre 2014. Pasquale Lamorte, presidente di Unioncamere Basilicata, lancia l'allarme: "E' il segnale di un'economia al collasso con una perdurante caduta degli investimenti che risente anche della lunga crisi del comparto delle costruzioni e la crisi del manifatturiero, e l'apporto sempre negativo dell'export".
Nel dettaglio, diminuisce il valore aggiunto delle costruzioni, con riferimento al reddito, del 3,9%. A riguardo le prospettive sono ampiamente negative anche per il 2015 con un -3,3%. Segno meno anche per l'industria che registra un calo del 2,9%, con un trend che difficilmente migliorerà per il prossimo anno. Un dato positivo si rileva nel settore agricolo con una crescita dello 0,7%, a fronte di una forte riduzione delle iscrizioni delle imprese agricole nel Registro delle Camere di Commercio lucana, 52 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Piccolo segnale in crescita riguardo l'occupazione: per la prima volta dal 2011 sono aumentati i posti di lavoro di un migliaio (+0,6%). Ma la disoccupazione continua ad aumentare, come si legge dal rapporto di Unioncamere Basilicata: "La mancanza di lavoro ha raggiunto livelli record, complice anche la risalita dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro: i senza lavoro hanno ormai superato le 33 mila unità, circa 3,5mila in più rispetto ad un anno fa".
E Lamorte rincara: "Il recupero dell'agricoltura e i segnali positivi che arrivano da alcuni segmenti (metalmeccanica e mobile in particolare) non possono confortarci rispetto ad un quadro complessivo evidentemente negativo, che fa segnare una disoccupazione record, mentre l'asfittico mercato del credito continua ad accentuare le difficoltà delle nostre imprese. Registriamo con interesse la crescita delle Pmi giovanili e femminili, auspicando che in questi fermenti ci sia nuova linfa per un futuro a medio termine più confortante".