Un San Valentino d'amore e non di violenza
In piazza torna il camper della Polizia
venerdì 14 febbraio 2020
08.55
Il camper della Polizia di Stato contro la violenza di genere è tornato a San Valentino. Stazionerà oggi in piazza Vittorio Veneto per presentare l'iniziativa di sensibilizzazione contro la violenza di genere e per distribuire un vademecum in cui si invitano le vittime alla denuncia.
Solo denunciando i responsabili delle violenza, soprattutto se sono in casa, si può contrastare la violenza.
Le donne che subiscono atti di violenza hanno un modo in più per parlarne e trovare aiuto: attraverso l'iniziativa "…Questo non è amore". Il progetto, ideato e promosso dalla Direzione centrale anticrimine del Dipartimento della pubblica sicurezza, ha l'obiettivo di superare gli stereotipi e i pregiudizi per diffondere una nuova cultura di genere e aiutare le vittime di violenza a vincere la paura, rompendo la fitta rete di isolamento e vergogna.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica su una maggiore consapevolezza, per combattere la violenza sulle donne, il personale delle questure, oltre ad essere tra la gente con i camper e stand informativi, sarà nelle scuole e nelle università per incontrare gli studenti e parteciperà ai convegni per far emergere storie con risvolti non solo giuridici, ma anche culturali e sociali.
Il capo della Polizia Franco Gabrielli nella prefazione alla pubblicazione di "...questo non è amore 2019" che riporta l'analisi dei fenomeni criminali relativi alla violenza di genere e le iniziative messe in campo dalla Polizia di Stato per combatterli, ha scritto che una donna, vittima di violenza di genere si aspetta "Sicuramente protezione e indagini che portino presto ad aver giustizia, ma non solo. Una donna che è vittima di violenza si sente sola, prova vergogna, ha paura di ritorsioni per sé stessa e per i propri figli, si crede colpevole, teme di non essere creduta, di essere giudicata. Il poliziotto a cui chiede aiuto deve saper rispondere a questo dolore, consapevole che il più delle volte l'aggressore è una persona a cui la donna è legata da vincoli affettivi".
Solo denunciando i responsabili delle violenza, soprattutto se sono in casa, si può contrastare la violenza.
Le donne che subiscono atti di violenza hanno un modo in più per parlarne e trovare aiuto: attraverso l'iniziativa "…Questo non è amore". Il progetto, ideato e promosso dalla Direzione centrale anticrimine del Dipartimento della pubblica sicurezza, ha l'obiettivo di superare gli stereotipi e i pregiudizi per diffondere una nuova cultura di genere e aiutare le vittime di violenza a vincere la paura, rompendo la fitta rete di isolamento e vergogna.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica su una maggiore consapevolezza, per combattere la violenza sulle donne, il personale delle questure, oltre ad essere tra la gente con i camper e stand informativi, sarà nelle scuole e nelle università per incontrare gli studenti e parteciperà ai convegni per far emergere storie con risvolti non solo giuridici, ma anche culturali e sociali.
Il capo della Polizia Franco Gabrielli nella prefazione alla pubblicazione di "...questo non è amore 2019" che riporta l'analisi dei fenomeni criminali relativi alla violenza di genere e le iniziative messe in campo dalla Polizia di Stato per combatterli, ha scritto che una donna, vittima di violenza di genere si aspetta "Sicuramente protezione e indagini che portino presto ad aver giustizia, ma non solo. Una donna che è vittima di violenza si sente sola, prova vergogna, ha paura di ritorsioni per sé stessa e per i propri figli, si crede colpevole, teme di non essere creduta, di essere giudicata. Il poliziotto a cui chiede aiuto deve saper rispondere a questo dolore, consapevole che il più delle volte l'aggressore è una persona a cui la donna è legata da vincoli affettivi".