Tfr in busta paga, poche le richieste in Basilicata

Confesercenti: “Solo 6 dipendenti su 100 ne hanno fatto richiesta”

mercoledì 11 marzo 2015 11.41
A cura di Marco Delli Noci
La misura, varata dal governo centrale ed in vigore da marzo 2015, riguardo la richiesta di anticipazione di parte del Tfr nella busta paga dei lavoratori non sta riscuotendo successo, soprattutto in Basilicata.

La scarsa adesione al Tfr in busta paga è stata registrata grazie ad un sondaggio condotto da Confesercenti con Swg. Fino ad adesso, in Basilicata, solo 6 dipendenti su 100 ne hanno fatto richiesta, e solo un altro 11% vorrebbe farlo entro la fine del 2015. Tra l'altro la stragrande maggioranza dei dipendenti (l'83%) lascerà invece accumulare il trattamento di fine rapporto nell'impresa in cui lavora, come avvenuto finora oggi. Così anche le imprese si allineano alle risposte dei dipendenti: l'82% non ha ricevuto o pensa di non ricevere richieste di Tfr in busta paga da parte dei propri dipendenti", fa sapere sempre la Confesercenti.

I lavoratori che hanno scelto di avere il Tfr su base mensile, "utilizzeranno la liquidità aggiuntiva soprattutto per saldare debiti pregressi, destinazione indicata dal 24% del campione" (1.500 soggetti maggiorenni su 3.800 contatti complessivi). Inoltre, si legge nel rapporto della Confesercenti, un "20% che lo destinerà alla previdenza integrativa, mentre solo il 19% lo impiegherà per acquisti di vario genere. Il 35%, invece, non ha ancora un programma".

Tra le ragioni in merito alla mancata adesione c'è soprattutto "la volontà di non erodere la liquidazione da riscuotere a fine rapporto di lavoro", opzione indicata dal 58% di chi lo lascerà accumulare in azienda. Altri invece fanno notare, "un rilevante 30% che dichiara di non avere approfittato dell'opzione per via dell'eccesso di fisco: il Tfr, se percepito in busta paga, viene infatti tassato con aliquota ordinaria, e non ridotta come quando viene preso alla fine del rapporto di lavoro. Oltretutto, incide negativamente sulla determinazione dell'Isee (questione dirimente soprattutto per le fasce di reddito più deboli, che sarebbero dovute essere le principali beneficiarie del provvedimento)".

"Emerge – afferma Prospero Cassino, presidente Confesercenti – come si continui a valutare positivamente l'istituto TFR, e si ritiene che sia più utile mantenere intatta la liquidazione piuttosto che usufruire di poca liquidità in più ogni mese. Non a caso secondo il nostro sondaggio il 67% dei dipendenti pensa che sia un intervento poco significativo, che non otterrà i risultati sperati. Sarebbe potuto essere più efficace se si fosse applicata anche sul TFR su base mensile la tassazione ad aliquota ridotta. Ma anche un'erogazione in un'unica soluzione, come se fosse una mensilità in più durante l'anno, avrebbe potuto aumentare il tasso di adesione".

Mentre per quanto riguarda le piccole e medie imprese, continua il dirigente di Confesercenti, "desta invece grave preoccupazione la difficoltà che si incontra a reperire finanziamenti dal sistema bancario. Erano difficoltà note: non a caso il Governo aveva previsto dei meccanismi per sbloccare il credito necessario. Il decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri con le modalità attuative del provvedimento, però, non è ancora stato approvato, e lo stesso è accaduto per l'accordo quadro tra Abi, Mef e Ministero del Lavoro che avrebbe dovuto rendere più facile, per le piccole e medie imprese, ottenere finanziamenti finalizzati all'erogazione del TFR in busta paga".