Territorio lucano non idoneo per deposito scorie
Il leader del centro-desta Rocco Sassone spiega le ragioni del no
giovedì 28 gennaio 2021
12.41
"In una terra bella quanto fragile come la Basilicata, caratterizzata da notevoli criticità dal punto di vista idrogeologico, ogni azione di contrasto all'ubicazione del deposito nazionale delle scorie nucleari risponde pienamente alla richiesta di sicurezza che proviene dalle nostre comunità".
Queste le parole con cui Rocco Sassone ha voluto chiarire la posizione del centrodestra materano sull'eventualità di impiantare il deposito nazionale di scorie radioattive in territorio lucano.
Un territorio non idoneo ad ospitare il deposito- afferma Sassone, che ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro di professionisti "che predisporranno un Risk Assessment sulle principali componenti di rischio incidentale afferenti ai nostri territori". Sassone si dice convinto che l'analisi dei rischi, da quello idrogeologico a quello sismico, porteranno ad escludere tra le località individuate dalla mappa dei siti potenzialmente idonei stilata dalla Sogin, le aree della Basilicata, poiché non adatte ad accogliere un'opera fortemente impattante come un deposito di scorie nucleari.
"Tutti non vogliamo il 'cassonetto sotto casa' invocando legittimamente intitolazioni e vocazioni del territorio di interesse, ma nell'ottica di dover realizzare necessariamente il deposito, il decisore istituzionale deve perseguire l'interesse generale, indirizzando la scelta verso quelle aree che posseggono caratteristiche tali da minimizzare i rischi"- ha detto il consigliere comunale del centrodestra, che poi ha spiegato le ragioni del No, proprio nella seduta del consiglio comunale dedicata allo scottante tema, anche attraverso l'analisi di alcuni fattori e dati di rischio.
Dal punto di vista idrogeologico, l'87% dei Comuni lucani è classificato con un valore del livello di attenzione molto elevato o elevato, a fronte di una media nazionale del 45,3%.
Per ciò che, invece, riguarda il rischio sismico, la Basilicata è una regione ad alta sismicità: oltre il 90% della superficie lucana è classificata a sismicità alta (zona 1) e media (zona 2), rispetto ad una media nazionale pari al 46,26%; con la specificità che quasi un terzo della superficie regionale (29,4%) ricade in zone a sismicità alta, contro la media nazionale pari al 4,5%. A questi dati si aggiunga che, sui 131 Comuni lucani, 45 ricadono in zona 1 e 77 in zona 2 e la percentuale di abitanti residente in comuni classificati in zona 1 e 2 ammonta ad oltre il 78%, contro la media nazionale del 40,8%.
Insomma, i numeri parlano chiaro. Per questa ragione, è "sulla scorta dell'analisi di elementi oggettivi che si ricava inequivocabilmente che i nostri territori sono inidonei a ospitare strutture critiche come un deposito nazionale di scorie nucleari" -afferma il leader del centrodestra, confermando la volontà di supportare l'operato del primo cittadino, a cui è stato dato il compito di "impugnare e difendere in ogni sede l'eventualità di indirizzare la scelta di ubicare il deposito sui nostri territori", attraverso la stesura di osservazioni di natura tecnica, stilate dal gruppo di lavori composto da esperti del settore.
Queste le parole con cui Rocco Sassone ha voluto chiarire la posizione del centrodestra materano sull'eventualità di impiantare il deposito nazionale di scorie radioattive in territorio lucano.
Un territorio non idoneo ad ospitare il deposito- afferma Sassone, che ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro di professionisti "che predisporranno un Risk Assessment sulle principali componenti di rischio incidentale afferenti ai nostri territori". Sassone si dice convinto che l'analisi dei rischi, da quello idrogeologico a quello sismico, porteranno ad escludere tra le località individuate dalla mappa dei siti potenzialmente idonei stilata dalla Sogin, le aree della Basilicata, poiché non adatte ad accogliere un'opera fortemente impattante come un deposito di scorie nucleari.
"Tutti non vogliamo il 'cassonetto sotto casa' invocando legittimamente intitolazioni e vocazioni del territorio di interesse, ma nell'ottica di dover realizzare necessariamente il deposito, il decisore istituzionale deve perseguire l'interesse generale, indirizzando la scelta verso quelle aree che posseggono caratteristiche tali da minimizzare i rischi"- ha detto il consigliere comunale del centrodestra, che poi ha spiegato le ragioni del No, proprio nella seduta del consiglio comunale dedicata allo scottante tema, anche attraverso l'analisi di alcuni fattori e dati di rischio.
Dal punto di vista idrogeologico, l'87% dei Comuni lucani è classificato con un valore del livello di attenzione molto elevato o elevato, a fronte di una media nazionale del 45,3%.
Per ciò che, invece, riguarda il rischio sismico, la Basilicata è una regione ad alta sismicità: oltre il 90% della superficie lucana è classificata a sismicità alta (zona 1) e media (zona 2), rispetto ad una media nazionale pari al 46,26%; con la specificità che quasi un terzo della superficie regionale (29,4%) ricade in zone a sismicità alta, contro la media nazionale pari al 4,5%. A questi dati si aggiunga che, sui 131 Comuni lucani, 45 ricadono in zona 1 e 77 in zona 2 e la percentuale di abitanti residente in comuni classificati in zona 1 e 2 ammonta ad oltre il 78%, contro la media nazionale del 40,8%.
Insomma, i numeri parlano chiaro. Per questa ragione, è "sulla scorta dell'analisi di elementi oggettivi che si ricava inequivocabilmente che i nostri territori sono inidonei a ospitare strutture critiche come un deposito nazionale di scorie nucleari" -afferma il leader del centrodestra, confermando la volontà di supportare l'operato del primo cittadino, a cui è stato dato il compito di "impugnare e difendere in ogni sede l'eventualità di indirizzare la scelta di ubicare il deposito sui nostri territori", attraverso la stesura di osservazioni di natura tecnica, stilate dal gruppo di lavori composto da esperti del settore.