Tassa di soggiorno, che fine fanno i fondi?
La Confapi chiede maggiore chiarezza sull'utilizzo dei soldi derivanti dall'imposta sul turismo
venerdì 13 giugno 2014
9.10
Che fine fanno i proventi derivanti dall'imposta di soggiorno del Comune di Matera e di alcuni comuni della provincia?
A due anni di distanza dall'introduzione della tassa, Confapi chiede maggiore chiarezza sulle modalità d'impiego di questi fondi.
Da sempre contraria all'introduzione dell'imposta, Confapi Matera ricorda che, trattandosi di un'imposta di scopo ai sensi dell'art. 4 del d.lgs. n. 23/2011, i proventi devono essere reimpiegati a vantaggio del turismo locale, non potendo le amministrazioni comunali spendere le risorse ricavate per altri fini che non siano quelli prettamente turistici.
"Vorremmo conoscere come sono stati utilizzati i proventi per il miglioramento dei servizi turistici, trattandosi di un'imposta di scopo finalizzata appunto al settore turismo – dichiara il vice presidente nazionale di Confapi Turismo, nonché vice presidente vicario di Confapi Matera, Silvio Grassi - quindi che cosa i Comuni interessati intendano fare con queste risorse, quali servizi intendano offrire al turista, quali interventi intendano finanziare in materia di turismo".
"Chiediamo che i Comuni istituiscano appositi tavoli tecnici con le associazioni di categoria per discutere del miglior utilizzo possibile dei proventi dell'imposta di soggiorno, imposta di scopo che a questo punto potrebbe compensare la perdita di competitività per le imprese turistiche con adeguati servizi da offrire ai turisti".
"Il Comune di Fasano, che si trova nel territorio nostro concorrente più forte, la Valle d'Itria, e che ha 2 volte e mezzo i turisti di Matera, avendo incassato dall'imposta di soggiorno 300mila euro, ha deciso di incontrare le associazioni degli imprenditori per capire come spendere quei soldi, prosegue Grassi. Chiediamo che Matera e gli altri Comuni (Bernalda, Nova Siri) interessati facciano la stessa cosa".
"Queste somme – conclude il vice presidente nazionale di Confapi Turismo – non sono destinate all'amministrazione ordinaria (per esempio rifacimento del manto stradale o della segnaletica), ma ad un progetto specifico per l'individuazione del quale le associazioni imprenditoriali potrebbero essere consultate".
Si potrebbero, ad esempio, impiegare per intensificare i collegamenti con l'aeroporto di Bari o per lo sviluppo in chiave charter della Pista Mattei, oppure per incentivare specifici segmenti turistici. Per esempio, circa il cicloturismo a Matera, riscuote apprezzamento la pista che passando davanti al cimitero nuovo apre a interessanti itinerari nell'agro materano, ma per accedere a quel tratto ciclabile occorre attraversare un tratto stradale molto pericoloso. Oppure, per rendere il turismo più competitivo, con evidenti ricadute per l'indotto, si potrebbe operare una riduzione del carico fiscale che cade proprio sugli alberghi.
A due anni di distanza dall'introduzione della tassa, Confapi chiede maggiore chiarezza sulle modalità d'impiego di questi fondi.
Da sempre contraria all'introduzione dell'imposta, Confapi Matera ricorda che, trattandosi di un'imposta di scopo ai sensi dell'art. 4 del d.lgs. n. 23/2011, i proventi devono essere reimpiegati a vantaggio del turismo locale, non potendo le amministrazioni comunali spendere le risorse ricavate per altri fini che non siano quelli prettamente turistici.
"Vorremmo conoscere come sono stati utilizzati i proventi per il miglioramento dei servizi turistici, trattandosi di un'imposta di scopo finalizzata appunto al settore turismo – dichiara il vice presidente nazionale di Confapi Turismo, nonché vice presidente vicario di Confapi Matera, Silvio Grassi - quindi che cosa i Comuni interessati intendano fare con queste risorse, quali servizi intendano offrire al turista, quali interventi intendano finanziare in materia di turismo".
"Chiediamo che i Comuni istituiscano appositi tavoli tecnici con le associazioni di categoria per discutere del miglior utilizzo possibile dei proventi dell'imposta di soggiorno, imposta di scopo che a questo punto potrebbe compensare la perdita di competitività per le imprese turistiche con adeguati servizi da offrire ai turisti".
"Il Comune di Fasano, che si trova nel territorio nostro concorrente più forte, la Valle d'Itria, e che ha 2 volte e mezzo i turisti di Matera, avendo incassato dall'imposta di soggiorno 300mila euro, ha deciso di incontrare le associazioni degli imprenditori per capire come spendere quei soldi, prosegue Grassi. Chiediamo che Matera e gli altri Comuni (Bernalda, Nova Siri) interessati facciano la stessa cosa".
"Queste somme – conclude il vice presidente nazionale di Confapi Turismo – non sono destinate all'amministrazione ordinaria (per esempio rifacimento del manto stradale o della segnaletica), ma ad un progetto specifico per l'individuazione del quale le associazioni imprenditoriali potrebbero essere consultate".
Si potrebbero, ad esempio, impiegare per intensificare i collegamenti con l'aeroporto di Bari o per lo sviluppo in chiave charter della Pista Mattei, oppure per incentivare specifici segmenti turistici. Per esempio, circa il cicloturismo a Matera, riscuote apprezzamento la pista che passando davanti al cimitero nuovo apre a interessanti itinerari nell'agro materano, ma per accedere a quel tratto ciclabile occorre attraversare un tratto stradale molto pericoloso. Oppure, per rendere il turismo più competitivo, con evidenti ricadute per l'indotto, si potrebbe operare una riduzione del carico fiscale che cade proprio sugli alberghi.