Tasi nelle aree industriali, possibile evitare la doppia tassazione
Trovato accordo tra Regione, Anci e Consorzio per lo Sviluppo Industriale
sabato 7 marzo 2015
In futuro sarà possibile evitare la doppia tassazione della Tasi che affligge le imprese lucane collocate nelle aree industriali.
Ricostruendo la vicenda, queste imprese pagano la Tasi, per via di una serie di leggi e regolamenti, sia per la pubblica illuminazione che per la manutenzione delle strade e del verde. Ma adesso grazie all'impegno congiunto dell'Anci, della Regione e del Consorzio di Sviluppo Industriale, si riuscirà a scongiurare la doppia imposta attraverso l'unificazione in un'unica gestione dei Comuni dell'intero patrimonio infrastrutturale, come accade in altre parti d'Italia e come prevede la legge regionale.
In questi giorni si è tenuto un tavolo tecnico in cui hanno partecipato: il dottor Pasquale Latorre di Confapi Matera, i rappresentanti dei Consorzi e dell'Anci. Le parti interessate si sono riunite per avviare il percorso di attuazione della legge regionale di riforma dei Consorzi che prevede il passaggio ai comuni delle infrastrutture realizzate dagli enti consortili negli agglomerati industriali. Compiuta un'analisi giuridico-fiscale della normativa, il tavolo tecnico regionale ha deciso di creare un gruppo di lavoro per ognuna delle 3 aree del Consorzio di Matera (La Martella, Jesce e Valbasento), che porti al trasferimento ai comuni delle infrastrutture.
Così è stato stabilito il crono-programma per i prossimi mesi. Entro fine marzo saranno quantificati i costi per le imprese relativi agli oneri consortili e l'introito dei comuni a titolo di Tasi. Entro maggio-giugno si dovrebbe giungere alla gestione unica dei comuni del patrimonio infrastrutturale delle aree. In tal modo le imprese non saranno più tenute al pagamento delle spese di gestione al Consorzio per lo Sviluppo Industriale e verseranno solo la Tasi ai comuni. I municipi interessati per il materano sono quelli di Matera, Ferrandina, Pisticci e Salandra.
Ora lo sforzo maggiore è chiesto ai comuni che, costretti a ricorrere alla Tasi per sopperire ai tagli dei trasferimenti statali, dovrebbero farsi carico delle infrastrutture oggi a carico dei Consorzi.
Ricostruendo la vicenda, queste imprese pagano la Tasi, per via di una serie di leggi e regolamenti, sia per la pubblica illuminazione che per la manutenzione delle strade e del verde. Ma adesso grazie all'impegno congiunto dell'Anci, della Regione e del Consorzio di Sviluppo Industriale, si riuscirà a scongiurare la doppia imposta attraverso l'unificazione in un'unica gestione dei Comuni dell'intero patrimonio infrastrutturale, come accade in altre parti d'Italia e come prevede la legge regionale.
In questi giorni si è tenuto un tavolo tecnico in cui hanno partecipato: il dottor Pasquale Latorre di Confapi Matera, i rappresentanti dei Consorzi e dell'Anci. Le parti interessate si sono riunite per avviare il percorso di attuazione della legge regionale di riforma dei Consorzi che prevede il passaggio ai comuni delle infrastrutture realizzate dagli enti consortili negli agglomerati industriali. Compiuta un'analisi giuridico-fiscale della normativa, il tavolo tecnico regionale ha deciso di creare un gruppo di lavoro per ognuna delle 3 aree del Consorzio di Matera (La Martella, Jesce e Valbasento), che porti al trasferimento ai comuni delle infrastrutture.
Così è stato stabilito il crono-programma per i prossimi mesi. Entro fine marzo saranno quantificati i costi per le imprese relativi agli oneri consortili e l'introito dei comuni a titolo di Tasi. Entro maggio-giugno si dovrebbe giungere alla gestione unica dei comuni del patrimonio infrastrutturale delle aree. In tal modo le imprese non saranno più tenute al pagamento delle spese di gestione al Consorzio per lo Sviluppo Industriale e verseranno solo la Tasi ai comuni. I municipi interessati per il materano sono quelli di Matera, Ferrandina, Pisticci e Salandra.
Ora lo sforzo maggiore è chiesto ai comuni che, costretti a ricorrere alla Tasi per sopperire ai tagli dei trasferimenti statali, dovrebbero farsi carico delle infrastrutture oggi a carico dei Consorzi.