Taglio fondi mensa, dirigenti scolastici sul piede di guerra
Dagli Istituti Comprensivi della città chiesto un immediato confronto con l’amministrazione
mercoledì 14 aprile 2021
Dal bilancio di previsione spariscono 50mila euro per la mensa e i dirigenti scolastici decidono di scendere sul piede di guerra. Appresa la notizia, infatti, tutti i presidi degli istituti comprensivi della città si sono rivolti al Comune per avere spiegazioni, ma l'unica risposta che sono riusciti ad avere è stata quella che, stante così le finanze, non si ha la certezza di riuscire a garantire il servizio di mensa scolastica per l'anno 2021/2022 a partire da Ottobre, così come previsto e così come atteso dalle famiglie che hanno iscritto i propri figli al tempo pieno e prolungato.
Una situazione che ha mandato su tutte le furie Caterina Policaro dell'Istituto Comprensivo Torraca; Michele Ventrelli del "G. Pascoli"; Mariarosaria Santeramo del "Padre Giovanni Minozzi" -"N. Festa"; Isabella Abbatino del "Fermi"; Lamberto De Angelis del "Semeria" e Carmela Di Perna del "Bramante".
I dirigenti scolastici non si arrendono e tengono a ribadire l'importanza di "un servizio che scelgono i tantissimi genitori che lavorano e che i comprensivi cittadini offrono anche come risposta ai bisogni degli alunni stranieri o delle categorie sociali più deboli". "Impensabile - scrivono in una lettera aperta i dirigenti- per degli educatori quali siamo, ipotizzare che la politica abbia considerato possibile che, fino al mese di gennaio 2022, gli alunni e le alunne debbano portarsi da casa magari il cibo, le tovagliette, le posate, l'acqua".
Una ipotesi che rappresenta una chiara provocazione verso la classe politica con la scuola che si trova a fare i conti con la normativa sul "tempo scuola", la quale prevede che gli alunni debbano usufruire di tutte le ore previste, "cosa che stiamo garantendo, con enormi sacrifici, da marzo del 2020 anche nelle fasi emergenziali e di sospensione delle attività in presenza, mantenendo per quanto possibile il diritto all'istruzione in ogni situazione"- sottolineano i responsabili degli istituti comprensivi materani, che ricordano ai più "distratti", che le classi a tempo pieno e prolungato esistono da diversi anni a Matera e che, ovviamente, il prossimo anno si formeranno nuove classi, visto che i genitori già da febbraio hanno espresso la propria preferenza in tale direzione.
Secondo quanto emerso, i soldi distolti dal capitolo spese della mensa scolastica verranno destinati ad incrementare la manutenzione sul verde pubblico: notizia che lascia basiti i dirigenti scolastici. "Ci chiediamo se ha davvero senso barattare la potatura degli alberi di via Nazionale con un servizio come la mensa scolastica che, se pure a domanda individuale, impatta sul diritto all'istruzione di tantissimi minori e sull'organizzazione di tantissime famiglie materane"- sottolineano dai sei IC di Matera, tornando a ribadire l'importanza del servizio, sia per le mamme lavoratrici, che per gli alunni stranieri i quali migliorano la propria inclusione, ma anche dal punto di vista strettamente pedagogico, alla didattica laboratoriale, collaborativa, esperienziale. Un servizio dalla valenza socializzante che consente ai bambini di condividere l'esperienza del pranzo in comune, che "fino ad oggi era anche un vanto, per la città di Matera" con una mensa biologica approvata e certificata dal Ministero, "parte integrante dell'educazione all'alimentazione sostenibile e sana per i fruitori".
Insomma, una questione sulla quale non si può soprassedere. Per questo la decisione dell'amministrazione comunale di sacrificare i fondi per la refezione scolastica lascia di stucco. Senza voler tener conto del fatto che non c'è stata alcuna interlocuzione "in merito all'impatto che tutto ciò ha sulla comunità educativa cittadina, con i Dirigenti Scolastici, istituzioni preposte all'organizzazione e all'erogazione del servizio e a garanzia dell'obbligo scolastico".
Per tutte queste ragioni i dirigenti scolastici dissentono nel modo più assoluto con l'amministrazione comunale rispetto ad una scelta che avrà importanti ricadute sugli organici scolastici e sull'organizzazione della vita familiare cittadina e invitiamo alla riflessione gli organi istituzionali e le persone coinvolte e chiedono urgentemente di essere convocati dal Sindaco e dall'assessore all'istruzione per un immediato confronto.
Una situazione che ha mandato su tutte le furie Caterina Policaro dell'Istituto Comprensivo Torraca; Michele Ventrelli del "G. Pascoli"; Mariarosaria Santeramo del "Padre Giovanni Minozzi" -"N. Festa"; Isabella Abbatino del "Fermi"; Lamberto De Angelis del "Semeria" e Carmela Di Perna del "Bramante".
I dirigenti scolastici non si arrendono e tengono a ribadire l'importanza di "un servizio che scelgono i tantissimi genitori che lavorano e che i comprensivi cittadini offrono anche come risposta ai bisogni degli alunni stranieri o delle categorie sociali più deboli". "Impensabile - scrivono in una lettera aperta i dirigenti- per degli educatori quali siamo, ipotizzare che la politica abbia considerato possibile che, fino al mese di gennaio 2022, gli alunni e le alunne debbano portarsi da casa magari il cibo, le tovagliette, le posate, l'acqua".
Una ipotesi che rappresenta una chiara provocazione verso la classe politica con la scuola che si trova a fare i conti con la normativa sul "tempo scuola", la quale prevede che gli alunni debbano usufruire di tutte le ore previste, "cosa che stiamo garantendo, con enormi sacrifici, da marzo del 2020 anche nelle fasi emergenziali e di sospensione delle attività in presenza, mantenendo per quanto possibile il diritto all'istruzione in ogni situazione"- sottolineano i responsabili degli istituti comprensivi materani, che ricordano ai più "distratti", che le classi a tempo pieno e prolungato esistono da diversi anni a Matera e che, ovviamente, il prossimo anno si formeranno nuove classi, visto che i genitori già da febbraio hanno espresso la propria preferenza in tale direzione.
Secondo quanto emerso, i soldi distolti dal capitolo spese della mensa scolastica verranno destinati ad incrementare la manutenzione sul verde pubblico: notizia che lascia basiti i dirigenti scolastici. "Ci chiediamo se ha davvero senso barattare la potatura degli alberi di via Nazionale con un servizio come la mensa scolastica che, se pure a domanda individuale, impatta sul diritto all'istruzione di tantissimi minori e sull'organizzazione di tantissime famiglie materane"- sottolineano dai sei IC di Matera, tornando a ribadire l'importanza del servizio, sia per le mamme lavoratrici, che per gli alunni stranieri i quali migliorano la propria inclusione, ma anche dal punto di vista strettamente pedagogico, alla didattica laboratoriale, collaborativa, esperienziale. Un servizio dalla valenza socializzante che consente ai bambini di condividere l'esperienza del pranzo in comune, che "fino ad oggi era anche un vanto, per la città di Matera" con una mensa biologica approvata e certificata dal Ministero, "parte integrante dell'educazione all'alimentazione sostenibile e sana per i fruitori".
Insomma, una questione sulla quale non si può soprassedere. Per questo la decisione dell'amministrazione comunale di sacrificare i fondi per la refezione scolastica lascia di stucco. Senza voler tener conto del fatto che non c'è stata alcuna interlocuzione "in merito all'impatto che tutto ciò ha sulla comunità educativa cittadina, con i Dirigenti Scolastici, istituzioni preposte all'organizzazione e all'erogazione del servizio e a garanzia dell'obbligo scolastico".
Per tutte queste ragioni i dirigenti scolastici dissentono nel modo più assoluto con l'amministrazione comunale rispetto ad una scelta che avrà importanti ricadute sugli organici scolastici e sull'organizzazione della vita familiare cittadina e invitiamo alla riflessione gli organi istituzionali e le persone coinvolte e chiedono urgentemente di essere convocati dal Sindaco e dall'assessore all'istruzione per un immediato confronto.