Taglio dei fondi a mensa e asili nido, Cgil contro Comune
Per il sindacato una scelta che rappresenta una involuzione culturale
giovedì 15 aprile 2021
16.46
Sul taglio ai fondi per la mensa e gli asili nido monta la polemica in città. Una decisione criticata dalla Cgil di Matera che parla di "prospettiva di involuzione culturale per la città, in controtendenza rispetto alle dinamiche che stanno caratterizzando la crescita e lo sviluppo della società italiana". Uno degli aspetti che preoccupa il sindacato riguarda la perdita di posti di lavoro (occupati principalmente da donne) che la decisione provocherà.
"Anziché lavorare per far diventare universale un servizio che è ancora colpevolmente a domanda individuale, si riduce la capacità ricettiva degli asili nido e si comprime ulteriormente la durata del servizio di mensa, che da sempre prende avvio più tardi (in genere in ottobre) rispetto alla data di apertura dell'anno scolastico e termina prima (in genere, in maggio) rispetto alla sua chiusura"- dicono dalla Cgil, ricordando all'amministrazione, tra le altre cose, la vertenza in piedi tra le lavoratrici e la società appaltatrice del servizio mensa, per il mancato riconoscimento di ore lavorate.
"Una riduzione delle risorse destinate al servizio per il prossimo anno scolastico aumenterà le criticità già presenti sull'appalto e la precarietà di queste lavoratrici, tutte assunte con contratti in regime di part time ciclico e sospensione della retribuzione nel periodo giugno – ottobre" –sottolineano dall'organizzazione sindacale che critica la scelta dell'amministrazione che farà pagare lo scotto di tale decisione "oltre che le mamme materane, i bambini e le bambine, anche le addette, che peraltro hanno già pagato un caro prezzo a causa delle ripetute sospensioni della didattica a distanza".
"Anziché lavorare per far diventare universale un servizio che è ancora colpevolmente a domanda individuale, si riduce la capacità ricettiva degli asili nido e si comprime ulteriormente la durata del servizio di mensa, che da sempre prende avvio più tardi (in genere in ottobre) rispetto alla data di apertura dell'anno scolastico e termina prima (in genere, in maggio) rispetto alla sua chiusura"- dicono dalla Cgil, ricordando all'amministrazione, tra le altre cose, la vertenza in piedi tra le lavoratrici e la società appaltatrice del servizio mensa, per il mancato riconoscimento di ore lavorate.
"Una riduzione delle risorse destinate al servizio per il prossimo anno scolastico aumenterà le criticità già presenti sull'appalto e la precarietà di queste lavoratrici, tutte assunte con contratti in regime di part time ciclico e sospensione della retribuzione nel periodo giugno – ottobre" –sottolineano dall'organizzazione sindacale che critica la scelta dell'amministrazione che farà pagare lo scotto di tale decisione "oltre che le mamme materane, i bambini e le bambine, anche le addette, che peraltro hanno già pagato un caro prezzo a causa delle ripetute sospensioni della didattica a distanza".