Studi e monitoraggi sanitari in aree a rischio per attività industriali
Anche a Matera e in alcuni Comuni della provincia
venerdì 21 giugno 2024
19.21
Il 17 e il 18 luglio, con un tavolo di lavoro a Matera tra Regione, aziende sanitarie lucane e Arpab, prenderà il via il progetto Lucas (Lucania Ambiente e salute) che prevede dei monitoraggi sanitari ed epidemiologici nelle aree della Basilicata maggiormente esposte alle attività industriali. Questa mattina in una riunione nel dipartimento ambiente, presieduto dall'assessore all'ambiente e al territorio Cosimo Latronico, è stato fatto il punto della situazione ed è stato stilato un cronoprogramma.
L'obiettivo del progetto Lucas è quello di costruire un sistema e una campagna di sorveglianza epidemiologica, monitorando costantemente le condizioni sanitarie e ambientali per garantire un futuro più sano e sicuro per tutti. Il progetto è ideato per fasi successive. La prima prevede il monitoraggio delle matrici ambientali (aria acqua, suolo), il secondo la valutazione degli ecosistemi e dello stato di salute delle popolazioni residenti. Saranno analizzate tutte le emergenze ambientali della regione, con monitoraggi approfonditi nelle otto aree di maggiore rischio tra cui i siti di interesse nazionale per il disinquinamento (Sin Tito Scalo, Sin Ferrandina, Sin Pisticci, val D'Agri-Centro oli di Viggiano, valle del Sauro-Tempa Rossa, Pollino-area nord-occidentale, Centro Enea-Trisaia, Termovalorizzatore Rendina Itm; cementifici di Barile e Matera; Ferriera di Potenza; valle del Mercure).
Il progetto prevede, inoltre, un'attività di sorveglianza sanitaria ad ampio spettro finalizzata all'attivazione di politiche per la salute diffuse sul territorio. Lo studio è finanziato con 27 milioni in cinque anni nell'ambito degli accordi con Total, Eni, Mitsui e Shell ed ha anche che ha anche ricevuto l'approvazione da parte del comitato tecnico scientifico.
L'obiettivo del progetto Lucas è quello di costruire un sistema e una campagna di sorveglianza epidemiologica, monitorando costantemente le condizioni sanitarie e ambientali per garantire un futuro più sano e sicuro per tutti. Il progetto è ideato per fasi successive. La prima prevede il monitoraggio delle matrici ambientali (aria acqua, suolo), il secondo la valutazione degli ecosistemi e dello stato di salute delle popolazioni residenti. Saranno analizzate tutte le emergenze ambientali della regione, con monitoraggi approfonditi nelle otto aree di maggiore rischio tra cui i siti di interesse nazionale per il disinquinamento (Sin Tito Scalo, Sin Ferrandina, Sin Pisticci, val D'Agri-Centro oli di Viggiano, valle del Sauro-Tempa Rossa, Pollino-area nord-occidentale, Centro Enea-Trisaia, Termovalorizzatore Rendina Itm; cementifici di Barile e Matera; Ferriera di Potenza; valle del Mercure).
Il progetto prevede, inoltre, un'attività di sorveglianza sanitaria ad ampio spettro finalizzata all'attivazione di politiche per la salute diffuse sul territorio. Lo studio è finanziato con 27 milioni in cinque anni nell'ambito degli accordi con Total, Eni, Mitsui e Shell ed ha anche che ha anche ricevuto l'approvazione da parte del comitato tecnico scientifico.