Stop all'Eni sul trattamento dei reflui
La Rete Salva L'acqua diffida Regione e Comuni a concedere le autorizzazioni
martedì 20 giugno 2017
Con istanza del 21 aprile 2017 la società Eni Spa ha presentato alla regione Basilicata, alla Provincia di Potenza e ai comuni di Grumento e di Viggiano (oltre che al Consorzio di Sviluppo Industriale A.S.I.)
istanza di autorizzazione temporanea a: trattare le acque superficiali mediante impianto mobile; allocare tale impianto mobile nel punto di emungimento posto all'uscita del dreno e quindi a monte della S.S. 598; inviare suddette acque trattate all'impianto di trattamento di proprietà ASI.
La società chiede, pertanto, l'emissione di ordinanza presidenziale al fine di procedere con le suddette operazioni.
Nella nota si precisa anche che a seguito dell'azione di messa in sicurezza d'emergenza , nei pressi del COVA vi è la necessità di installare nei pressi della tubazione drenante ubicata a valle della statale 598, un impianto mobile di trattamento acque reflue per abbattere i livelli della contaminazione da Solventi Organici. In questo modo, la società chiede sostanzialmente invio dopo il trattamento, alla tubazione ivi ubicata ed adducente alla linea consortile di proprietà ASI per il successivo invio all'impianto biologico di trattamento e che a tal fine l'Eni ha anticipato anche l'installazione di un sistema di trattamento.
La società precisa anche che con le operazioni di MISE sono state riempite alla data del 21 aprile c.m un numero considerevole di autobotti (indicato in n. 63), per cui in attesa dell'arrivo dei bollettini analitici per la caratterizzazione del rifiuto, sono state presentate diverse richieste di autorizzazione ai comuni di Grumento Nova, Viggiano e Montemurro e che a fronte della portata del refluo e del numero considerevole di autobotti ritiene necessario l'installazione e l'esercizio dell'impianto di trattamento e che sia autorizzata con apposita ordinanza il servizio di trattamento delle acque superficiali mediante impianto mobile.
Il sistema di trattamento delle acque, secondo la società, ha una capacità di trattamento adeguate alle esigenze ed è stato installato secondo la configurazione impiantistica riportata nel "Layout dell'impianto" allegato dalla società SIMAM Spa.
La società precisa anche che i liquidi trattati in uscita saranno inviati all'impianto consortile ASI di Viggiano. A tale richiesta si oppongono con fermezza le associazioni ambientaliste di Puglia e di Basilicata protagoniste della Marcia Salvalacqua lo scorso 27 maggio a Matera. Le stesse hanno inviato a tutte le istituzioni una nota formale ribadendo che il progetto di smaltimento mobile dei reflui e il relativo progetto SIMAM di trattamento mobile acque reflue deve essere soggetto alla VIA-Valutazione di Impatto Ambientale e che al momento non risulta pubblicato sul sito della Regione Basilicata alcun decreto di compatibilità dell'impianto.
Per queste ragioni è stata inviata una formale diffida affinché non sia rilasciata alcuna autorizzazione e per un impianto e un progetto di trattamento mobile dei reflui che si considera potenzialmente impattante per un ambiente già caratterizzato dallo sversamento di petrolio fuoriuscito dal centro Oil di Viggiano.
Avverso il predetto progetto di smaltimento mobile dei reflui le associazioni ambientaliste avevano evidenziano numerose criticità e potenziali impatti ambientali sollecitando la Regione Basilicata a non emettere decreto di compatibilità, richiesta formalizzata anche da Mediterraneo no triv che aveva anche chiesto il coinvolgimento diretto e democratico della popolazione che vive nel territorio ove sarà collocato l'impianto, coinvolgimento con l'inchiesta pubblica finalizzato alla partecipazione e alla trasparenza.
Tuttavia, la Regione Basilicata non si è mai pronunciata in merito alla legittima richiesta di inchiesta pubblica e non risulta neanche pubblicato il decreto di compatibilità ambientale del progetto di smaltimento mobile dei reflui.
"Quei territori, a fronte proprio dello sversamento di idrocarburi dal Centro OLI di Viggiano (configurato per legge come "incidente rilevante" accaduto a "impianto soggetto alla Seveso III" e come tale catalogato tra le industrie "soggetto a rischio di incidente rilevante") non possono permettersi un altro impianto industriale potenzialmente impattante per l'ambiente e soprattutto per l'acqua del Pertusillo.
I livelli di rischio sono tali che l'unica mise davvero utile è quella che preveda la chiusura definitiva del centro oli. Per questi motivi si chiede alla Regione Basilicata, ai Comuni di Grumento Nuova, di Viggianoe di Montemurro e al Consorzio ASI oltre che alla provincia di Potenza e a tutti i destinatari della richiesta del 21 aprile 2017 inviata da ENI spa, di respingere la richiesta così formulata dalla società Eni spa in quanto potenzialmente impattante per l'ambiente e si chiede di applicare il principio di precauzione al fine di perseguire la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini e il rispetto dell'integrità delle acque del Pertusillo, si diffidano le massime autorità sanitarie competenti in materia e nelle persone del Sindaco di Grumento Nova, di Viggiano, di Montemurro e del Presidente della Regione Basilicata in carica, affinché esprimano giudizio negativo in merito alla richiesta dell'ENI Spa.
istanza di autorizzazione temporanea a: trattare le acque superficiali mediante impianto mobile; allocare tale impianto mobile nel punto di emungimento posto all'uscita del dreno e quindi a monte della S.S. 598; inviare suddette acque trattate all'impianto di trattamento di proprietà ASI.
La società chiede, pertanto, l'emissione di ordinanza presidenziale al fine di procedere con le suddette operazioni.
Nella nota si precisa anche che a seguito dell'azione di messa in sicurezza d'emergenza , nei pressi del COVA vi è la necessità di installare nei pressi della tubazione drenante ubicata a valle della statale 598, un impianto mobile di trattamento acque reflue per abbattere i livelli della contaminazione da Solventi Organici. In questo modo, la società chiede sostanzialmente invio dopo il trattamento, alla tubazione ivi ubicata ed adducente alla linea consortile di proprietà ASI per il successivo invio all'impianto biologico di trattamento e che a tal fine l'Eni ha anticipato anche l'installazione di un sistema di trattamento.
La società precisa anche che con le operazioni di MISE sono state riempite alla data del 21 aprile c.m un numero considerevole di autobotti (indicato in n. 63), per cui in attesa dell'arrivo dei bollettini analitici per la caratterizzazione del rifiuto, sono state presentate diverse richieste di autorizzazione ai comuni di Grumento Nova, Viggiano e Montemurro e che a fronte della portata del refluo e del numero considerevole di autobotti ritiene necessario l'installazione e l'esercizio dell'impianto di trattamento e che sia autorizzata con apposita ordinanza il servizio di trattamento delle acque superficiali mediante impianto mobile.
Il sistema di trattamento delle acque, secondo la società, ha una capacità di trattamento adeguate alle esigenze ed è stato installato secondo la configurazione impiantistica riportata nel "Layout dell'impianto" allegato dalla società SIMAM Spa.
La società precisa anche che i liquidi trattati in uscita saranno inviati all'impianto consortile ASI di Viggiano. A tale richiesta si oppongono con fermezza le associazioni ambientaliste di Puglia e di Basilicata protagoniste della Marcia Salvalacqua lo scorso 27 maggio a Matera. Le stesse hanno inviato a tutte le istituzioni una nota formale ribadendo che il progetto di smaltimento mobile dei reflui e il relativo progetto SIMAM di trattamento mobile acque reflue deve essere soggetto alla VIA-Valutazione di Impatto Ambientale e che al momento non risulta pubblicato sul sito della Regione Basilicata alcun decreto di compatibilità dell'impianto.
Per queste ragioni è stata inviata una formale diffida affinché non sia rilasciata alcuna autorizzazione e per un impianto e un progetto di trattamento mobile dei reflui che si considera potenzialmente impattante per un ambiente già caratterizzato dallo sversamento di petrolio fuoriuscito dal centro Oil di Viggiano.
Avverso il predetto progetto di smaltimento mobile dei reflui le associazioni ambientaliste avevano evidenziano numerose criticità e potenziali impatti ambientali sollecitando la Regione Basilicata a non emettere decreto di compatibilità, richiesta formalizzata anche da Mediterraneo no triv che aveva anche chiesto il coinvolgimento diretto e democratico della popolazione che vive nel territorio ove sarà collocato l'impianto, coinvolgimento con l'inchiesta pubblica finalizzato alla partecipazione e alla trasparenza.
Tuttavia, la Regione Basilicata non si è mai pronunciata in merito alla legittima richiesta di inchiesta pubblica e non risulta neanche pubblicato il decreto di compatibilità ambientale del progetto di smaltimento mobile dei reflui.
"Quei territori, a fronte proprio dello sversamento di idrocarburi dal Centro OLI di Viggiano (configurato per legge come "incidente rilevante" accaduto a "impianto soggetto alla Seveso III" e come tale catalogato tra le industrie "soggetto a rischio di incidente rilevante") non possono permettersi un altro impianto industriale potenzialmente impattante per l'ambiente e soprattutto per l'acqua del Pertusillo.
I livelli di rischio sono tali che l'unica mise davvero utile è quella che preveda la chiusura definitiva del centro oli. Per questi motivi si chiede alla Regione Basilicata, ai Comuni di Grumento Nuova, di Viggianoe di Montemurro e al Consorzio ASI oltre che alla provincia di Potenza e a tutti i destinatari della richiesta del 21 aprile 2017 inviata da ENI spa, di respingere la richiesta così formulata dalla società Eni spa in quanto potenzialmente impattante per l'ambiente e si chiede di applicare il principio di precauzione al fine di perseguire la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini e il rispetto dell'integrità delle acque del Pertusillo, si diffidano le massime autorità sanitarie competenti in materia e nelle persone del Sindaco di Grumento Nova, di Viggiano, di Montemurro e del Presidente della Regione Basilicata in carica, affinché esprimano giudizio negativo in merito alla richiesta dell'ENI Spa.