Statale 7 Matera - Ferrandina, il raddoppio non è più rinviabile

Confapi sollecita: “Riqualificazione complessiva e tempestiva della strada”

mercoledì 25 marzo 2015 9.02
A cura di Marco Delli Noci
Il deficit infrastrutturale continua a perdurare in Basilicata, nonostante i continui richiami.

La questione accessibilità si considera di grande importanza, soprattutto alla luce della nomina di Matera a Capitale europea della cultura per il 2019. Sulle carenze infrastrutturali regionali è molto attiva, ormai da tempo, Confapi Matera. Questa volta l'associazione delle piccole e medie imprese del materano sceglie di analizzare la controversa vicenda della strada statale 7 Matera - Ferrandina.

"È trascorso un anno dall'Accordo infrastrutture stradali Piano per il Sud tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, la Regione Basilicata e l'Anas. Una Intesa che prevedeva un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro per lavori di adeguamento e messa in sicurezza, di completamento di opere già avviate e di realizzazione di nuove infrastrutture stradali sul territorio lucano – ha evidenziato il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito – e che riservava solo 2 milioni di euro alla progettazione dell'ampliamento della Matera-Ferrandina. Un semplice restyling che non basta, perché gli impegni sono sempre stati sul raddoppio di un'arteria sulla cui strategicità sono d'accordo tutti".

Nello specifico, la Statale 7 ricopre un ruolo fondamentale e oggi, con l'aumento del traffico pendolare, commerciale e turistico, l'indice di pericolosità è decuplicato. Di fatto è percorso a imbuto, un "collo di bottiglia" che rallenta tantissimo le comunicazioni rendendole fortemente rischiose. Un problema oggettivo e serio che non deve essere relegato a vantaggio di attenzioni elettorali, momentanee, come la scelta del candidato sindaco.

"Come cittadini – afferma Acito - e non solo come portavoce delle esigenze delle imprese, scontiamo in prima persona il disagio di questa viabilità sempre più precaria. Uno svantaggio che incide sul nostro grado di sicurezza e sulle nostre prospettive." E conclude: "Limitarsi a dei piccoli interventi non può risolvere il problema, serve una riqualificazione complessiva che provveda a realizzare subito il raddoppio. Occorre accelerare i tempi ed evitare di imbrigliare nello status quo una scommessa precaria, che molti, invece, danno già vinta: lo sviluppo."