Sono ben 35 mila i “richiedenti lavoro” in Basilicata

Un popolo di giovani che si è rivolto ai Centri per l’Impiego dando la propria disponibilità

martedì 1 agosto 2017
La notizia ha quasi dell'incredibile, ma non deve stupire vista l'aria che tira in Italia in questi ultimi anni. Che la ricerca di un lavoro sia diventata non più una priorità ma una chimera lo dimostrano i dati diffusi dalla UIL Basilicata. Un quadro disarmante che mette a nudo un problema che affligge un po' tutte le regioni del Sud Italia, Basilicata compresa.

Torniamo ai dati. Nella nostra Regione operano 19 Centri per l'Impiego (sei in provincia di Matera), 147 addetti (98% a tempo indeterminato), di cui il 70% in possesso di diploma, il 19% di licenza media, 11% di laurea; 34.592 dichiarazioni di disponibilità immediata al lavoro presentate, di cui 43,5% da donne e il 21% da under 25anni. Inoltre circa 19 mila gli iscritti a Garanzia Giovani di cui l'85% presi in carico dai Cpi.

Come si apprende dall'articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno, la Uil di Basilicata ha chiesto "innanzitutto un finanziamento aggiuntivo, da ritagliare tra la minor spesa per ammortizzatori sociali, di almeno circa 200 milioni di euro l'anno, sia per stabilizzare i precari dei centri per l'impiego (43 milioni di euro), sia per assumerne almeno altri 1.600, come da tempo promesso dal Governo (67 milioni di euro) sia, inoltre, per stabilizzare i lavoratori e lavoratrici di Anpal Servizi ed Inapp (ex Isfol) (50 milioni di euro). Un investimento compatibile con la condizione finanziaria del Paese, anche graduabile nel tempo ma con la caratterista della strutturalità legata ad un costante monitoraggio della necessaria programmazione".

Ma qual è l'obiettivo che si prefigge la UIL Basilicata? Dalle parole del segretario regionale Carmine Vaccaro sembra tutto abbastanza chiaro e semplice: metterà in campo tutti gli strumenti necessari per contribuire al raggiungimento di un consolidamento, duraturo nel tempo, della rete. Lo faremo a partire dalla leva direttamente in mano al Sindacato: la contrattazione. Lo faremo anche con il dialogo sociale e il confronto con Governo regionale e nazionale, nelle sedi di confronto come i comitati di sorveglianza dei Piani operativi nazionali e nel consiglio di vigilanza dell'Anpal.