Si infuocano le polemiche sugli investimenti per la Cultura
Cotugno, consigliere Pd attacca: "Pasolini vuole essere solo una vetrina?"
mercoledì 2 aprile 2014
18.43
La pioggia di polemiche sugli investimenti nelle attività culturali scelte dall'Amministrazione non accenna a placarsi. Anzi, arriva anche la presa di posizione del consigliere comunale di maggioranza, in quota Pd, Angelo Cotugno, soprattutto per quel che riguarda la scelta inerente la promozione del lavoro di Pasolini.
Senza dimenticare l'importanza del percorso di candidatura a Capitale europea della Cultura per il 2019, e inserendo a pieno titolo la promozione dell'opera di Pier Paolo Pasolini, nel cinquantesimo della realizzazione del "Vangelo secondo Matteo", Cotugno ne critica la scelta per diversi motivi, tra cui la scelta unilaterale da parte della Giunta e l'esosa somma destinata. Ma anche le modalità scelte per la promozione dell'evento.
"L'iniziativa, prima ancora che fosse annunciata in conferenza stampa, è stata conosciuta dalla città per effetto di una delibera di Giunta del Comune di Matera con la quale si è definito il programma di iniziative culturali per il 2014. Con quella delibera la Giunta Comunale ha elencato le iniziative e gli importi con i quali il Comune si impegna per la loro realizzazione. Sul progetto "Matera città del cinema" ovvero "Roma Matera 1964-2014" il Comune di Matera prevede di intervenire con un importo di 450.000 euro. E' l'intervento più consistente dell'anno ed è il più progetto che riceve il finanziato più alto finora ricevuto. Si deve dedurre che probabilmente è quello su cui si vuole puntare più di ogni altro".
Ma la scelta ha ricevuto pareri contrari da diverse parti, rischiando di saltare. "Quella delibera è stata criticata dalle associazioni culturali della città ed è stata criticata anche dalla commissione consiliare cultura, che ne ha preso conoscenza solo con la sua pubblicazione. Il fuoco di critiche aveva indotto lo stesso Sindaco a prenderne le distanze al punto da ritenere necessaria anche una profonda revisione se non addirittura il ritiro".
Ma, Cotugno mette in campo alcuni temi sui quali aprire il dibattito e riflettere. "Non c'è dubbio che a Pasolini, Matera, deve molto e che anche grazie a quel film Matera è stata negli anni luogo osservato ed utilizzato dalle produzioni cinematografiche e dai registi. Il rapporto tra il Poeta friulano e i nostri antichi Rioni è sostanzialmente legato al film "Il Vangelo secondo Matteo". Una circostanza che ha dato lustro a Matera. Da quel momento il nome del Regista è sulla bocca di tanti intellettuali e pseudo intellettuali di provincia che certamente Pasolini, se fosse tra noi, non amerebbe molto. Il film sulla vita di Gesù è però solo una componente della sua opera e del suo pensiero che si è articolato in tanti film, romanzi, saggi e poesie. Un percorso intellettuale straordinario che davvero contribuirebbe ad illuminare quanti ancora non lo conoscono. E sono tanti. Forse anche molti di quelli che oggi organizzano eventi sulla sua figura".
Inoltre, il consigliere comunale Pd, valuta negativamente anche la scelta del modus operandi per la promozione dell'iniziativa. "Anche questa mostra per la quale si stanziano somme ingenti mi sembra frutto di uno sterile senso di appartenenza di facciata. Il rapporto tra una location e un film è profondamente effimero. Pasolini viene a Matera per problemi produttivi ed economici. Meglio cosi', senza dubbio, ma sarebbe più opportuno offrire un servizio culturale alla collettività cercando di approfondire l'intera opera di questo geniale osservatore della realtà. In tal caso si giustificherebbe anche eticamente un investimento di mezzo milione di euro. Portare in giro un film in 131 comuni è un'operazione comoda, semplice e in qualche modo colonialista".
Infatti, spiega Cotugno come: "Per comprendere le cose bisogna avere prima di ogni cosa gli strumenti per farlo. Fornire questi strumenti è la vera sfida di chi pretende di fare cultura. E Pasolini ci ha dotati di tutti gli strumenti per comprendere la natura cinica e fallimentare della nostra società. Concentrare l'attenzione di una piccola particella di Pasolini spendendo tali quantità di denaro pubblico è un'operazione che rischia di rivelarsi sterile. E' certamente in linea con l'idea del turismo cinematografico , che pure ha le sue ragioni d'essere ma che non incide sulla crescita culturale della nostra comunità".
E la conclusione che trae è categorica. "E' una scorciatoia, una delle tante alle quali siamo drammaticamente abituati. Il problema come sempre è: cosa significa fare cultura. Approfondire dei temi e far evolvere le persone (visto che si utilizzano i loro soldi) o solo mettere una bella cosa in un vetrina?"
Senza dimenticare l'importanza del percorso di candidatura a Capitale europea della Cultura per il 2019, e inserendo a pieno titolo la promozione dell'opera di Pier Paolo Pasolini, nel cinquantesimo della realizzazione del "Vangelo secondo Matteo", Cotugno ne critica la scelta per diversi motivi, tra cui la scelta unilaterale da parte della Giunta e l'esosa somma destinata. Ma anche le modalità scelte per la promozione dell'evento.
"L'iniziativa, prima ancora che fosse annunciata in conferenza stampa, è stata conosciuta dalla città per effetto di una delibera di Giunta del Comune di Matera con la quale si è definito il programma di iniziative culturali per il 2014. Con quella delibera la Giunta Comunale ha elencato le iniziative e gli importi con i quali il Comune si impegna per la loro realizzazione. Sul progetto "Matera città del cinema" ovvero "Roma Matera 1964-2014" il Comune di Matera prevede di intervenire con un importo di 450.000 euro. E' l'intervento più consistente dell'anno ed è il più progetto che riceve il finanziato più alto finora ricevuto. Si deve dedurre che probabilmente è quello su cui si vuole puntare più di ogni altro".
Ma la scelta ha ricevuto pareri contrari da diverse parti, rischiando di saltare. "Quella delibera è stata criticata dalle associazioni culturali della città ed è stata criticata anche dalla commissione consiliare cultura, che ne ha preso conoscenza solo con la sua pubblicazione. Il fuoco di critiche aveva indotto lo stesso Sindaco a prenderne le distanze al punto da ritenere necessaria anche una profonda revisione se non addirittura il ritiro".
Ma, Cotugno mette in campo alcuni temi sui quali aprire il dibattito e riflettere. "Non c'è dubbio che a Pasolini, Matera, deve molto e che anche grazie a quel film Matera è stata negli anni luogo osservato ed utilizzato dalle produzioni cinematografiche e dai registi. Il rapporto tra il Poeta friulano e i nostri antichi Rioni è sostanzialmente legato al film "Il Vangelo secondo Matteo". Una circostanza che ha dato lustro a Matera. Da quel momento il nome del Regista è sulla bocca di tanti intellettuali e pseudo intellettuali di provincia che certamente Pasolini, se fosse tra noi, non amerebbe molto. Il film sulla vita di Gesù è però solo una componente della sua opera e del suo pensiero che si è articolato in tanti film, romanzi, saggi e poesie. Un percorso intellettuale straordinario che davvero contribuirebbe ad illuminare quanti ancora non lo conoscono. E sono tanti. Forse anche molti di quelli che oggi organizzano eventi sulla sua figura".
Inoltre, il consigliere comunale Pd, valuta negativamente anche la scelta del modus operandi per la promozione dell'iniziativa. "Anche questa mostra per la quale si stanziano somme ingenti mi sembra frutto di uno sterile senso di appartenenza di facciata. Il rapporto tra una location e un film è profondamente effimero. Pasolini viene a Matera per problemi produttivi ed economici. Meglio cosi', senza dubbio, ma sarebbe più opportuno offrire un servizio culturale alla collettività cercando di approfondire l'intera opera di questo geniale osservatore della realtà. In tal caso si giustificherebbe anche eticamente un investimento di mezzo milione di euro. Portare in giro un film in 131 comuni è un'operazione comoda, semplice e in qualche modo colonialista".
Infatti, spiega Cotugno come: "Per comprendere le cose bisogna avere prima di ogni cosa gli strumenti per farlo. Fornire questi strumenti è la vera sfida di chi pretende di fare cultura. E Pasolini ci ha dotati di tutti gli strumenti per comprendere la natura cinica e fallimentare della nostra società. Concentrare l'attenzione di una piccola particella di Pasolini spendendo tali quantità di denaro pubblico è un'operazione che rischia di rivelarsi sterile. E' certamente in linea con l'idea del turismo cinematografico , che pure ha le sue ragioni d'essere ma che non incide sulla crescita culturale della nostra comunità".
E la conclusione che trae è categorica. "E' una scorciatoia, una delle tante alle quali siamo drammaticamente abituati. Il problema come sempre è: cosa significa fare cultura. Approfondire dei temi e far evolvere le persone (visto che si utilizzano i loro soldi) o solo mettere una bella cosa in un vetrina?"