Scuola: in Basilicata 26 istituzioni perdono l'autonomia

Le Province sperano che le norme del Governo non vadano in porto

mercoledì 1 novembre 2023
Il Tribunale amministrativo regionale della Campania (Tar, sede di Napoli) ha accolto un ricorso della Regione Campania ed ha sospeso il decreto interministeriale (Ministeri dell'istruzione e Ministero dell'economia e delle finanze) sul dimensionamento scolastico. Si tratta delle norme che prevedono una riduzione del numero di scuole autonome. Il Tar Campania, inoltre, ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale affinché si pronunci sulla legittimità costituzionale.

Il ministro dell'istruzione Valditara ha già annunciato che questa decisione sarà impugnata, con ricorso al Consiglio di Stato. Secondo il rappresentante del Governo, il Tar Campania si è dichiarato competente su un decreto, adottato di concerto tra due ministeri, che non riguarda solo una regione ma contiene i criteri per la definizione dell'organico dei dirigenti scolastici sul territorio nazionale.

La situazione in Basilicata
In base alle norme del dimensionamento, in Basilicata si prevede una riduzione delle istituzioni scolastiche con autonomia da 110 a 84. Le Province di Potenza e di Matera sono contrarie. Perdere l'autonomia significa perdere la dirigenza mentre le sedi e il personale restano gli stessi.

"Sul dimensionamento scolastico la sentenza del Tar Campania è una vittoria anche per la Basilicata - ha dichiarato il presidente di Upi Basilicata, Piero Marrese -. Tale pronuncia potrebbe produrre effetti anche sulla nostra regione, una delle più interessate dalla contrazione del numero degli iscritti per la Basilicata, infatti, il decreto sospeso prevedeva il taglio delle autonomie scolastiche da 110 a 84. L'argomento è stato recentemente affrontato dai Consigli provinciali di Potenza e Matera che, oltre ad esprimere netta contrarietà all'applicazione dei nuovi coefficienti per il dimensionamento scolastico, avevano chiesto alla Regione Basilicata di impegnarsi in sede di Conferenza Unificata affinché, nelle regioni come la nostra con scarsa densità demografica, con la quasi totalità di Comuni svantaggiati e con calo demografico, si prevedesse l'applicazione di coefficienti diversi per determinare il numero di istituzioni scolastiche e per istituto". Secondo Marrese, ''Nell'attesa della pronuncia della Corte Costituzionale dobbiamo proseguire nel lavoro istituzionale di tessitura di una rete che, prescindendo dall'appartenenza politica, possa mettere al riparo i nostri paesi dal rischio di perdere ulteriori avamposti dell'istruzione''.