Sblocca Italia, la Regione continua a prendere tempo

Il consiglio ha deciso di impugnare l'articolo 38 solo se non ci saranno modifiche.Tensioni fuori il palazzo.

venerdì 5 dicembre 2014 10.11
A cura di Marco Delli Noci
La Regione continua a prender tempo per l'impugnazione dell'articolo 38 dello Sbllocca Italia davanti la Corte Costituzionale. Se non ci saranno modifiche, l'articolo sarà impugnato per incostituzionalità "entro il 2 gennaio" come ha affermato il presidente della Regione, Marcello Pittella. Questo è stato votato dal consiglio regionale di ieri, grazie alla risoluzione proposta dal consigliere democratico, Roberto Cifarelli.

L'ente regionale ha già inviato al governo i tre emendamenti, da inserire nella legge di stabilità 2015 o nel decreto milleproroghe, con cui si chiede di modificare l'articolo 38. Emendamento che attualmente consente al governo centrale di gestire autonomamente le autorizzazioni in materia di estrazioni petrolifere in Basilicata. In sintesi, i tre provvedimenti dispongono dei paletti nella ricerca e coltivazione di idrocarburi, ripristinando "l'intesa tra Regione e Stato".

I consiglieri hanno discusso sulla mozione di Cifarelli e, poi, sulla mozione presentata dal consigliere Perrino del Movimento 5 Stelle. La prima approvata, con 15 voti a favore, impegna il presidente della giunta regionale ad "impugnare l'articolo 38 della legge 164/2014 qualora non vengano ripristinate le prerogative regionali e quindi il principio di leale collaborazione tra Stato, Regione ed enti locali in una norma di modifica che potrebbe trovare accoglimento nella legge di stabilità 2015 ovvero nella legge Milleproroghe". La seconda, alla fine dei lavori, è stata bocciata. Quest'ultima, se approvata, doveva impegnare il presidente della giunta regionale "a dare immediata attuazione alla mozione approvata in consiglio regionale il 23 settembre 2014, sollevando la questione di legittimità costituzionale degli articoli 35, 36, 37 e 38 del dl. N. 133/2014 come convertito dalla legge n. 164/2014 innanzi alla Corte costituzionale".

Ma l'assise regionale di ieri che ha deciso di rinviare l'impugnazione, ha vissuto diversi momenti di tensione soprattutto all'esterno della sede consiliare. Molti manifestanti, infatti, hanno protestato contro il raddoppio delle estrazioni petrolifere e a favore dell'immediata impugnativa da parte della Regione. Il culmine si è raggiunto quando il presidente del consiglio, Piero Lacorazza, è stato costretto a sospendere la seduta momentaneamente per lanci di bottiglie d'acqua e oggetti contro le forze dell'ordine da parte dei manifestanti che volevano essere ammessi nella sala cosiliare. Poi è intervenuto Lacorazza a calmare gli animi spiegando ai manifestanti che "a nessuno è stato impedito di assistere ai lavori, e per questo è stato installato un maxischermo, vista la ridotta capienza della sala per il pubblico".

Adesso non resta che aspettare i nuovi passi del governo centrale. La Regione ha avuto l'occasione di impugnare immediatamente l'articolo, ma con il consiglio di ieri l'ha persa rinviando ulteriormente la decisione.