Sblocca Italia, addio al bonus benzina
Più estrazioni e meno benefici per i lucani
lunedì 1 settembre 2014
10.30
Aumento delle estrazioni e riduzione dei benefici tra cui l'eliminazione del bonus idrocarburi. La Basilicata beffata dal governo Renzi sulla politica energetica.
In barba a tutti i grandi progetti prospettati dal presidente della regione Basilicata, Marcello Pittella, sulla nuova partita del petrolio, il governo ha deluso ogni aspettativa con l'approvazione del decreto "Sblocca Italia" effettuata venerdì 20 Agosto 2014 dal Consiglio dei Ministri.
A rischio la card benzina a causa della modifica all'articolo 45 della legge 99. Con i soldi del bonus benzina si incrementerà dal 7 al 10 per cento il "Fondo per l'attivazione di misure di coesione sociale nelle regioni interessate dalle estrazioni petrolifere di idrocarburi liquidi e gassosi".
Non si tratta ancora del testo definitivo del decreto perciò dal governo regionale invitano alla calma, ma dalle prime indiscrezioni pare proprio che i lucani siano stati ancora una volta penalizzati dal governo nazionale.
Benché sia stata soddisfatta la richiesta di svincolo delle royalties dal Patto di Stabilità in modo da utilizzare quei fondi per interventi di crescita economica e miglioramento ambientale della regione, ciò è stato approvato con precise clausole: lo sblocco varrà per gli anni 2015, 2016 e 2017 e solo per le royalties calcolate sulle nuove estrazioni. Di conseguenza rimarranno congelati i 220 milioni di euro presenti attualmente nelle casse regionali e inutilizzabili a causa dei vincoli del patto di stabilità.
Una mezza vittoria, dunque, concessa a un prezzo troppo caro per la Basilicata: l'aumento delle estrazioni e il trasferimento delle competenze in materia energetica dalle regioni al governo nazionale. L'obiettivo è quello di centralizzare a Roma tutte le autorizzazioni, le procedure e finanche le valutazioni di impatto ambientale. Agli uffici di viale Verrastro non resterebbe che la "generica intesa".
Se i sindacati Cigl, Cisl e Uil sono già sul piede di guerra e invitano alla mobilitazione, il presidente Pittella richiama tutti "alla compostezza e a non piegarsi ad analisi frettolose ed irresponsabili".
"Le prossime saranno ore decisive e complesse, solo equilibrio di giudizio e fermezza di posizioni renderanno più comprensibile a tutti il da farsi.
Non c'è nulla che va dato per scontato, non prima di aver letto nel dettaglio il testo del decreto. Solo dopo presenteremo le nostre repliche e proposte e capiremo con quali armi dover combattere, se necessario, la nostra battaglia. Lì dove la comunità lucana mi vedrà, questo è certo, al suo fianco", scrive il governatore lucano in una nota.
Previsto nel mese di Settembre l'arrivo del decreto in Parlamento per la conversione in legge.
In barba a tutti i grandi progetti prospettati dal presidente della regione Basilicata, Marcello Pittella, sulla nuova partita del petrolio, il governo ha deluso ogni aspettativa con l'approvazione del decreto "Sblocca Italia" effettuata venerdì 20 Agosto 2014 dal Consiglio dei Ministri.
A rischio la card benzina a causa della modifica all'articolo 45 della legge 99. Con i soldi del bonus benzina si incrementerà dal 7 al 10 per cento il "Fondo per l'attivazione di misure di coesione sociale nelle regioni interessate dalle estrazioni petrolifere di idrocarburi liquidi e gassosi".
Non si tratta ancora del testo definitivo del decreto perciò dal governo regionale invitano alla calma, ma dalle prime indiscrezioni pare proprio che i lucani siano stati ancora una volta penalizzati dal governo nazionale.
Benché sia stata soddisfatta la richiesta di svincolo delle royalties dal Patto di Stabilità in modo da utilizzare quei fondi per interventi di crescita economica e miglioramento ambientale della regione, ciò è stato approvato con precise clausole: lo sblocco varrà per gli anni 2015, 2016 e 2017 e solo per le royalties calcolate sulle nuove estrazioni. Di conseguenza rimarranno congelati i 220 milioni di euro presenti attualmente nelle casse regionali e inutilizzabili a causa dei vincoli del patto di stabilità.
Una mezza vittoria, dunque, concessa a un prezzo troppo caro per la Basilicata: l'aumento delle estrazioni e il trasferimento delle competenze in materia energetica dalle regioni al governo nazionale. L'obiettivo è quello di centralizzare a Roma tutte le autorizzazioni, le procedure e finanche le valutazioni di impatto ambientale. Agli uffici di viale Verrastro non resterebbe che la "generica intesa".
Se i sindacati Cigl, Cisl e Uil sono già sul piede di guerra e invitano alla mobilitazione, il presidente Pittella richiama tutti "alla compostezza e a non piegarsi ad analisi frettolose ed irresponsabili".
"Le prossime saranno ore decisive e complesse, solo equilibrio di giudizio e fermezza di posizioni renderanno più comprensibile a tutti il da farsi.
Non c'è nulla che va dato per scontato, non prima di aver letto nel dettaglio il testo del decreto. Solo dopo presenteremo le nostre repliche e proposte e capiremo con quali armi dover combattere, se necessario, la nostra battaglia. Lì dove la comunità lucana mi vedrà, questo è certo, al suo fianco", scrive il governatore lucano in una nota.
Previsto nel mese di Settembre l'arrivo del decreto in Parlamento per la conversione in legge.