Sblocca Italia, “Abbiamo vinto il primo tempo 1 a 0”
Il Presidente Pittella illustra i risultati della partita sul petrolio
venerdì 12 settembre 2014
14.00
Il Presidente Pittella parla della questione energetica contenuta nel decreto Sblocca Italia come una prima vittoria da parte della Regione Basilicata nei confronti del governo nazionale.
"Per dirla in termini calcistici, abbiamo vinto il primo tempo 1 a 0 ma è chiaro che la partita è formata da più tempi" ha dichiarato il governatore lucano ad apertura della conferenza stampa tenutasi questa mattina, 12 Settembre, presso la Sala Verrastro del Palazzo della Giunta regionale a Potenza.
Pittella ha atteso la bollinatura del testo del decreto, avvenuta nella serata di ieri, da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze per rompere il silenzio stampa ed illustrare i risultati di questa "prima prova di interlocuzione tra Regione e Governo". Il decreto sarà dunque firmato oggi dal Capo dello Stato e convertito in legge entro 60 giorni.
Il Presidente lucano parla di un risultato sul Patto di Stabilità che è "positivo ma non esaustivo". Tra gli aspetti positivi vi è l'ottenimento dell'esclusione dal vincolo di 50 milioni di euro per quattro mesi del 2014 e delle maggiori entrate per i prossimi quattro anni, dunque fino al 2018.
Per quanto riguarda il bonus carburanti, e dunque la modifica dell'articolo 45 della legge 99/2009, "abbiamo ottenuto lo sblocco dei fondi del 2011 e del 2012 seppur suddiviso per fasce di reddito, operazione necessaria per non perdere del tutto quei soldi. Rimane la ferita di non aver raggiunto l'obiettivo di ottenere una "social card" utilizzabile non solo per la benzina ma anche per fini di inclusione sociale. Se in questo non ci sosterrà il governo, se ne farà carico la Regione Basilicata".
Sul Piano di Sviluppo, definito Memorandum, la proposta avanzata è, innanzitutto, l'erogazione di 250/300 milioni di euro all'anno per venti anni alla Basilicata, fondi rivenienti dall'Ires, la tassa che le compagnie petrolifere versano allo Stato e che ammonta a circa 30 miliardi di euro. Un emendamento che, se non inserito nel decreto Sblocca Italia, potrà essere approvato con un decreto interministeriale successivo.
Il Memorandum, inoltre, fissa un limite massimo estrattivo di 180.000 barili al giorno (attualmente sono 85.000) su terraferma e vieta l'uso del mare. "Nel caso in cui Renzi inserirà, al momento della conversione in legge, la possibilità di estrarre anche nel mar Jonio, la Basilicata farà ricorso esattamente come ha già fatto la Puglia".
Tra gli emendamenti inviati a Roma vi è anche l'abrogazione del titolo concessorio unico a firma del Mise che dovrà essere rilasciato d'intesa con la Regione. "Il protagonismo delle regioni in questo è fondamentale. Se è vero che il petrolio non è una risorsa regionalizzabile, è necessario che le istituzioni regionali partecipino alle autorizzazioni a garanzia del corretto utilizzo delle risorse nel rispetto e nella tutela del territorio. L'intesa è importante ma per noi non è sufficiente poiché va fatto un discorso più ampio di sviluppo della regione. Se la richiesta di abrogazione non sarà soddisfatta, potremmo giocare la carta dell'incostituzionalità".
Il Presidente ha, dunque, concluso la conferenza stampa dichiarando che la conversione in legge del decreto dovrà necessariamente contenere alcuni accorgimenti che sono stati condivisi con i parlamentari lucani e con il Mise. "Possiamo continuare la nostra battaglia e ottenere qualcosa in più per la Basilicata ma dobbiamo fare fronte comune".
Una posizione poco propensa al dialogo, invece, quella dal premier Renzi che qualche giorno fa ha rilasciato dichiarazioni con toni alquanto decisionisti che non lasciano tempo ad una concertazione tra le parti: "Lo Sblocca Italia non serve a mettere nuovi soldi ma a dire che i soldi che già ci sono li dobbiamo spendere. Siamo in una forte crisi energetica e non estraiamo il petrolio che c'è in Basilicata e Sicilia. Io la norma per tirar su il petrolio la faccio, anzi l'ho fatta. Allora, potrò perdere qualche voto, ma lo tireremo fuori".
"Per dirla in termini calcistici, abbiamo vinto il primo tempo 1 a 0 ma è chiaro che la partita è formata da più tempi" ha dichiarato il governatore lucano ad apertura della conferenza stampa tenutasi questa mattina, 12 Settembre, presso la Sala Verrastro del Palazzo della Giunta regionale a Potenza.
Pittella ha atteso la bollinatura del testo del decreto, avvenuta nella serata di ieri, da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze per rompere il silenzio stampa ed illustrare i risultati di questa "prima prova di interlocuzione tra Regione e Governo". Il decreto sarà dunque firmato oggi dal Capo dello Stato e convertito in legge entro 60 giorni.
Il Presidente lucano parla di un risultato sul Patto di Stabilità che è "positivo ma non esaustivo". Tra gli aspetti positivi vi è l'ottenimento dell'esclusione dal vincolo di 50 milioni di euro per quattro mesi del 2014 e delle maggiori entrate per i prossimi quattro anni, dunque fino al 2018.
Per quanto riguarda il bonus carburanti, e dunque la modifica dell'articolo 45 della legge 99/2009, "abbiamo ottenuto lo sblocco dei fondi del 2011 e del 2012 seppur suddiviso per fasce di reddito, operazione necessaria per non perdere del tutto quei soldi. Rimane la ferita di non aver raggiunto l'obiettivo di ottenere una "social card" utilizzabile non solo per la benzina ma anche per fini di inclusione sociale. Se in questo non ci sosterrà il governo, se ne farà carico la Regione Basilicata".
Sul Piano di Sviluppo, definito Memorandum, la proposta avanzata è, innanzitutto, l'erogazione di 250/300 milioni di euro all'anno per venti anni alla Basilicata, fondi rivenienti dall'Ires, la tassa che le compagnie petrolifere versano allo Stato e che ammonta a circa 30 miliardi di euro. Un emendamento che, se non inserito nel decreto Sblocca Italia, potrà essere approvato con un decreto interministeriale successivo.
Il Memorandum, inoltre, fissa un limite massimo estrattivo di 180.000 barili al giorno (attualmente sono 85.000) su terraferma e vieta l'uso del mare. "Nel caso in cui Renzi inserirà, al momento della conversione in legge, la possibilità di estrarre anche nel mar Jonio, la Basilicata farà ricorso esattamente come ha già fatto la Puglia".
Tra gli emendamenti inviati a Roma vi è anche l'abrogazione del titolo concessorio unico a firma del Mise che dovrà essere rilasciato d'intesa con la Regione. "Il protagonismo delle regioni in questo è fondamentale. Se è vero che il petrolio non è una risorsa regionalizzabile, è necessario che le istituzioni regionali partecipino alle autorizzazioni a garanzia del corretto utilizzo delle risorse nel rispetto e nella tutela del territorio. L'intesa è importante ma per noi non è sufficiente poiché va fatto un discorso più ampio di sviluppo della regione. Se la richiesta di abrogazione non sarà soddisfatta, potremmo giocare la carta dell'incostituzionalità".
Il Presidente ha, dunque, concluso la conferenza stampa dichiarando che la conversione in legge del decreto dovrà necessariamente contenere alcuni accorgimenti che sono stati condivisi con i parlamentari lucani e con il Mise. "Possiamo continuare la nostra battaglia e ottenere qualcosa in più per la Basilicata ma dobbiamo fare fronte comune".
Una posizione poco propensa al dialogo, invece, quella dal premier Renzi che qualche giorno fa ha rilasciato dichiarazioni con toni alquanto decisionisti che non lasciano tempo ad una concertazione tra le parti: "Lo Sblocca Italia non serve a mettere nuovi soldi ma a dire che i soldi che già ci sono li dobbiamo spendere. Siamo in una forte crisi energetica e non estraiamo il petrolio che c'è in Basilicata e Sicilia. Io la norma per tirar su il petrolio la faccio, anzi l'ho fatta. Allora, potrò perdere qualche voto, ma lo tireremo fuori".