"Rospi si dovrebbe dimettere e farsi rieleggere"
Affondo di Materdomini dopo la decisione del deputato di lasciare il Movimento 5 stelle
sabato 4 gennaio 2020
13.00
"Il previsto passaggio al gruppo misto da parte del non più portavoce M5S, Gianluca Rospi, è la conferma che la coerenza in politica è cosa rarissima. L'ennesimo voltafaccia di un eletto solo e soltanto grazie al simbolo del Movimento e al lavoro incessante degli attivisti, conferma ancora una volta che l'animo umano è spesso avido e calcolatore". Lo afferma il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Antonio Materdomini.
"E il problema non è del M5S o del partito che lo subisce - aggiunge - ma è un problema di tenuta della democrazia stessa del Paese. Perché la Costituzione tutela il diritto dell'eletto a esprimersi e a pensarla in difformità dai gruppi parlamentari, ma non tutela i cittadini che hanno votato un parlamentare che sottoscrive però la promessa sia di trasparenza dei conti, sia di restituire buona parte dello stipendio, sia di rendicontare le diarie e sia di dimettersi in caso di difformità dall'azione politica del gruppo politico col quale si è candidato e ha chiesto i voti ai cittadini e agli attivisti.
Non serve che Gianluca Rospi cerchi ora di arrampicarsi sugli specchi tentando di passare per custode della democrazia e della legalità; il suo comportamento degli ultimi mesi, in particolare da quando c'è stato il cambio di Governo, lasciava intendere che qualcosa fosse cambiato. Forse perché ha chiesto qualche ruolo più visibile che non gli è stato concesso? E' facile sputare nel piatto che ti ha nutrito e che ti ha dato un'opportunità unica, cioè rappresentare il popolo lucano, e non solo, in Parlamento. Parla di attacchi pubblici da parte di amici del movimento ma in realtà, l'unico "fuoco amico" che emerge è il suo, da quando ha iniziato a presentare dei distinguo incomprensibili, a meno che non si colleghino a un progetto di fuoriuscita dagli impegni elettorali presi.
Agli amici, caro Gianluca, bisogna dire la verità e bisogna farlo guardandoli negli occhi. Nel tuo comunicato strappalacrime parli di mancanza di dialogo, ma il dialogo si deve fondare sulla trasparenza e sulla sincerità, specialmente quando si parla alle persone che pongono domande secche e precise mentre ti guardano negli occhi. In questo comunicato, dove Rospi non spiega nulla, se non promettere impegno rinnovato, ma su quale programma e su quali promesse non si sa, fa riferimento ai Vescovi esattamente come ha fatto il PD quando ha deciso di entrare a far parte governissimo materano assieme alla coalizione di centrodestra che aveva sostenuto De Ruggieri nel 2015 tirando in ballo proprio la Chiesa e i Vescovi. Il tutto in perfetto stile prima repubblica.
Ha anche fatto dichiarazioni fuorvianti, come quella sul presunto stanziamento di fondi per le proroghe dei lavoratori a tempo determinato del Comune di Matera, attribuendosi meriti che non ha. Peccato che il decreto milleproroghe non abbia previsto neppure un centesimo, oltre al fatto che i lavoratori sanno benissimo chi si è prodigato sin dall'inizio per trovare una soluzione al problema. E se è vero quello che afferma sul Movimento, e cioè che grazie all'apertura alla società civile e ai candidati all'uninominale sono state raggiunte percentuali altissime, dovrebbe dimostrarlo, dimettendosi per ritornare al voto per il seggio uninominale del collegio di Matera-Melfi, consentendo ai cittadini di riesprimersi e di rivotarlo. In attesa di vederlo coerente con ciò che ha sottoscritto e delle sue dimissioni da Parlamentare, ricordiamo a tutti che il tempo è sempre galantuomo", conclude Materdomini.
"E il problema non è del M5S o del partito che lo subisce - aggiunge - ma è un problema di tenuta della democrazia stessa del Paese. Perché la Costituzione tutela il diritto dell'eletto a esprimersi e a pensarla in difformità dai gruppi parlamentari, ma non tutela i cittadini che hanno votato un parlamentare che sottoscrive però la promessa sia di trasparenza dei conti, sia di restituire buona parte dello stipendio, sia di rendicontare le diarie e sia di dimettersi in caso di difformità dall'azione politica del gruppo politico col quale si è candidato e ha chiesto i voti ai cittadini e agli attivisti.
Non serve che Gianluca Rospi cerchi ora di arrampicarsi sugli specchi tentando di passare per custode della democrazia e della legalità; il suo comportamento degli ultimi mesi, in particolare da quando c'è stato il cambio di Governo, lasciava intendere che qualcosa fosse cambiato. Forse perché ha chiesto qualche ruolo più visibile che non gli è stato concesso? E' facile sputare nel piatto che ti ha nutrito e che ti ha dato un'opportunità unica, cioè rappresentare il popolo lucano, e non solo, in Parlamento. Parla di attacchi pubblici da parte di amici del movimento ma in realtà, l'unico "fuoco amico" che emerge è il suo, da quando ha iniziato a presentare dei distinguo incomprensibili, a meno che non si colleghino a un progetto di fuoriuscita dagli impegni elettorali presi.
Agli amici, caro Gianluca, bisogna dire la verità e bisogna farlo guardandoli negli occhi. Nel tuo comunicato strappalacrime parli di mancanza di dialogo, ma il dialogo si deve fondare sulla trasparenza e sulla sincerità, specialmente quando si parla alle persone che pongono domande secche e precise mentre ti guardano negli occhi. In questo comunicato, dove Rospi non spiega nulla, se non promettere impegno rinnovato, ma su quale programma e su quali promesse non si sa, fa riferimento ai Vescovi esattamente come ha fatto il PD quando ha deciso di entrare a far parte governissimo materano assieme alla coalizione di centrodestra che aveva sostenuto De Ruggieri nel 2015 tirando in ballo proprio la Chiesa e i Vescovi. Il tutto in perfetto stile prima repubblica.
Ha anche fatto dichiarazioni fuorvianti, come quella sul presunto stanziamento di fondi per le proroghe dei lavoratori a tempo determinato del Comune di Matera, attribuendosi meriti che non ha. Peccato che il decreto milleproroghe non abbia previsto neppure un centesimo, oltre al fatto che i lavoratori sanno benissimo chi si è prodigato sin dall'inizio per trovare una soluzione al problema. E se è vero quello che afferma sul Movimento, e cioè che grazie all'apertura alla società civile e ai candidati all'uninominale sono state raggiunte percentuali altissime, dovrebbe dimostrarlo, dimettendosi per ritornare al voto per il seggio uninominale del collegio di Matera-Melfi, consentendo ai cittadini di riesprimersi e di rivotarlo. In attesa di vederlo coerente con ciò che ha sottoscritto e delle sue dimissioni da Parlamentare, ricordiamo a tutti che il tempo è sempre galantuomo", conclude Materdomini.